Riesplode la guerra sulle Alture del Golan dopo che la scorsa notte diversi razzi sono stati lanciati dai territori della Siria contro gli altipiani sotto controllo dello Stato Ebraico dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 (e annesse nel 1980). Due ordigni sono stati lanciati contro il Monte Hermon e uno è caduto in territorio israeliano: di contro, l’esercito d’Israele ha lanciato immediati raid in risposta contro obiettivi militari compiendo già i primi morti tra i soldati siriani al confine. Secondo la Ondus (Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria) dei 10 uccisi, tre sono soldati governativi siriani mentre gli altri 7 sono stranieri, forse iraniani o miliziani libanesi. L’attacco è stato confermato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo che le Alture del Golan erano state attaccate poche ore prima: ai raid, come spiega l’Ansa, hanno preso parte aerei ed elicotteri da combattimento delle Forze Armate ebraiche.
ISRAELE REPLICA AI RAZZI DALLA SIRIA: “DOBBIAMO REAGIRE”
Fonti dell’opposizione siriano, riportate da La Stampa, hanno aggiunto che nella notte «i raid si sono estesi alla zona di Al-Kiswa, circa 25 chilometri a Sud di Damasco, dove c’è una base militare già presa di mira più volte negli anni scorsi». L’innalzamento della tensione sugli altipiani più volte protagonisti di scontri nei decenni passati arriva da nuovi radi lanciati dalla Siria contro Israele già ad inizio 2019, con la conseguente “svolta” del Presidente Usa Donald Trump che lo scorso 22 marzo annunciò «le Alture del Golan sono di diritto di Israele» provocando la controffensiva di Erdogan (Turchia) e dello stesso Assad, con minacce di ritorsioni sempre contro Israele. «In seguito a quei lanci – ha affermato oggi il premier Netanyahu – ho ordinato alle nostre forze di lanciare un attacco. Non possiamo tollerare spari verso il nostro territorio e a essi reagiamo con grande forza»: all’alba di domenica, ha invece riferito una fonte militare israeliana all’Ansa, «abbiamo intercettato missili dal Golan occupato. La nostra difesa aerea ha bloccato e abbattuto i missili nemici che puntavano nostre posizioni nel sud-ovest di Damasco».