Piero Angela è un po’ il padrino di Ogni cosa è illuminata. Così come è il padrino di ogni trasmissione che, con leggerezza e senza troppe pretese, si propone di divulgare, di “fare scuola”. Certo, quella di Camila Raznovich è una scienza molto umana e poco astrusa, a differenza di alcune, che a tratti rasenta la sociologia. L’obiettivo è incuriosire, far capire e riflettere con storie, ospiti e documentari. Ogni puntata ha il proprio tema; quello di stasera è il futuro: cosa ci riserva il domani? Di sicuro, prossimamente, una nuova edizione di Superquark. Questa è una costante, una sicurezza, che ogni estate torna puntuale in prima serata su Rai 1. In occasione dell'”evento” (ma lo è davvero? Ci siamo abituati), Angela ha rilasciato una nuova intervista a Tv Sorrisi e Canzoni. Nell’ultimo numero, in edicola da martedì 18 giugno, il conduttore parla a lungo del suo programma. Superquark è giunto alla 24esima edizione, ma con Quark si sale addirittura a 38.
Piero Angela: “Superquark mi ha fatto soffrire”
Insomma, Piero Angela è un conduttore da record. Il numero che stupisce, a parte quello delle edizioni, è l’età; la sua età. Angela ha ben 90 anni, buona parte dei quali trascorsa davanti alle telecamere. Nonostante sia un veterano, ammette di avere ancora qualche remora per quanto riguarda l’uso del mezzo: “Un episodio mi ha fatto soffrire molto. Avevamo mandato in onda un servizio su una malattia infantile. Nel parlarne, un esperto diceva che chi ne è affetto non raggiunge l’età adulta. Qualche giorno dopo è arrivata la lettera di un papà che scriveva: ‘Il mio bambino ha scoperto che non supererà i 15 anni guardando il suo programma’. Da allora metto ancora più attenzione nel non ferire la sensibilità di nessuno”. Un aneddoto che non aveva mai raccontato, e di cui certamente non va molto fiero. Del passato rimpiange proprio questo, cioè la maggior delicatezza con cui veniva dosato il quarto potere.
Piero Angela, l’immortale
Per Piero Angela, Superquark è un programma evergreen: “Le scoperte scientifiche non finiscono mai e quindi c’è sempre qualcosa di inedito da raccontare”. Magari lo lascerà in eredità a suo figlio Alberto, che come è noto ha seguito le sue orme. Ma per il momento lui resta dove sta. Finché c’è lo stupore… “Cosa può stupirmi? Molte cose. Lo sviluppo dell’elettronica e dell’informatica, per esempio. Quando cominciai si pensava che alla gente normale non servisse il computer”. Angela confida molto in questo tipo di progresso, ma non ama i visionari: “Penso che ci sia molta fantasia apocalittica in giro e che le macchine non si ribelleranno mai”. Al secondo posto, tra i suoi personali interessi, c’è senza dubbio l’ecologia: “Una volta nessuno pensava ai rischi ambientali”, spiega, appoggiando implicitamente le ultime campagne promosse sulla scia di Greta Thunberg.