La tensione tra Usa e Iran non accenna a smorzarsi dopo la notizia del drone americano abbattuto in territorio iraniano e della successiva ondata di cyber attacchi messi in atto contro Teheran per il controllo del sistema che gestisce i lanciamissili. Oggi però, è giunta la replica dell’Iran: “I media fanno domande sulla veridicità del presunto cyber-attacco contro l’Iran. Nessun attacco è stato condotto con successo da parte loro, anche se stanno facendo molti sforzi”, ha fatto sapere tramite il social Twitter il ministro iraniano delle Telecomunicazioni, Mohammad Javad Azari Jahromi. Quindi lo stesso ha rivelato che lo scorso anno avrebbero sventato non uno bensì “33 milioni di attacchi con lo scudo Dejpha, stiamo affrontando il cyber terrorismo e l’unilateralismo come le sanzioni”, ha aggiunto. Proprio le sanzioni in arrivo insieme ai presunti cyber attacchi non frenano l’escalation sul piano militare. Alle parole minacciose di ieri di Trump, Teheran ha replicato: “L’Iran è in grado di abbattere altri droni spia americani, come ha già fatto la scorsa settimana”. Queste le parole del contrammiraglio Hossein Khanzadi, comandante della Marina iraniana che ha aggiunto: “L’Iran può sempre dare una risposta devastante e il nemico lo sa”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“NON VOGLIAMO GUERRA MA…”
Iran in silenzio dopo il cyber attacco degli Stati Uniti in risposta all’abbattimento di un drone di sorveglianza da parte dell’esercito iraniano. Oggi è stato lanciato un avvertimento contro «comportamenti sbagliati», ma non c’è stata menzione dell’attacco in questione. Il generale Gholam Ali Rashid, secondo quanto riportato da Usa Today, in un discorso ai comandanti della Guardia della Rivoluzione Islamica ha dichiarato: «Non vogliamo la guerra, ma difenderemo con forza gli interessi della nostra nazione contro ogni tipo di minaccia e aggressione». Attraverso l’attacco informatico sono stati disabilitati i sistemi della Guardia Rivoluzionaria che controllano lanci di razzi e missili, riportano diversi funzionari dell’Associated Press. E ne hanno parlato in forma anonima visto che non sono autorizzati a parlare pubblicamente di quanto accaduto. Anche il Pentagono comunque ha rifiutato di commentare pubblicamente il cyber attacco. (agg. di Silvana Palazzo)
BOLTON “LA NOSTRA NON È DEBOLEZZA”
Il cyber attacco sferrato dagli Usa contro l’Iran è la prima grave conseguenza dell’abbattimento del drone americano in territorio iraniano. Sebbene non vi sia stato un attacco militare armato, non si può certo pensare che non vi siano comunque venti di guerra tra i due Paesi. E tra le altre conseguenze, visibili già da domani, anche l’inasprimento ulteriore delle sanzioni da parte degli Usa e che stanno già strozzando l’economia di Teheran. Secondo alcune fonti, inoltre, Washington avrebbe messo a punto una serie di attacchi contro il controllo del sistema missilistico iraniano e contro un gruppo di intelligence considerati dagli americani responsabili di un attacco avvenuto la scorsa settimana e sempre smentito dall’Iran. Oggi, l’Iran ha fatto esplodere tutta sua ira direttamente in Parlamento dove si è sollevato il coro dei deputati “Morte all’America”, considerata la vera terrorista e l’artefice di causare nel mondo il caos e l’insicurezza. La tensione, dunque, resta alle stelle con equilibri molto delicati. Intanto, come spiega TgLa7 il consigliere Bolton si è recato oggi a Gerusalemme per incontrare il primo ministro ed ha commentato: “non confondete la prudenza con la debolezza”, senza perdere l’occasione per minacciare in conferenza proprio Teheran. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ROHANI “AZIONI LEGALI CONTRO TRUMP”
«Valutiamo immediate azioni legali contro gli Usa dopo il cyber attacco», è la pronta replica rilanciata dal Premier dell’Iran Hassan Rohani dopo quanto avvenuto negli scorsi giorni, secondo quanto rivelato dal New York Times (e non ancora smentito dal Presidente Trump, ndr). Nel frattempo il generale iraniano Gholamali Rashid, citato dall’Associated Press (che a sua volta cita la agenzia iraniana Fars, ndr) avverte gli Stati Uniti e l’intero occidente: «qualsiasi conflitto con Teheran avrebbe conseguenze incontrollabili in tutta la regione e metterebbe in pericolo la vita delle forze degli Stati Uniti». Dopo le petroliere e l’abbattimento del drone Usa, comunque se la guerra fosse cominciata dall’Iran vi sarebbero conseguenze incalcolabili e tutte «responsabilità della politica interventista Usa» attacca ancora il generale. Da ultimo, il vicepresidente del Parlamento di Teheran, Masoud Pezeshkin, ha fatto sapere stamattina assieme a diversi altri parlamentari in aula come per l’Iran vale solo la «morte dell’America. Propongono negoziati poi però forniscono armi ai terroristi».
