Doveva essere la legge “rivoluzionaria” del Governo del cambiamento e invece rischia non solo di essere rinviata ma di essere sepolta per sempre: stiamo parlando dell’ipotesi di tenere chiusi i negozi la domenica (la maggiorparte, specie shopping e centri commerciali) per permettere un giorno festivo “forzato” per tutti. L’annuncio lo aveva fatto il vicepremier Di Maio – «basta con i negozi chiusi di domenica» – e ad inizio anno, prima degli scontri interni al Governo, si era raggiunto anche l’accordo sul testo di legge tra M5s e Lega ma ora salta tutto e il motivo non è la “solita” lite nell’esecutivo. I tecnici di Salvini e Di Maio avrebbero “sondato” l’umore degli italiani per trovare un secco no all’ipotesi di chiusura obbligatoria dei negozi la domenica: sia per dai lavoratori che dagli utenti, il coro di opposizione è enorme. Secondo quanto riporta il Messaggero, la Lega avrebbe commissionato una sorta di sondaggio segreto che avrebbe mostrato come il 50% degli italiani fossero per nulla contenti della novità di legge e anche nel M5s hanno iniziato a rivedere i loro obiettivi sulla vicenda: in un convegno alla Camera dei deputati nelle scorse settimane, i rappresentanti delle catene di grande distribuzione hanno segnalato che la chiusura domenicale porterebbe ad un calo del fatturato del 18%.
SALTA LEGGE SUI NEGOZI CHIUSI DOMENICA: LE ALTERNATIVE
Ad oggi, lo ricordiamo, il disegno di legge fermo alla Commissione Attività Produttive in Parlamento prevede la chiusura dei negozi la domenica per 26 giorni l’anno (dei 12 festivi sono previste solo 4 deroghe su decisione delle regioni). Allo studio però, sempre secondo le fonti governative al Messaggero, vi sarebbe un’alternativa che potrebbe ridisegnare completamente la legge sui festivi: si potrebbe invece che insistere sulle chiusure dei negozi, spingere sull’aumento degli stipendi per chi lavora durante i festivi (anche se pure qui il “peso” per le aziende potrebbe essere letale lo stesso). «I relatori aspettano indicazioni ma lo stesso Salvini avrebbe chiesto in sostanza di rallentare l’iter. Di sicuro prima dell’estate non arriverà alcun via libera dell’Aula ed è convinzione comune tra i parlamentari che difficilmente la legge vedrà la luce. Anche perchè il calendario delle nuove regole dovrebbe partire per l’inizio del prossimo anno» spiegano i colleghi del Messaggero mentre il leghista Dara commenta all’Ansa «Quello della regolamentazione delle aperture domenicali nel commercio al dettaglio è una questione che ne sottintende un’altra ancor più importante: la libertà delle imprese di competere e crescere ma senza mai ledere dignità e diritti dei lavoratori e delle lavoratrici».