Dopo il Burkina Faso, nuovo attacco nella giornata di oggi contro vittime cristiane nel vicino e confinante Niger a riconferma dell’assoluta emergenza per l’impennata di attacchi ai cristiani nell’Africa nord-occidentale: mentre a Singa si cerca di salvare quei fedeli feriti durante l’attacco omicida (4 morti in tutto) alla processione, a circa 200 km si consumava un attentato contro il parroco di Dolbel don Nicaise Avlouké, ferito ad una mano e alla gamba e ora ricoverato nel campo militare del Sahel. «Da tempo c’erano ‘rumors’ di possibili attacchi alla parrocchia e ai preti in particolare. Quest’ultimo fatto non fa che confermare il deterioramento della situazione della sicurezza nella zona frontaliera col Burkina Faso», commentano dall’Agenzia Fides mentre le forze di difesa si dimostrano ancora una volta assai poco preparate all’ondata del terrorismo islamista saheliano di recente ri-esploso. Sempre da Fides giungono pesanti novità sull’attuale situazione del Niger: «L’attacco alla Parrocchia di Dolbel è il terzo avvenuto nella giornata del 13 maggio: nel pomeriggio individui armati hanno assaltato la prigione di alta sicurezza di Koutoukalé, uccidendo un sottufficiale e portandosi via un veicolo militare. Poco dopo altri assalitori hanno saccheggiato un magazzino contenente mezzi di comunicazione a Mangaizé».
TERZO ATTENTATO CONTRO I CRISTIANI
In Burkina Faso, non si può più “nasconderlo”, c’è (di nuovo) un enorme problema di sicurezza per i cristiani, cattolici e non: dopo l’attacco del 29 aprile a Silgadji e dopo l’attentato dello scorso 12 maggio a Dablo dove furono trucidati due preti e alcuni fedeli, di nuovo questa mattina va segnalata una terza offensiva jihadista contro inermi vittime “crociate”. Quattro fedeli cattolici sono stati uccisi a Singa – nella regione centro-settentrionale del Burkina Faso – mentre erano in processione verso la chiesa locale con la statua della Madonna per celebrare il mese di maggio, mariano per eccellenza. L’attentato è avvenuto in quella stessa regione dove solo due giorni fa Don Siméon Yampa, parroco di Dablo, assassinato insieme a 5 fedeli all’interno di una chiesa durante al Santa Messa. Oggi invece è capitato ad una processione di fedeli, tutti però del tutto innocenti e inermi di fronte al potere del male violento e rinnovato contro i “nemici” e “odiati” crociati. Stando alle prime informazioni pervenute all’Agenzia Fides, «i fedeli cattolici del villaggio di Singa, nel comune di Zimtenga, dopo aver partecipato ad una processione dal loro villaggio a quello di Kayon, situato a circa dieci km di distanza, sono stati intercettati da uomini armati».
BURKINA FASO, I CRISTIANI SONO IN PERICOLO
I terroristi jihadisti hanno lasciato andare i minori, ma hanno giustiziato quattro adulti ed hanno distrutto la statua della Madonna al centro della processione: riecheggia dunque oggi ancora più forte il richiamo per la pace fatto da Sua Ecc. Mons. Séraphin François Rouamba, Arcivescovo di Koupéla e Presidente della Conferenza Episcopale di Burkina Faso-Niger, durante i funerali del parroco ucciso a Dablo. Un appello alla pace sì ma anche alla coesistenza pacifica tra Islam, cristiani e altre minoranze in un Paese tra i più poveri al mondo: a quelle esequie parteciparono tutti assieme cattolici, protestanti, musulmani e rappresentanti delle religioni tradizionali. Purtroppo oggi il nuovo attentato riaccende il gravissimo problema di sicurezza e di libertà religiosa in Burkina Faso: «Il Santo Padre ha appreso con dolore la notizia dell’attacco alla chiesa a Dablo, in Burkina Faso. Prega per le vittime, per i loro familiari e per tutta la comunità cristiana del Paese», ha fatto sapere ieri il direttore della sala stampa Gisotti dopo l’appello di Papa Francesco. «Don Simeon Yampa era una persona umile, obbediente e pieno d’amore, amava i suoi parrocchiani, fino al sacrificio finale», scrive ancora oggi mons. Theophile Nare, vescovo di Kaya, in comunicato rilanciato dall’Agenzia Fides.