DISABILITATI SISTEMI INFORMATICI DI CONTROLLO MISSILI
La guerra tra Usa e Iran ormai, si starebbe spostando sul piano informatico dopo l’ondata di cyber attacchi lanciati dagli Stati Uniti lo scorso giovedì contro la Repubblica Islamica di Teheran. Come inizialmente detto, infatti, l’attacco Usa non è arrivato con dei raid aerei ma come una cyber offensiva contro un gruppo di intelligence iraniano che i servizi segreti americani ritengono possa essere dietro l’attacco alle petroliere nel Golfo dell’Oman. Stando però a quanto riferisce Il Fatto Quotidiano citando i media internazionali, il cyber attacco avrebbe disabilitato i sistemi informatici di controllo dei lanciamissili iraniani. Stando a quanto reso noto dagli esperti, appare complicato stabilire al momento l’entità dei danni che gli hacker avrebbero generato nei confronti del sistema missilistico degli ayatollah. La tensione Usa-Iran è ormai alle stelle: dopo le parole di Trump, la replica del Parlamento iraniano non si è fatta attendere. Oggi i i deputati hanno intonato lo slogan “Morte all’America”. Il vicepresidente del Parlamento, Masoud Pezeshkian ha commentato: “L’America è il vero terrorista che diffonde il caos, fornisce armi avanzate ai gruppi terroristici e ancora dice ‘venite, negoziamo’”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CYBER ATTACCO USA CONTRO L’IRAN
I venti di guerra tra Usa e Iran non solo vengono “confermati” ma sono assai più vicini di quanto si potesse sperare dopo la sospensione-revoca degli attacchi aerei di Trump alla Repubblica Islamica di Teheran negli scorsi giorni: in primis, lo ha confermato lo stesso presidente Usa che il piano di attacco all’Iran è stato solo sospeso e per nulla revocato come ha riportato la stampa mondiale dopo la notte di “semi-follia” tra giovedì e venerdì. In secondo luogo, nelle ultime ore gli Stati Uniti hanno lanciato un fitto cyber attacco contro un gruppo di 007 dell’Iran che secondo la Cia sarebbe dietro l’attentato alle petroliere nel Golfo dell’Oman di qualche giorno fa. Secondo il New York Times, che già è sotto accusa da parte della Casa Bianca per aver rivelato “fake news” in merito alla presunta guerra tra Iran e Usa, l’operazione dello Us Cyber Command è avvenuta (e starebbe continuando) lo stesso giorno in cui il presidente Trump ha fermato i raid aerei contro stazioni radar e batterie missilistiche in Iran.
GUERRA USA-IRAN: TRUMP, “HO SOLO SOSPESO L’ATTACCO”
Sono 3 i funzionari Usa anonimi che hanno poi spiegato all’Associated Press che l’operazione di cyber attacco ha di fatto reso inagibili gli apparati informatici dell’Iran di controllo dei sistemi missilistici. Dopo lo stop alla guerra “convenzionale” per motivi ancora oscuri, Trump – sempre secondo i funzionari americani – avrebbe dato il via personalmente al cyberattacco per lanciare un’offensiva alternativa ai missili terra-aria. Petrolio, nucleare, economia, geopolitica e ora anche cyberguerra: lo scontro acceso su tutti i fronti tra Usa e Iran (e di riflesso, anche tra Arabia Saudita da un lato, Siria, Iraq e Russia dall’altro) preoccupa il mondo. Trump dal conto suo ha aggiunto poche ore fa di non aver mai revocato l’attacco all’Iran, ma di averlo soltanto “sospeso” in attesa di capire come agire nel miglior interesse americano: al momento la guerra militare resta «un’opzione sul tavolo» anche se il Presidente Usa conferma di non volerla come prima scelta. «Ho sospeso l’attacco perché ci sarebbero state 150 vittime. Se ci fosse però la guerra con Teheran ci sarà una distruzione come non l’avete mai vista prima», twitta Trump non prima di aggiungere la sua richiesta senza pre-condizioni «Non puoi avere armi nucleari. E se vuoi parlarne, bene. Altrimenti, puoi vivere in un’economia a pezzi per tanto tempo a venire». Nel frattempo, nelle piazze di Teheran diversi parlamentari si sono riuniti questa mattina per manifestazioni con canti e slogan del tipo “morte all’America”. Il vento di guerra soffia più forte che mai..