Salva Roma, è caos: furia del sindaco Virginia Raggi, salta l’intesa per dl Crescita. Ed è proprio la prima cittadina M5s a finire nel mirino dell’opposizione, ecco le parole a Leggo di Beatrice Lorenzin: «Si deve trovare una soluzione per la Capitale d’Italia. Noi siamo pronti alla collaborazione, altrimenti si arriverà allo sfascio». Prosegue l’ex ministro della Salute ora in forza Civica Popolare: «Cosa suggerisco? Di imitare il LEA (Livelli di essenziali di assistenza) che esistono nella Sanità: cioè trovare una strada che offra a Roma i soldi per risollevarsi ma controllando anche la qualità della spesa. Come dire, verificando la qualità dei livelli essenziali di vivibilità in favore dei cittadini. E chi dovrebbe farlo? La Giunta Raggi ha fallito, inutile nascondersi. Tra breve si giungerà alla paralisi della spesa corrente, non solo di quella riservata ai fornitori del Campidoglio. Quindi su temi di assoluta necessità come i rifiuti, i trasporti, la scuola, l’assistenza sociale bisognerà supportare le scelte dell’amministrazione monitorandone la qualità e gli indirizzi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVA ROMA, SALTA INTESA DL CRESCITA
Saltano intese nel Governo ma stavolta è lo stesso M5s che avrebbe “accettato” l’ipotesi stralcio del Salva Roma (emendamento centrale del Dl Crescita per coprire il debito della Capitale, ndr) lasciando di fatto esterrefatta la sindaca Virginia Raggi sentitasi “abbandonata” dal suo stesso partito e dal leader Luigi Di Maio. Il provvedimento che porterebbe alla conferma del Salva Roma manca e potrebbe continuare a mancare per le troppe distanze in questo preciso momento di forte crisi interna a Palazzo Chigi tra Lega e M5s: ma tra la Raggi e Di Maio (e l’intero M5s) è crisi se possibile ancora più nera per la mancanza di volontà – secondo la sindaca di Roma – di perseguire la norma “salva Capitale”. «Dicano subito se preferiscono continuare a salvare i conti delle banche, invece che difendere i risparmi di romani e italiani», è il commento amaro lanciato ieri dalla Raggi a margine della presentazione della terza edizione della ‘Notte Bianca dello Sport’. È ancora più chiara la stessa prima cittadina del Campidoglio quando afferma, «Sul ‘taglia debito’ o ‘salva Roma’, come lo vogliamo chiamare, voglio dire solo una cosa: la nostra pazienza è finita».
SALVA ROMA, CAOS NEL M5S
«L’articolo 38 del decreto Crescita si avvicina allo stralcio», confermavano all’Adnkronos ieri sera fonti del M5s e già stamani il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, il leghista Claudio Borghi, commentava «Credo che sia un’ipotesi più che concreta». L’assessore al Bilancio della Capitale Gianni Lemmetti, seguendo l’ira del suo sindaco, ha poi proseguito nell’invettiva contro il Governo «Per la Capitale ci vuole rispetto. Sul Salva-Roma basta speculazioni». Da un lato c’è un M5s che sta cercando di capire se vuole realmente strappare definitivamente con Salvini per andare alle Elezioni, dall’altro una sindaca della città più importante d’Italia (e in mano ai 5Stelle) che lamenta una non-barricata dei suoi sulla norma che andrebbe a riparare il debito di Roma Capitale. L’idea del salva Roma era stata messa a punto dalla viceministro Mef Laura Castelli, dalla Raggi e dallo stesso Lemmetti e mirava a far accollare allo Stato «parte consistente dei debiti finanziari relativi alla voragine da 12 miliardi per rimodulare a tassi agevolati i mutui aperti dieci anni fa con le banche», riporta il Corriere della Sera. Senza il Salva Roma però il rischio è che il Campidoglio non abbia molto spazio di finanze e i debiti potrebbero divenire troppo alti negli immediati anni a seguire e la capitale d’Italia trovarsi nel default più stringente. L’unico assist alla Raggi arriva, paradossalmente, dal Pd che in mattinata fa sapere in una nota «governo irresponsabile perché così Roma rischia il default».