Orson Welles, autore della prima e ancor oggi più grande fake news della storia, ci aveva avvertiti. Mandando in diretta radio una finta invasione della Terra da parte di altrettanto finti extraterrestri, gettò nel panico milioni di persone. Si dirà: i mezzi di comunicazione ai tempi erano poca cosa, la gente era semplice e un po’ ignorante e cascò facilmente nell’inganno. In realtà, come ci ha detto lo psicologo ed esperto massmediologico Paolo Crepet, “Orson Welles fu un genio assoluto che volle avvertirci del pericolo dell’uso distorto dei mass media, in un’epoca storica in cui non esistevano la televisione e manco i social network”. Il caso di Pamela Prati, del finto matrimonio, dell’inesistente Mark Caltagirone (che finto poi non è proprio detto che sia) al di là del gossip, della tv trash come tanti “esperti” si sono affrettati a definirlo, in realtà è un episodio che ha più di un aspetto inquietante. Sarà anche una fake news costruita a tavolino per riportare in auge una ormai ex star televisiva, ma a noi suggerisce molto di più. Sempre Crepet dice che “più che a Pamela Prati bisognerebbe pensare ai venti milioni di italiani che hanno seguito questa storia alla televisione”. Già: che cosa significa? Si fa presto a liquidarli come fanno sempre i soliti “esperti” come gente senza cervello e senza nulla da fare. Ma il fatto che nessuno di questi venti milioni di italiani abbia, in larga parte, mai creduto all’esistenza di un Mark Caltagirone e al matrimonio, ci dice che quello che, forse, la gente voleva sapere era che cosa veramente c’era dietro a tutto, a che gioco si stava giocando.
IL MATRIMONIO TRA PAMELA PRATI E MARK CALTAGIRONE È UN ESPERIMENTO IN DIRETTA?
E’ stato infatti più del desolato episodi gossipparo a cui si assiste frequentemente in tv, tipo le corna o presunte tali di Riccardo Fogli, umiliato in diretta televisiva all’Isola dei famosi da Fabrizio Corona ma anche da Alessia Marcuzzi o dei guai di Sandra Milo con il fisco, che “per pagare le tasse ho venduto il mio corpo”. Il fatto è che la profezia di Orson Welles è caduta nel vuoto: i mass media sono diventati quello che lui avvertiva potevano diventare. Un immenso gioco dove la verità è celata, nascosta, anche irrisa, capovolta. Il successo del caso Pamela Prati ci dice che neanche i protagonisti sanno realmente cosa ci sia di vero o no, vittime loro stesse del gioco di cui fanno parte. Il cortocircuito è totale, si è fatto un passo avanti verso una dimensione della fake news che diventa morbosa, con l’aggiunta del giallo. La prossima volta potremmo trovarci davanti a un assassino che si autoaccusa senza che esista il cadavere. Che poi invece magari c’è, ma astutamente non lo fa trovare. Forse il gioco, questa volta, è sfuggito di mano a tutti: a chi l’ha ideato (se esiste), a chi ne è stato vittima, ai personaggi che l’hanno portato in tv. “Cercati un uomo vero, in carne e ossa” ha detto Silvia Toffanin a una Pamela Prati ormai in crisi di pianto inarrestabile nel dichiarare la sofferenza che l’uomo che ama non esiste, non potendo accettare questo fatto. Ma davvero una donna della sua età si è fatta trascinare nel giochetto dei social dell’uomo inesistente che si prende gioco della ragazzina di turno senza mai incontrarlo di persona? Non lo saprà mai nessuno. Resta che, come ai tempi di Orson Welles, milioni di persone hanno seguito la storia, in diretta. E se fossimo stati tutti vittime di un esperimento in tempo reale, una sorta di Scherzi a parte a livello globale?