La morte di Tony Drago, militare siracusano trovato senza vita la notte tra il 5 ed il 6 luglio 2014 nella Caserma Sabatini di Roma, è stata al centro della nuova puntata di ieri di Chi l’ha visto. Su quanto avvenne in quella caserma, sarà difficile da definire dal momento che la procura non prese le immagini delle telecamere ed adesso è ormai troppo tardi. Il legale della madre, avvocato Dario Riccioli, alla trasmissione di Raitre ha commentato: “E’ emerso che il computer di Tony Drago, il pomeriggio del 6 luglio 2014 ebbe un accesso certamente abusivo, non fatto da Tony. Non si capisce chi fece quell’accesso e cosa cercava eventualmente. Ma la domanda è un’altra: chi ha ucciso Tony Drago? Ed ancora, qualcuno dei responsabili della caserma doveva vigilare ma non lo ha fatto? Sara Intranuovo, madre di Tony, ha dichiarato ain microfoni di Chi l’ha visto: “Io non sento più la voce di mio figlio. Non lo posso toccare, non lo posso vedere fisicamente. Ho le foto, i filmini. E io l’ultima volta che ho visto mio figlio vivo era il giorno del suo compleanno: il 23 giugno del 2014”, ha commentato la donna. Quello era anche il giorno in cui lo ha accompagnato in aeroporto. “Invece io mio figlio l’ho visto dentro una bara”.
TONY DRAGO, TUTTI I DUBBI ATTORNO AL CASO
Tony Drago fu trovato senza vita all’alba del 6 luglio di cinque anni fa. Il suo corpo era nel piazzale della caserma romana. Le indagini si indirizzano subito sul suicidio per motivi sentimentali. Sarebbero gli stessi commilitoni a dare questa motivazione, per tutti uguale, usando addirittura le medesime parole. Per il pm le cose sarebbero andate proprio come dichiaravano i suoi ex commilitoni e per questo chiese l’archiviazione del caso, poi rigettata. I dubbi su questo giallo sono molteplici, a partire dalle numerose ferite sul corpo di Tony, alcune incompatibili con una caduta. Ma cosa è successo davvero a Drago? “Io l’ho sempre saputo che mio figlio non si fosse suicidato ma che in quella notte del 6 luglio 2014 è successo qualcosa di grave e di conseguenza mio figlio è morto per mano altrui, non per sua volontà”, dice la madre. Una perizia voluta dal gip farà finalmente luce: in sede di incidente probatorio viene dimostrato che Tony fu costretto a fare delle flessioni e picchiato. Tutto farebbe ipotizzare un atto di nonnismo finito tragicamente. “Noi abbiamo riprodotto la caduta”, ha spiegato il legale della famiglia, “e abbiamo dimostrato che da quella altezza è impossibile raggiungere la distanza in cui è stato rinvenuto il corpo di Tony Drago”. Il 29 marzo scorso le indagini sono state archiviate. “La mia è stata una reazione di indignazione, non me lo aspettavo”, dice la madre dopo l’ultima novità clamorosa. L’avvocato spiega inoltre le mancanze nel caso: “Non sono state acquisite le videoregistrazioni delle telecamere poste sul piazzale della caserma”. Lo stesso avvenne anche per i cellulari dei commilitoni mai controllati e del pc di Drago. Queste sarebbero solo alcune delle gravi carenze investigative in merito al caso.