Il vero problema, nel dibattito sull’aborto, sta in fondo tutto nel modo con cui la legge viene interpretata. In Italia, almeno, la 194 riconosce sì la possibilità di abortire, ma mette l’accento sulle possibilità di salvaguardare le vite dei neonati, offrendo alternative ma anche chiedendo che il medico non sia un “fan” dell’aborto, ma anzi si prodighi a cercare alternative per la donna che voglia abortire. Così non è mai stato in larghissima parte, con buona pace di coloro che si scagliano contro presunte “maggioranze di medici obiettori” che impediscono l’interruzione di gravidanza. E’ vero altresì che i medici, quasi sempre, al primo possibile problema, dicano alle donne che l’unica strada è l’aborto. Successe ad amici di chi scrive, che scoperto che il figlio che doveva nascere era down, alla loro richiesta di continuare la gravidanza, si sentirono dire che non era il caso, che era una scelta pazza, che meglio l’aborto. E’ successo a Natalie Halson, inglese, 29 anni, che quando alla 22esima settimana le viene detto che la figlia è affetta da spina bifida, viene rimbalzata da ben dieci dottori i quali tutti le dicono di abortire. La spina bifida è una malformazione o difetto neonatale dovuto alla chiusura incompleta di una o più vertebre, risultante in una malformazione del midollo spinale. Il problema in moltissimi casi può essere risolto con un intervento chirurgico, la somministrazione di acido eolico in gravidanza inoltre ridurre la prevalenza del 60%. Tempestivi interventi di neurochirurgia, un costante controllo medico e una assistenza quotidiana salvano la vita a quasi tutti i bambini, che possono così condurre una vita serena.
COSA E’ LA SPINA BIFIDA
Negli altri casi comporta disabilità motorie e funzionali a carico dei diversi organi e apparati come la perdita della mobilità degli arti inferiori, la difficoltà nel controllo degli sfinteri e altre complicazioni neurologiche. Ma molto, negli ultimi anni, si può fare per migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto. Ma la risposta dei medici è sempre: aborto. Al quotidiano The Sun la donna inglese ha detto: “Era orribile pensare che volessero solo che mi liberassi di lei”, commenta con giusto sdegno. E’ il 12 dicembre 2018 e Natalie partorisce al Liverpool Woman’s con un cesareo d’emergenza a 38 settimane. Dice di no a tutti, voglio fare nascere mia figlia. Nasce Mirabelle: “ L’intervento correttivo alla spina è durato dodici ore ed è andato per il meglio; i medici hanno riferito a Natalie che tutti i nervi nella schiena della piccola Mirabelle si erano riattaccati, come una cerniera. Adesso segue riabilitazione specializzata: piscina due volte la settimana, stimolazioni alle gambe. “Sono così felice di aver rifiutato (di abortire), Mirabelle è davvero un miracolo” dice oggi Natalie. “Il Prof. Noia, intervenuto al Convegno Internazionale Yes to Life! promosso lo scorso maggio dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, denunciava una sorta di accidia intellettuale nell’atteggiamento rinunciatario dei medici che di fronte a malformazioni fetali premono perché la madre abortisca” scrive oggi il sito Aleteia, ed è questa la vera battaglia da combattere.