Possibile svolta nella vicenda dei tre napoletani scomparsi in Messico. Da mesi, padre, figlio e cugino risultano inghiottiti nel mistero più cupo. Andati in Messico come venditori ambulanti di generatori elettrici, dei tre si erano perse all’improvviso le tracce. Era il gennaio del 2018 quando si persero le tracce di Raffaele ed Antonio Russo, padre e figlio, e del cugino Vincenzo Cimmino. Il primo a far perdere le tracce fu il padre ma quando figlio e cugino iniziarono a cercarlo sparirono nel nulla anche loro. Oggi spunta una novità importantissima che potrebbe rappresentare anche l’attesa svolta nel caso rimasto finora irrisolto. Tuttavia, da quel poco che è emerso non sembra esserci nulla di buono in merito alle sorti dei tre napoletani. Si tratta di una intercettazione telefonica che, come spiega Repubblica.it, andrebbe ad incastrare el Quince, boss messicano nonché uno dei malavitosi arrestati nei mesi scorsi. Secondo quanto trapelato dagli inquirenti, sarebbe stato lui, indirettamente, a fornire informazioni suoi tre napoletani scomparsi ed in particolare su Antonio Russo e Vincenzo Cimmino.
NAPOLETANI SCOMPARSI IN MESSICO: LA SVOLTA?
Sono trascorsi numerosi mesi senza poter avere informazioni in merito alle sorti dei tre napoletani scomparsi in Messico e solo ora lo Stato messicano ha risposto al ricorso che era stato presentato all’Onu dall’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie Russo e Cimmino. Come spiega il legale, “dalle indagini emerge un elemento finora non dichiarato dalle autorità locali”. Il boss el Quince, attualmente in carcere, “era a conoscenza del rapimento degli italiani e questo dato emerge da una intercettazione telefonica nella quale conversa molto presumibilmente con un capo cartello locale il quale comunica di essere in possesso di due italiani che si chiamano Russo e chiede al Quince istruzioni su cosa fare”. L’avvocato Falleti ha proseguito, “Il boss avrebbe quindi risposto “fatene ciò che credete” lasciando il libero arbitrio all’interlocutore”. Ulteriore aspetto emerso da questo giallo ha a che fare su alcune impronte digitali rinvenute sulla macchina guidata da Raffaele e in merito alle quali, ha chiosato il legale, “si è ancora in attesa dei risultati”.