Salvini come Mussolini? Una professoressa di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria, è stata sospesa ma il ministro dell’interno non sembra essere felice di questa situazione, anzi vorrebbe il suo reintegro. Come riporta La Stampa il Ministro degli Interni specifica: “Spero che la prof possa tornare a scuola e la voglio incontrare”. Si propone poi anche di andare incontro agli studenti della scuola palermitana: “Voglio incontrare gli studenti della sua scuola per spiegare cosa sto facendo per la sicurezza del mio paese e la distanza abissale che c’è tra le mie idee e i miei progetti con le leggi razziali del periodo fascista“. Dopo le polemiche Salvini ha deciso di scendere in campo in prima persona per cercare di rendere chiara la sua politica anche e soprattutto ai più giovani, spesso pronti a contraddire soprattutto le scelte del Governo in fatto di immigrazione. (agg. di Matteo Fantozzi)
IL LEGHISTA: “LA POLITICA…”
Anche Matteo Salvini è intervenuto sulla vicenda che lo vede strettamente interessato, quella della prof di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria, e del famoso connubio fra il decreto sicurezza, voluto fortemente dal titolare del Viminale, e dalle vecchie leggi razziali emesse durante la seconda guerra mondiale da Benito Mussolini. Attraverso una diretta Facebook il vice-presidente del consiglio ha confessato: «Mi sembra strano che in una scuola il decreto sicurezza venga posto agli studenti come una novella legge razziale di mussoliniana memoria, mi sembra una forzatura sciocca, fuori dal tempo. La politica dovrebbe star fuori dalla scuola, certi accostamenti sono inopportuni. Il fascismo e il comunismo fecero morti, noi vogliamo salvare le vite, difendendo i confini e la sicurezza degli italiani». La prof è stata sospesa dall’ufficio direttivo per un paio di settimane, e tale decisione ha scatenato la reazione dei numerosi detrattori del ministro dell’interno, a cominciare dal segretario Pd, Nicola Zingaretti e dall’ex numero uno del senato, Grasso. «Noi lavoriamo affinchè gli studenti abbiano un pensiero critico, sviluppino ragionamenti indipendenti e imparino a pensare con la propria testa. E il ministero della Lega cosa fa? Li censura. Un atto veramente grave e per questo il M5S ha depositato un interrogazione a prima firma Vittoria Casa», ha invece commentato il deputato del Movimento 5 Stelle, Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura, giusto per “placare” la tensione già altissima in seno al governo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI COME MUSSOLINI
Monta la polemica dopo la sospensione della prof di Palermo che ha paragonato il ministro dell’interno, Matteo Salvini, a Benito Mussolini. L’insegnante Rosa Maria Dell’Aria, il suo nome riportato quest’oggi dall’edizione online di Repubblica, è stata sospesa dall’ufficio scolastico provinciale per non aver vigilato sul lavoro dei suoi alunni, che hanno appunto paragonato il decreto sicurezza salviniano alle note leggi razziali del Duce. «Fatemi capire – insorge su Facebook il segretario del Partito Democratico e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – in Italia Casa Pound deve essere libera di dire e fare quello che vuole. Mentre un’insegnante deve essere sospesa per le opinioni di un suo studente che critica Salvini e le leggi varate dal Governo Lega – 5Stelle. Ma siamo pazzi? Questa insegnante deve tornare subito al suo lavoro». Prende posizione anche l’ex presidente del senato, Pietro Grasso di Liberi e uguali, uno degli storici oppositori del leader del Carroccio. Grasso pubblica sulla propria pagina Facebook il video incriminato, scrivendo: «Guardatelo e giudicate voi su cosa avrebbe dovuto vigilare l’insegnante? Sulle opinioni degli studenti? Avrebbe dovuto censurare il pensiero degli alunni? In nessuna parte viene detto che Salvini è come Mussolini, come invece leggo ovunque. Allora mi chiedo: perché la Professoressa Rosa Maria Dell’Aria è stata sospesa? Perché è intervenuta la Digos? Mi sembra, al contrario, che gli studenti abbiano ben compreso il significato più profondo della Giornata della memoria. Forse è proprio l’intelligenza a spaventare Salvini e i suoi!». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI COME MUSSOLINI, PROFESSORESSA DI PALERMO SOSPESA
