Dopo l’approvazione del Dl Sicurezza bis nel primo Consiglio dei Ministri post-Elezioni Europee e dopo l’informativa in giornata del Ministro Tria, il premier Conte prova a rispondere alle critiche piovute da Juncker nell’intervista mattutina a Politico.ue (precedente alle parole di Tria, ndr) e sottolinea «Rispondo che ha sbagliato lui direzione sulla Grecia. Prima di attribuirci un torto mi lasci dialogare e aggiornarlo sui conti. Siamo ben convinti della nostra filosofia e politica economica». Al netto delle frizioni con Bruxelles, è lo stesso Conte a confermare di essere lui assieme a Tria il volto col quale la Commissione Ue dovrà dialogare nelle prossime settimane per evitare l’infrazione sui conti pubblici contro la nostra economia. Nel frattempo, il Presidente del Consiglio ha annunciato in conferenza stampa del nuovo vertice domani mattina alle ore 9 a Palazzo Chigi nel quale saranno presenti i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i tecnici del Mef e ovviamente anche il titolare dell’Economia, Giovanni Tria. Come già pre-annunciato nel vertice in nottata di ieri, Conte ha spiegato che sarà il colloquio di domani a dover mettere a punto la strategia da utilizzare per scongiurare la procedura in arrivo dall’Europa.
JUNCKER “ITALIA SBAGLIA DIREZIONE SUI CONTI”
La Commissione Ue da un lato analizza assieme al Comitato Economico e Finanziario il rapporto sulla procedura d’infrazione all’Italia, dall’altra il suo Presidente uscente Jean Claude Juncker lancia un avviso non propriamente ben rassicurante per il Governo italiano, al netto degli sforzi profusi dal Ministro Tria: «L’Italia sta correndo il rischio di rimanere intrappolata in una procedura per deficit eccessivo per molti anni. L’apertura della procedura dipenderà dagli impegni che il governo italiano prenderà», ha spiegato il n.1 della Commissione Europea in una intervista a Politico.eu. Secondo Juncker, in attesa di vedere il piano di riforme che il Governo varerà entro luglio, il problema è tutt’altro che serio: «Non voglio umiliare in dichiarazioni pubbliche la Repubblica italiana perché ho il più grande rispetto per l’Italia, ma la Commissione ritiene che l’Italia si stia muovendo in una direzione sbagliata» attacca l’ex Ministro delle Finanze lussemburghese. Proprio per questo motivo, conclude Juncker, «dobbiamo prendere le decisioni pertinenti in questo ambito. L’Italia è l’Italia e ha i problemi dell’Italia, diversi dai problemi degli altri paesi, ma simili sotto certi aspetti. Nessuno in Italia lo sa perché il governo italiano dà l’impressione che la Commissione sia contro il Sud Europa e questo è sbagliato».
“IL GOVERNO È CON ME”
«Mi sento sostenuto dal Governo» ha spiegato il Ministro Tria al termine della lunga informativa sul tema della procedura d’infrazione avanzata alla Camera poche ore fa: «Nel 2018 sebbene la crescita abbia sorpreso al ribasso, l’anno si è chiuso con una significativa diminuzione del disavanzo – ha spiegato Tria -, al 2,1% in discesa dal 2,4% del 2017, inoltre il saldo primario” si è attestato “all’1,6% dall’1,4%: ciò dimostra che il governo ha avuto un approccio prudente e responsabile per il 2018». Pe capire quale sarà l’atteggiamento del Governo e per confermare come sia Lega e M5s si fidano del suo operato, il titolare del Tesoro rilancia «L’atteggiamento del governo italiano sarà costruttivo, ribadiremo le nostre ragioni agli altri paesi europei cui spetterà di trarre le conclusioni e cercheremo di trovare un ragionevole punto d’incontro. Dovremo renderci disponibili a un dialogo serrato e costruttivo che consenta di arrivare a un accordo per evitare la procedura». La barra è dritta per evitare la procedura d’infrazione, e l’obiettivo è chiaro «è interesse del Governo normalizzare definitivamente le condizioni del nostro mercato dei titoli di Stato, la cui solidità è fondamentale non solo per i risparmiatori e le istituzioni finanziarie, ma anche e soprattutto per una vera ripresa dell’economia».
