All’indomani dell’ultima puntata stagionale della trasmissione Le Iene, La Provincia di Como diffonde la notizia che vede protagonisti alcuni avvocati contro lo stesso programma di Italia 1. Nello specifico, si tratta di due legali comaschi i quali ultimamente sono stati costretti a “difendersi” dagli inviati de Le Iene. Il primo è Tommaso Scutari, ripreso a sua insaputa durante un finto colloquio con un presunto cliente e per il quale l’inviato del programma è ora indagato per violazione di domicilio. Il secondo è invece Pietro Troiano, primo legale di Rosa Bazzi ed Olindo Romano, i due coniugi condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba. L’avvocato sarebbe stato inseguito da un altro inviato de Le Iene e finito nel mirino delle accuse trasmesse nel corso delle puntate dedicate al fatto di cronaca. Le due vicende hanno coinvolto il presidente dell’associazione Giovani Avvocati e Praticanti di Como a formalizzare una richiesta al consiglio dell’Ordine Forense di Como per “tutelare l’immagine e il decoro della nostra categoria e del processo penale”.
“GIOVANI AVVOCATI” CONTRO LE IENE: LE DUE VICENDE AL VAGLIO
Simone Gatto, presidente dei Giovani Avvocati, ha chiesto che le due vicende a scapito dei due legali di Como possano essere discusse formalmente dal neo eletto consiglio dell’Ordine degli avvocati. A tal fine, Gatto ha sottolineato: “Sono stato contattato da numerosi colleghi che mi hanno segnalato numerosi servizi della trasmissione “Le Iene”, nelle quali viene ridicolizzata la figura dell’avvocato senza possibilità di replica alcuna. Rispetto a colleghi comaschi ho rinvenuto due servizi, uno nel quale veniva reso pubblico un colloquio avvocato/cliente, ed uno nel quale veniva ridicolizzato un collega per un “famoso” processo terminato anni fa. Credo che l’Ordine debba prendere pubblicamente posizione e stigmatizzare questi comportamenti irrispettosi della nostra professione e del processo. Non è possibile violare il colloquio avvocato/cliente senza alcuna tutela per la nostra professione e non è corretto dare voce a clienti, liberi di insultare il proprio legale senza che lo stesso si possa minimamente difendere”.