Quello di Alessandro Mario è un racconto di amore e amicizia, di paura e sollievo. Quasi fossero gli ingredienti di un film, la trama perfetta di una rappresentazione teatrale, una delle tante a cui ha preso parte nella sua carriera d’attore. Ma quando tua mamma nel giro di pochi giorni rischia la vita e poi se la riprende, quando devi dire grazie ad un medico per averti restituito la donna per te più importante, allora non c’è corazza che tenga, esperienza che conti: la paura prende il sopravvento. L’attore, famoso per le sue interpretazioni in “Amore” del Commissario Montalbano oltre che in serie come “Il Bello delle Donne”, “CentoVetrine”, “Incantesimo” e “Sacrifico d’amore”, si è visto smarrito.
Alessandro, ci racconti com’è andata.
“Mia madre stava svolgendo degli esami medici e in maniera impensabile sono emersi alcuni problemi cardiaci: una diagnosi di stenosi coronarica dell’85%. Da qui il ricovero presso la clinica Maria Eleonora di Palermo e l’incontro con il cardiochirurgo Emerico Ballo. Lui è stato chiaro: mi ha detto subito che rischiava la vita. Ha deciso per un intervento a cuore aperto molto invasivo: l’applicazione di due bypass. La scelta meno drastica, quella dell’angioplastica, non era neanche contemplabile vista la gravità della situazione di mia mamma”.
Com’è andato l’intervento?
“Per fortuna tutto è andato per il meglio. Mia mamma ora sta benissimo, sembra ringiovanita. Il sangue ha ripreso a scorrere copioso verso il cuore, la sua posizione è più eretta di prima, il colore del viso è roseo e la pelle delle mani sembra ringiovanita. In più, oltre a riavere mia mamma, io ho trovato un amico”.
Di chi parla?
“Del cardiochirurgo che le ha salvato la vita, il dottor Emerico Ballo. Solo io so gli stati d’ansia che ho vissuto. Lui mi ha confortato, mi è stato vicino con professionalità comunicandomi la fiducia che tutto sarebbe andato per il meglio”.
Ha avuto paura?
“Ricordo il sorriso coraggioso di mia madre quando è salita sul lettino per dirigersi in sala operatoria, e poi l’altro sorriso, di gioia, quando ha visto me e mio fratello in terapia intensiva, il giorno dopo l’intervento a cuore aperto”.
Cosa le ha insegnato questa vicenda?
“Che mia madre, Lina Lipari, è una donna molto più forte di quanto io abbia mai immaginato”.
E che in corsia possono nascere amicizie vere e profonde.
“Già, proprio così…”
(Dario D’Angelo)