La corte di Cassazione ha confermato la sentenza della corte d’appello di Roma in merito alla presenza di amianto nelle ferrovie. Una sentenza di condanna nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana SPA giunta a seguito del decesso del lavoratore F.A. per mesotelioma, un tumore maligno causato dall’esposizione a polveri e fibre di amianto. Nel 2014 la corte d’appello aveva condannato RFI al pagamento di un risarcimento in favore dei famigliari del defunto, ma la stessa società ferroviaria aveva impugnato la sentenza, facendo ricorso in Cassazione, ritenendola illegittima per violazione di legge. Ora la nuova condanna, commentata così dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e difensore dei famigliari della vittima: «Una lunga vicenda umana e processuale cui finalmente ha messo fine la Corte di Cassazione confermando la condanna della Corte di Appello».
AMIANTO NELLE FERROVIE: CASSAZIONE CONFERMA CONDANNA A RFI
L’osservatorio nazionale amianto ha diffuso un comunicato per snocciolare i dati definiti “per nulla rassicuranti”, in merito alla presenza di amianto sulle ferrovie: «Fino al 2015 – si legge – sono stati censiti 619 decessi dei lavoratori, cui vanno aggiunti altri 116 tra coloro che hanno abitato nei dintorni delle stazioni ferroviarie e delle altre installazioni ferroviarie, per un totale di 735 vittime». Tenendo conto anche di altri casi riguardanti non soltanto il mesotelioma, come ad esempio il tumore del polmone, alla laringe, alla faringe, alle ovaie, e via discorrendo, l’ONA spiega che i decessi totali raggiungono la quota di 3000 casi (per difetto). «L’Osservatorio Nazionale Amianto – conclude il comunicato – ha da tempo avviato una campagna di rilevazione con riferimento all’impatto dell’amianto sulla salute umana e di tutela delle vittime dell’amianto per l’utilizzo della fibra killer nel comparto ferroviario», ricordando come lo sportello possa essere raggiunto attraverso l’apposito sito.