Non molla di un centimetro l’ex nunzio dagli Stati Uniti Carlo Maria Viganò dopo le già innumerevoli “puntate precedenti” contro Papa Francesco sul caso scottante degli abusi nella Chiesa, della presunta “mafia gay” interna al Vaticano e sulla copertura e i silenzi sull’ex vescovo McCarrick (dimessosi il 13 febbraio 2019 dopo lo scandalo pedofilia che lo ha travolto, con accuse sia per abusi su adulti che minori). Ebbene, dopo aver richiesto in più occasioni le dimissioni del Pontefice, Viganò – ufficialmente nascosto in un luogo segreto da mesi dopo le forti accuse lanciate contro Papa Francesco – torna a parlare con un “leak” lasciato al Washington Post di oggi: non è una vera e propria intervista bensì un “epistolario” durato due mesi in cui due giornalisti (Chico Harlan e Stefano Pitrelli) hanno discusso e intervistato l’arcivescovo che però si è sempre rifiutato di incontrarli di persona. Il dossier nell’agosto 2018 sul caso McCarrick e contro le gerarchie vaticane – Papa Francesco incluso – è stato ed è ancora una vera “spina” nel fianco della Chiesa, causa di divisioni e toccante diversi punti mai del tutto risolti dalla Santa Sede e dallo stesso Viganò. L’ex rappresentante del Papa negli States si sofferma sulle dichiarazioni di Bergoglio alla tv messicana Televisa, in cui ha affermato di non sapere nulla dei crimini di McCarrick, altrimenti avrebbe agito: ecco, per Viganò tutto ciò è «immensamente triste» per il fatto che Francesco «ha mentito palesemente al mondo intero: come si può dimenticare tutto questo, specialmente un Papa?».
NUOVO AFFONDO DI MONS. VIGANÒ CONTRO IL PAPA
L’ex nunzio Viganò sostiene di aver informato lui stesso il Papa nel 2013 ma di prove7documenti che lo certifichino non ve ne sono e per questo motivo finora il Vaticano ha avuto buon gioco a definire “fake news” gli attacchi dell’arcivescovo: nel dossier della discordia, Viganò sostiene che «Francesco ha volutamente ignorato le sanzioni imposte segretamente da Benedetto XVI a McCarrick», elemento però sempre smentito dal segretario di Papa Ratzinger, il Card. Gänswein. «La verità verrà fuori», afferma ancora Viganò nel colloquio su Skype con il Washington Post, ammettendo di avere ancora dei documenti da pubblicare ma «non è ancora arrivato il momento per me di rilasciare qualcosa». Per l’ex nunzio, la colpevolezza di Francesco non è presunta ma “evidente” e l’invito alle gerarchie vaticane di pubblicare la documentazione degli archivi nel merito dell’intero caso McCarrick viene ribadito «I risultati di un’indagine onesta della Santa Sede – annunciata dal Vaticano ad ottobre e ancora in corso, come confermato recentemente dal cardinale Parolin, spiega il collega di Vatican Insider Salvatore Cernuzio – «sarebbero disastrosi per l’attuale papato».
IL NODO DELL’OMOSESSUALITÀ
Viganò ammette che quegli stessi archivi potrebbero rivelare errori nella gestione del caso McCarrick nel passato anche dei grandi Papi Giovanni Paolo II e Ratzinger «Questo non è una buona ragione per non cercare la verità. E in ogni caso Benedetto XVI e Giovanni Paolo II sono esseri umani, e possono anche aver commesso errori. Se lo hanno fatto, noi vogliamo conoscerli. Perché dovrebbero rimanere nascosti? Tutti possiamo imparare dai nostri errori». Su Francesco però il giudizio di Viganò è ben più duro, visto che «rifiuta di ammettere i suoi errori e chiedere perdono». Secondo l’ex nunzio però il vero problema non è tanto il “silenzio” presunto del Papa ma il non voler riconoscere – sempre per la presunta «mafia-lobby gay” in Vaticano – la correlazione tra il problema dell’omosessualità e la pedofilia: Viganò cita dei dati a riguardo, come il fatto che l’80% delle vittime di abusi sia di sesso maschile, sui 14 anni di età. «La crisi degli abusi sessuali sarebbe molto meno grave se il «problema dell’omosessualità nel sacerdozio fosse onestamente riconosciuto e adeguatamente affrontato. È stupefacente che la parola “omosessualità” non sia apparsa una sola volta, in nessuno dei recenti documenti ufficiali della Santa Sede», conclude il monsignore.