IL DISCORSO DEL MINISTRO TRIA
L’informativa del Ministro Tria alla Camera ha fatto una sorta di sunto del dialogo e punto di incontro-scontro con l’Unione Europea e grandi “scossoni” non ve ne sono: si rispetta il patto di stabilità, ci saranno saldi migliori delle stime, nessuna manovra economica aggiuntiva e correttiva ma anche rispetto assoluto del debito da diminuire come già previsto dal Def e dalla scorsa Manovra di Bilancio. Da ultimo, «serve dialogo con l’Ue anche se siamo consci che molto ancora deve cambiare sulle regole e norme per il futuro di questa Europa». Secondo il ministro dell’Economia «La Commissione ci invita a determinare i fattori del disavanzo eccessivo nel 2018 in merito ai conti pubblici», spiega Tria nella prima parte dell’informativa, aggiungendo «La Commissione nonostante le nostre rassicurazioni ha avviato la procedura di disavanzo eccessivo, definendola “motivata”. Il dialogo tra l’Italia e l’Ue già aveva portato alla revisione sostanziale del Def e della Manovra di Bilancio: peggioramento strutturale atteso nel 2019 si attestata allo 0,2% di punti strutturali. Nel 2020-2021 si stimavano miglioramenti strutturali e decisivi, ma la Commissione Ue ha affermato che la piena attuazione delle riforme necessarie avrebbe scongiurato la procedura d’infrazione per l’Italia». Rispetto della regola del debito e saldo strutturale, sono questi i punti che vengono contestati dalla Commissione Europea: erano tenuti a preparare il rapporto anche con le varie attenuanti riconosciute alle spese della nostra economia, spiega Tria.
“RISPETTEREMO IL PATTO DI STABILITÀ”
«Il Governo in risposta ha esplicitato la propria opposizione in merito al disavanzo del debito promettendo interventi decisi per abbattere tale deficit, come già cominciato alla fine dello scorso anno. Approccio prudente e responsabile è stato il nostro per la gestione del debito nel 2018 e anche nei primi mesi 2019: la mancanza di crescita è legata a fattori imprevisti, il rallentamento dell’economia globale, continentale e inoltre si sono complicati trasferimenti di capitali e mercati». Come già spiegato questa mattina nell’assemblea Assonime, Tria ha detto con chiarezza «rispetteremo patto di stabilità: rassicureremo l’Ue con saldi che saranno migliori di stime. Nel 2019 deficit/pil al 2,2% e non al 2,5% come previsto dall’Ue». Poche ore prima lo stesso Ministro aveva spiegato così «Smetterla di inseguire riforme ma via ciò che rallenta economia. Dopo un anno di governo posso dire che gli ostacoli alla ripresa degli investimenti pubblici sono importanti. Sono d’accordo che è fondamentale la certezza del diritto e quindi è bene smetterla con l’inseguimento ossessivo delle riforme ma è vero anche che bisogna smantellare ciò che negli anni ha appesantito le stesse direttive europee. Abbiamo molto opere pubbliche bloccate».
