Dopo l’Alabama è la Louisiana che si inimica la cultura liberal Usa e approva la legge anti-aborto che “segue” l’indicazione mesi fa del Presidente Donald Trump di provare a contrastare la cultura abortista che fece approvare leggi alquanto discutibili a New York e in altri Stati che hanno portato all’ipotesi di infanticidio dopo un aborto fallito. Lo scontro negli Stati Uniti è fortissimo e dopo Georgia, Ohio, Mississippi, Kentucky e appunto Alabama ora anche lo stato della Louisiana si unisce al coro anti-abortista con la firma del Governatore democratico John Bel Edwards, unico ad opporsi alla linea nazionale del Partito Democratico che sta facendo battaglia proprio per conservare leggi e norme pro-aborto. Edwards è favorevole alla legge e si è detto pronto a firmarla dopo che il Parlamento con 79 voti a favore e 23 contrari ha fatto passare la misura che vieta l’aborto oltre la sesta settimana.
LOUISIANA COME ALABAMA: ECCO LA LEGGE ANTI-ABORTO
Ben prima dell’approvazione della legge, lo stato del Sud – come del resto anche l’Alabama e gli altri stati che hanno approvato leggi contro l’aborto (e attendono la reazione della Corte Suprema e dei tribunali federali), negli ultimi anni abortire è divenuto assai più complicato. Delle 17 cliniche presenti per l’interruzione di gravidanza negli anni Novanta, ora attive ve ne sono solo 3 in tutto lo Stato: la legge della Louisiana non è così restrittiva come in Alabama (dove è stato vietato l’aborto anche in casi di incesto o strupro) anche se il caso è più particolare perché in tutti gli Stati “sotto accusa” vi sono legislature dei Repubblicani, mentre per la Louisiana è la guida dem che aumenta il senso di polemica attorno ad una legge per ora ancora non attiva fino a quando non arriverà la firma del Governatore. In realtà, nessuna di queste leggi è ancora entrata in vigore perché oggetto di cause e ricorsi dalla Corte Suprema e dal Congresso che con la maggioranza dem alla Camera intende dare battaglia alla politica trumpista. L’obiettivo per i pro-life è quello di arrivare al ricorso finale in Corte Suprema per provare ad invertire la rotta e rovesciare la storica Roe vs Wade con la quale nel 1973, di fatto, è stato legalizzato l’aborto senza però una vera e propria legge costituzionale approvata dal Congresso degli Stati Uniti d’America.