Rosa Maria Dell’Aria fa chiarezza: la professoressa di Palermo ai microfoni di Repubblica spiega cos’è successo a proposito del parallelo Salvini-Mussolini e che ha portato alla sua sospensione. «Molto amareggiata, la mia vita è stata tutta dedicata alla scuola: rappresenta una parte importante, mi sento particolarmente ferita, come se il mio lavoro non fosse un buon lavoro a fronte di una dedizione e di una volontà di dare il meglio che so fare ai miei allievi», spiega la docente, che evidenzia: «Si proiettava un video elaborato dai miei alunni, che avevano riflettuto sulla violazione dei diritti umani, come le leggi razziali e, come gli era sembrato in alcuni punti, il decreto sicurezza». Rosa Maria Dell’Aria aggiunge: «In questo video ritengo che non ci fosse nulla di offensivo e il video è stato prodotto senza alcuna intenzione di fare politica, come ho fatto nella mia carriera scolastica e nella mia vita cittadini, ho sempre lasciato che i ragazzi sviluppassero liberamente il loro pensiero». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL PRESIDE: “E’ DISPIACIUTA”
E’ polemica dopo che un professore dell’Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo, ha paragonato il ministro dell’interno, Matteo Salvini, a Mussolini, attraverso il connubio fra il decreto sicurezza salviniano e le leggi razziali del Duce. 15 giorni di sospensione e il dimezzamento dello stipendio per il docente, così come deciso dall’ufficio scolastico provinciale durante la giornata della memoria dello scorso 27 gennaio. Il quotidiano Il Giornale si è recato presso l’istituto incriminato nelle scorse ore, dopo che la vicenda è salita alla ribalta delle cronache, e i colleghi descrivono la prof come «serissima e assai stimata, una docente vicina alla pensione che non meritava questa sovraesposizione mediatica». Il preside dell’istituto, Giuseppe Castrogiovanni, ha invece raccontato: «La professoressa è dispiaciuta. Ha tutta la nostra solidarietà. La docente è una professionista, preparata e sempre vicina ai nostri ragazzi. Ripeto ci sarebbe piaciuto più rispetto da parte di qualcuno che ha strumentalizzato questa vicenda». Probabilmente a qualcuno la cosa è sfuggita di mano ed evidentemente la vicenda è stata forse ingigantita più del dovuto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI COME MUSSOLINI, PROF DI PALERMO NEI GUAI
Sospesa dal lavoro per due settimane con lo stipendio dimezzato. E’ la pesantissima decisione disciplinare, si legge oggi su Repubblica, presa nei confronti di una insegnante di un liceo di Palermo. Il motivo fa riferimento a un episodio accaduto nella sua classe lo scorso 27 gennaio, Giornata della memoria. Gli studenti nell’ambito di una iniziativa per ricordare quel giorno, avevano trasmesso in classe un video documentario nel quale, viene detto, le leggi razziali del 1938 venivano paragonate al decreto sicurezza del ministro Salvini. La donna, che ha fatto ricorso, è difesa dal figlio avvocato che a Repubblica ha detto che “Le si contesta il mancato controllo su alcuni accostamenti ritenuti offensivi e che rappresentano una visione distorta della storia e implicitamente la si accusa di aver indotto gli alunni ad agire in questo modo”. Una accusa grave e tutta da chiarire: può un docente censurare la libera scelta dei suoi studenti? E gli stessi che diritti hanno?
LE POLEMICHE
Il provvedimento disciplinare è stato preso dopo una indagine del ministero dell’istruzione, il che fa pensare a un intervento da parte del governo: è legittimo? Il provveditore scolastico, sempre a Repubblica, ha detto che “la libertà di espressione non è libertà di offendere e l’accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza è una distorsione della realtà. Abbiamo agito nella massima trasparenza dopo un’ispezione e una lunga istruttoria in cui sono state sentite tutte le parti”. Per l’esponente del Pd Mila Spicola candidata al Parlamento europeo invece “Il video è stato prodotto dagli studenti e nella scuola vige libertà d’insegnamento e pluralismo delle idee. È un mandato costituzionale che non può essere messo in discussione. Se deve essere questa la punizione per chi applica regole di pluralismo, libertà e discussione nelle classi coi propri studenti allora sospendete anche me“. Il caso ovviamente è complesso e apre la discussione su diritti e doveri nella scuola italiana nell’ambito della libertà di espressione ma soprattutto sul ruolo degli insegnanti.