CONTE-TRIA “NO MANOVRA CORRETTIVA”
Il Ministro dell’Economia in attesa di riferire in Parlamento la sua ricetta per evitare la procedura d’infrazione Ue prosegue nell’opera di “moral suasion” tanto nel Governo quanto con la Commissione Ue: «siamo impegnati a centrare gli obiettivi con diverse contromisure sul tavolo» spiega il titolare del Mef nell’assemblea di stamane ad Assonime, spalleggiato dall’intervento del Premier Conte «sul debito abbiamo la necessità assoluta di scongiurare la procedura d’infrazione Ue ma non ci sarà nessuna manovra bis. […] Non è tempo per riduzioni della pressione fiscale in disavanzo. Nè è tempo per un aumento della spesa pubblica che, anzi, va ridotta». Ancora Tria, in attesa dell’informativa alla Camera, certifica «i saldi di finanza pubblica saranno sostanzialmente minori, pur a legislazione invariata, di quelli stimati in precedenza e risulteranno di conseguenza coerenti con quanto previsto dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita». Dopo la richiesta di Salvini di importare la riduzione delle tasse, Tria replica «la riduzione è favorevole alla crescita se perseguita salvaguardando la stabilità finanziaria, il governo è al lavoro e questo spiegheremo alla Commissione europea».
INFORMATIVA TRIA PER EVITARE LA PROCEDURA D’INFRAZIONE
Il vertice di Governo in serata ieri non è stato certamente tranquillo ma l’esito di quanto uscito, finora tenuto piuttosto abbottonato dai tre protagonisti (Conte, Salvini, Di Maio) potrà essere visto al meglio oggi alla Camera quando il Ministro dell’Economia Giovanni Tria riferirà nel merito della risposta che l’Italia vuole dare all’Ue rispetto alla possibile procedura d’infrazione avviata dalla Commissione Europea. Una informativa urgente «in merito all’eventuale avvio di una procedura per disavanzi eccessivi nei confronti dell’Italia» si legge nell’ordine del giorno di Palazzo Montecitorio, con la diretta streaming video dai canali della Camera che avverrà alle ore 14 in poi, con le votazioni prevista non prima delle 18.30. Il titolare del Mef dovrà cercare di trovare la sintesi tra le richieste volute da Conte – maggiore stabilità, non irritare Bruxelles e possibile “manovra correttiva” per recuperare i tagli giusti da assicurare l’impedimento alla procedura d’infrazione – e il pressing dei due vicepremier che invece non vogliono sentir parlare di manovre “bis” o peggio di aumento delle tasse. Il tutto, per il Mef, senza l’utilizzo dei minibot definiti dallo stesso Tria «non interessanti e materia di Governo».
TRIA ALLA CAMERA SENZA IL “PIENO” MANDATO DEL GOVERNO
Dopo la fine settimana scorsa, Tria ha discusso in più riprese con i vertici economici mondiali al G20 del Giappone, in particolare con Moscovici (Commissario al Bilancio Ue) proprio per triangolare e impostare i primi dialoghi utili ad evitare la sanzione potenzialmente devastante per l’economia italiana (e non solo), prima volta assoluta dalla nascita dell’Unione Europea. L’informativa di oggi è ulteriormente importante perché proprio oggi si riunisce per la prima volta a Bruxelles dopo l’avvio dell’iter per la procedura d’infrazione, il Comitato economico e finanziario con la prima valutazione dei tecnici dei ministeri delle Finanze alla procedura proposta dalla Commissione. Dopo il vertice notturno di ieri a Palazzo Chigi, il Governo ha fatto sapere in una nota che «sarà necessario un incontro con i tecnici del Mef e il ministro Tria per mettere a punto una strategia da adottare nell’interlocuzione con l’Europa, volta ad evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese, e per impostare una manovra economica condivisa». Al termine dell’informativa, dove Tria dovrà cercare una via di mediazione tra P.Chigi e Lega-M5s,dovrebbe tenersi il Consiglio dei Ministri, il primo dopo lo spauracchio della crisi di Governo: in questi due importanti appuntamenti si capirà (forse) meglio quale potrebbe essere la strategia dell’Italia per evitare lo scontro a viso aperto con Bruxelles e nello stesso tempo proseguire il contratto di Governo. Impresa al momento se non impossibile, quantomeno difficile..