C’è una tregua di 90 giorni nella guerra dichiarata dall’amministrazione Trump a Huawei: è questa la decisione della Casa Bianca, un mezzo passo indietro sulla scelta di inserire il colosso delle telecomunicazioni nella blacklist che vieta alle aziende americane di rifornirlo. Come riportato da La Repubblica, il dipartimento del Commercio ha annunciato che parte delle sanzioni verranno sospese fino al 19 agosto. Ma come si può interpretare questa mossa dal punto di vista strategico? L’obiettivo della moratoria è quello di consentire ai clienti americani di Huawei, così come alle compagnie telefoniche che usano i suoi dispositivi di rete o vendono i suoi telefoni, di assicurarne la manutenzione e il buon funzionamento, e di concedere il tempo necessario a trovare delle soluzioni che evitino dei disagi per gli utenti. Bisogna specificare come la sospensione del bando riguardi esclusivamente tecnologie già in commercio: resta in vigore sui nuovi prodotti in fase di sviluppo. (agg. di Dario D’Angelo)
RAPPRESAGLIA CINESE SU IPHONE?
Potrebbe dare il via ad una vera e propria “guerra” degli smartphone la decisione di Google di allinearsi al bando ordinato da Donald Trump e di sospendere ogni rapporto commerciale con l’azienda cinese mandando in frantumi accordi milionari. Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, non bisogna dimenticarsi che uno degli smartphone cardine del sogno tech americano, l’iPhone, viene prodotto in Cina. La guerra commerciale che vede opposti Washington e Pechino e che ha visto coinvolto Huawei potrebbe infatti portare ad un’ipotesi clamorosa: uno stop totale alla produzione del melafonino. Il quotidiano di Confindustria sottolinea che si tratta ovviamente di una “ipotesi che sembra abbastanza remota, certo (l’indotto cinese sul telefonino di Apple è enorme, e uno stop farebbe malissimo alla filiera, quindi all’economia cinese), ma che in una situazione come quella attuale non è da escludere a priori”. (agg. di Dario D’Angelo)
RISCHIO CROLLO DELLE VENDITE
Google ritira la licenza Android a Huawei e alza un vero e proprio polverone. Il rischio per la nota casa di smartphone è di vedere un vero e proprio crollo delle vendite. Questo perché a oggi tutto il mondo dell’elettronica ruota attorno proprio a Google. Basti pensare le delusioni vissute dalle aziende che sui loro device montavano Windows Microsoft, tra queste la Nokia passata dagli splendidi e vittoriosi anni novanta alla delusione post rivoluzione tecnologica. Attorno a Google ormai ruotano le maggiori piattaforme tra cui ovviamente Gmail ma anche e soprattutto Youtube. La sensazione però è che prima o poi si possa trovare una via di incontro tra le due aziende per cercare di mandare avanti per vari motivi. Lo strappo appare ora insanabile, ma non è da escludere che in poche ore possa davvero cambiare tutto un’altra volta. (agg. di Matteo Fantozzi)
LA REPLICA
Dopo l’annunciata rottura tra Google e Huawei che ha sollevato il rischio concreto per i possessori di smartphone del colosso cinese di non poter più ottenere futuri aggiornamenti Android, è giunta la replica ufficiale da parte dell’azienda che ha diramato nelle passate ore un comunicato ripreso anche da Multiplayer.it. “Huawei ha contribuito in modo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Come uno dei principali partner globali di Android, abbiamo lavorato a stretto contatto con la loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema che ha avvantaggiato sia gli utenti che l’industria”, ha commentato. Al tempo stesso, il colosso ha fatto sapere che “continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a livello globale a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, sia quelli già venduti, sia quelli ancora disponibili”. Quindi ha aggiunto che Huawei continuerà a costruire “un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza a tutti gli utenti a livello globale”. Ciò significa che continuerà a supportare normalmente tutti gli apparecchi attualmente in commercio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GOOGLE ROMPE CON HUAWEI
Google ha deciso di rompere con Huawei: è questa la clamorosa decisione riportata nelle passate ore in esclusiva da Reuters, in seguito alla quale si intendono sospese tutte le attività finora portate avanti con il colosso tecnologico cinese, da sempre considerato all’avanguardia nella realizzazione di reti di nuova generazione 5G. La decisione di Google segue a quella dell’amministrazione di Donald Trump di inserire Huawei nella lista nera per motivi di sicurezza nazionale. In particolare, secondo quanto rivelato da Reuters, i dispositivi Huawei venduti fuori dalla Cina perderebbero l’accesso agli aggiornamenti Android, ovvero del sistema operativo di Google. Ma a quanto pare il “danno” non si limiterebbe sono a questo in quanto perderebbero anche l’accesso ad alcuni servizi tra i più popolari di Google ovvero il Google Play Store, Youtube ed il servizio di posta targato Gmail. Dopo la decisione, a commentare la vicenda, come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, è stato un portavoce di Mountain View che ha ammesso che si sta “conformando all’ordine e valutando le ripercussioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti”.
GOOGLE ROMPE CON HUAWEI: E LE ALTRE AZIENDE…
In seguito alle limitazioni imposte nei giorni scorsi dal governo degli Stati Uniti a numerose aziende di tecnologia cinesi, tra cui Huawei, non solo Google ma anche le azienda Usa produttrici di chip e microchip tra cui Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom sembrano essersi adeguate a questa linea dettata dall’amministrazione Trump. A tal fine, hanno rotto con il colosso tecnologico cinese congelando le forniture a lui destinate. A darne notizia nelle passate ore è stata anche l’agenzia Bloomberg secondo la quale le varie società avrebbero già messo i propri dipendenti al corrente della situazione. Questi nuovi sviluppi, inevitabilmente rischiano di provocare nuove tensioni tra gli Usa e Pechino, dopo il duro braccio di ferro sulla questione dei dazi. Il vero danno però sarà per i milioni di utenti di smartphone Huawei che potrebbero più non ricevere aggiornamenti sulla sicurezza e quelli per passare alle versioni successive di Android.