Nuova replica alle dichiarazioni di oggi del ministro Matteo Salvini, circa la necessità di tagliare le tasse, pena l’uscita della Lega dell’esecutivo. Il collega e vice presidente del consiglio, Luigi Di Maio, ha risposto a distanza al titolare del Viminale dicendogli: «Tagliare le tasse è come la pace nel mondo, tutti la vogliamo – le parole del vice-presidente del consiglio rilasciate al programma di Rai Radio Uno, “Un Giorno da Pecora”, condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari – il tema è che non bisogna tagliare le tasse sui giornali, bisogna tagliarle veramente. La Lega ha vinto le europee e credo che non possa continuare a dire ‘è colpa degli altri’, sembra sia all’opposizione è non al governo». Di Maio invita quindi il leader del Carroccio ad avere più coraggio e ad andare avanti, nonostante i tentativi dell’Unione Europea di ostacolare l’operato dell’esecutivo gialloverde: «L’Europa si mette di traverso, è una cosa che sappiamo – ha spiegato il capo politico del Movimento 5 Stelle – ma noi dobbiamo combattere, non arrenderci, e al primo ostacolo non è che puoi alzare bandiera bianca e dire ‘o mi trovate i 10 miliardi o ce ne andiamo. Qui ci vuole coraggio e bisogna portare avanti la battaglia di abbassare le tasse. L’abbattimento delle tasse richiede lavoro non interviste sui giornali». Quindi Di Maio conclude la sua intervista dicendo: «Io dico solo che è ingiusto dire ‘o abbassate le tasse o me ne vado io’. Qui dobbiamo lavorare in squadra». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI “TASSE GIÙ O LASCIO IL GOVERNO”
La crisi di governo forse non è mai stata così vicina come in queste ore. Dopo le parole di Matteo Salvini al Corriere della Sera: “Giù le tasse o lascio il governo”, sono fonti del MoVimento 5 Stelle a chiedere al leader della Lega chiarezza in un passaggio quanto mai delicato come quello della trattativa con la Commissione Europea per tentare di evitare la procedura d’infrazione. Come riportato dall’ANSA, fonti pentastellate hanno dichiarato:”La Lega e Matteo Salvini se la prendano con i banchieri e i burocrati di Bruxelles invece di minacciare sempre il governo. Tutti vogliamo tagliare le tasse. Lega non è all’opposizione, ma al governo come noi, quindi se servono 10 miliardi tracci la strada per trovarli invece di scaricare la colpa sugli altri. Salvini non può sempre dire è colpa degli altri. Così è troppo facile”. Poi l’affondo finale:”Se si cerca una scusa per far saltare tutto e riportare in Italia un governo tecnico la Lega lo dica chiaramente agli italiani”. (agg. di Dario D’Angelo)
CONTE:”SU FLAT TAX IO PIU’ AMBIZIOSO DI SALVINI”
Matteo Salvini lancia l’avvertimento al Movimento 5 Stelle ed a Giovanni Tria: «O si fa la flat tax o addio al Governo». Sull’abbassamento delle tasse è intervenuto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue, replicando al ministro dell’Interno: «Sulla flat tax io sono molto ambizioso, forse il più ambizioso di tutti: non mi accontento di abbassare un’aliquota, io voglio realizzare un patto fiscale tra fisco e italiani». Prosegue il giurista grillino: «Ho sempre detto che occorre una riforma forte, complessiva, avanzata del sistema fiscale: non mi accontento di intervenire sull’abbassamento di un aliquota, voglio realizzare un patto tra fisco e italiani, un patto fiscale sulla base di una formula: paghiamo meno ma paghiamo tutti». E Conte rilancia: «Il mio pensiero è forse più avanzato rispetto a quello di Salvini». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVINI: “O FLAT TAX O LASCIO GOVERNO”
Matteo Salvini fissa il “prezzo” per il Governo: 10 miliardi per la riforma sulle tasse, o così oppure le Elezioni anticipate potrebbero divenire realtà già nel prossimi autunno (o nei primi mesi del 2020). Secondo un retroscena pubblicato dal Corriere della Sera il virgolettato del Ministro dell’Interno sarebbe quello che vedete nel titolo: «Dal viaggio negli Stati Uniti ho portato una convinzione fortissima: all’Italia serve una riforma fiscale coraggiosa. E quindi, il mio dovere è farla. Se non me la dovessero far fare, io saluto e me ne vado». O la Flat Tax o la morte, verrebbe da dire, e non è così lontano dal (presunto) pensiero di Salvini in merito alle resistenze viste nel suo governo dal M5s ma soprattutto dall’ala Conte-Tria: il Premier e il Mef insistono nel non voler dare uno “choc” in questo momento all’Europa per evitare così la procedura d’infrazione che potrebbe mettere a serio rischio la nostra economia nei prossimi anni. Ma Lega e M5s non intendono abbandonare né le proprie misure “bandiera” né vogliono intestarsi una manovra che potrebbe richiedere “lacrime e sangue” ai cittadini italiani e dunque al loro elettorato.
LA MOSSA DI SALVINI CONTRO IL M5S (E TRIA)
«Sono le politiche economiche di Donald Trump. Noi abbiamo bisogno di un approccio del genere» spiega Salvini in un retroscena-sfogo raccolto da Cremonesi sul Corriere della Sera: il leader della Lega vuole evitare la procedura d’infrazione come tutti, ma i 2 miliardi annunciati come “risparmio” nella Lettera Ue inviata ieri alla Commissione Ue da Conte e Tria sono un ultimo passaggio necessario ma da superare al più presto. «Per il 2019, se è vero come è vero che lo Stato spende di meno ed incassa di più, possiamo utilizzare quella cifra per abbattere il debito, e va bene… Basta gabbie sugli anni futuri, basta con lo strozzare la crescita possibile», attacca ancora Salvini che fissa così il prezzo non meno di 10 miliardi. «Il problema è che non esiste un taglio delle tasse serio che possa richiedere meno di dieci miliardi. Ma poi, i liberali non vogliono il taglio delle tasse? Ma con il taglio delle tasse si rianima l’economia e i soldi ritornano. Ma poi, ha visto i dati Istat? Io ringrazio Blangiardo, il presidente dell’Istat, che giusto oggi rende chiaro quello che noi diciamo da un pezzo: la recessione è quella demografica, il blocco delle nascite è un dramma». Ora la palla passa al M5s che dovrà rispondere alla “mossa” di Salvini e soprattutto al Ministro dell’Economia Giovanni Tria che solo due giorni fa ripeteva che la Flat Tax va fatta ed è necessaria, ma deve essere graduale per rispettare i vincoli europei sul bilancio. Il leghista però si dice non proprio d’accordo: «taglieremo le tasse a lavoratori e famiglie a prescindere dal parere di qualche burocrate. Il futuro, dei nostri figli e dell’Italia, viene prima dei vincoli decisi chissà dove».