Sono i giorni della lettera Ue e dello scontro a distanza tra Governo e Commissione europea, premier Conte in prima linea. E arriva il monito del suo mentore Guido Alpa, professore di Diritto civile all’ Università La Sapienza di Roma, che ai microfoni de La Stampa ha spiegato: «Il primo punto da capire, nelle prossime ore, sarà se Conte riceverà potere di negoziazione con Bruxelles. L’ obiettivo dell’ esecutivo di aumentare la spesa per il welfare è possibile solo se si riesce ad aumentare la spesa pubblica. Nello steso tempo, la spesa pubblica non può essere aumentata perché ci sono dei vincoli europei da rispettare. Ora è probabile che la nuova compagine politica europea provi a rendere un po’ più flessibili questi vincoli, perché sono diventati più forti quei partiti con un’ ideologia centrifuga, che coltivano un desiderio di maggiore indipendenza». E non mancano i rischi: «Si devono dare rassicurazioni ai mercati, perché se i mercati, che sono molto volatili e capricciosi, non capiscono il programma e non capiscono il modo in cui la spesa pubblica potrebbe essere contenuta e allo stesso tempo l’ economia essere sostenuta, potrebbero impazzire. E come è capitato con Berlusconi, quando lo spread è arrivato oltre i 500 punti, costringere questo governo alle dimissioni».
GUIDO ALPA, IL MONITO AL PREMIER CONTE
Prosegue Guido Alpa, maestro ed amico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Elezioni anticipate? Salvini potrebbe avere una conferma della propria forza, ma al tempo stesso avere difficoltà a formare un governo che sarebbe chiamato a imporre dei sacrifici agli italiani nella prossima legge di bilancio. Tra pochi giorni credo che tutto sarà più chiaro». Il professore ha poi evidenziato nel corso dell’intervista a La Stampa: «Siamo adesso in una fase di transizione, per questo governo, ma in pochi giorni sarà chiaro se potrà procedere con il suo programma o se invece arriverà uno stop. Devono dare una risposta per scongiurare il rischio di una procedura di infrazione e ottenere un minimo di flessibilità sul debito. E in questo negoziato così delicato, la vera incognita è quella dei mercati».