Sono passati 10 anni dalla morte di Michael Jackson che rivivrà stasera tramite le immagini del documentario Killing Michael Jackson su Canale Nove. I complottisti però ormai da anni sostengono che l’artista americano in realtà non sia morto. La teoria è stata rilanciata nel 2016 dopo un post su Instagram della figlia Paris, dove alcuni sembravano vedere il re del pop seduto nei sedili posteriori della sua auto. Un fotomontaggio che non ha trovato riscontro e al dire il vero ha innervosito la ragazza che ha perso la pazienza. C’era poi la storia del famoso video che girava in rete con l’uomo che scendeva in un garage da una macchina di lusso. Come fu per Elvis e per altri artisti internazionali anche Jackson è entrato nella leggenda con la voglia di aggrapparsi alla possibilità di pensare che sia ancora vivo. Questo perché ovviamente sarebbe più facile che accettare la dura realtà che non lo sentiremo mai più cantare. (agg. di Matteo Fantozzi)
La sorella Janet: “Continuerà a vivere ancora”
10 lunghi anni senza Michael Jackson. Il 25 giugno 2019 ricorre l’anniversario della morte dell’unico ed indimenticabile Re del Pop scomparso dieci anni fa nella residenza privata di Neverland, la proprietà privata di 2.700 ettari ubicata nella contea di Santa Barbara, in California a Los Angeles. A soli 51 anni il re del Pop ci ha lasciati a causa di un attacco cardiaco causato da un’intossicazione di un potente anestetico; da quel giorno però la sua voce, la sua musica e il suo mito continuano a vivere. A ricordarlo in queste ore anche la sorella Janet Jackson che, durante un’intervista rilasciata al Sunday Times Magazine, ha voluto tracciare un bilancio di quanto successo in questi dieci anni senza il fratello. Nonostante siano trascorsi dieci anni dalla sua morte, il ricordo di Michael è vivo in tutto il mondo, nonostante negli ultimi tempi si sia cercato di oscurare il suo genio tornando ancora una volta a parlare di storie di abusi e pedofilia. “Continuerà a vivere ancora. Mi piace quando vedo i bambini imitarlo e quando realizzo che gli adulti ascoltano ancora la sua musica. Mi fa capire che la mia famiglia ha avuto sul mondo un certo impatto” ha detto la sorella Janet a conferma che Michael è e resterà per sempre immortale. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
10 anni senza Michael Jackson
Michael Jackson è morto il 25 giugno 2009. A 10 anni dalla scomparsa del re del pop, avvenuta a soli 50 anni a causa di un infarto, nel Regno Unito andrà in onda un nuovo documentario dedicato ai suoi ultimi istanti di vita. Il titolo è Killing Michael Jackson, e – stando alle prime anticipazioni – contiene dettagli inediti sulla scena del crimine e lo stato del corpo all’arrivo dei soccorsi. Importanti i contributi e le interviste esclusive a Orlando Martinez, Dan Myers e Scott Smith, i tre detective della polizia di Los Angeles che accorsero a Neverland dopo l’allarme. Quando entrarono in casa, e in particolare nella camera da letto, gli si parò davanti una scena a dir poco raccapricciante. La stanza era piena di medicinali e articoli sanitari: “C’era un computer sul suo letto, una bambola molto realistica e anche una specie di pubblicità con foto di bambini”, si legge sul Sun che riporta in parte le dichiarazioni. In quel posto regnava il caos: “C’erano anche dei post-it, o pezzi di carta attaccati in tutta la stanza e specchi e porte con piccoli slogan o frasi. Non so se fossero testi o pensieri, alcuni di loro sembravano poesie”.
Michael Jackson: il ritrovamento del cadavere
L’infarto che ha colto Michael Jackson è stato causato da un’overdose dell’anestetico propofol, somministratogli dal suo medico curante per alleviare l’insonnia. Il dottore è stato poi condannato per omicidio colposo. “La stanza in cui veniva trattato non sembrava una stanza adatta a nessun tipo di trattamento medico”, ha dichiarato uno degli investigatori. Murray ha già scontato due anni di carcere per avergli iniettato un farmaco sbagliato e averlo ridotto privo di sensi e con il polso debolissimo. “Abbiamo trovato un mucchio di altre medicine che erano state usate, come il propofol. Abbiamo trovato tutti i rifiuti, tutta la spazzatura. Tutto tranne gli aghi, le bottiglie vuote e le cose che, quando siamo entrati nella stanza, avrebbero dovuto essere lì”, continuano gli inquirenti.
La morte di Michael Jackson
La valigetta con i farmaci era stata nascosta. Per questo motivo, i sospetti si sono subito orientati verso il medico. “Abbiamo capito che durante gli ultimi momenti di vita di Jackson, il dottor Murray aveva smesso di dargli il Cpr o aveva aspettato prima di dargli Cpr e poi ripulito tutto”. Jackson soffriva di insonnia cronica da anni. Dopo l’assunzione di alcuni sedativi, venne messo sotto anestesia da Conrad Murray, ingaggiato dalla Aeg Live perché si occupasse del cantante durante il suo tour. La crisi respiratoria che seguì gli fu fatale: inutili i tentativi di rianimazione da parte del medico, costretto infine a portarlo in ospedale. Jackson vi arrivò già in coma. Dopo 42 minuti, venne dichiarato morto a causa di un’intossicazione acuta.