Ancora tangenti e ancora arresti in Lombardia, questa volta nella città di Como: in un filone che non c’entra nulla con la presunta “tangentopoli” in Lombardia, va detto, la mattinata di oggi ha visto una nuova operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di Roberto Leoni, ex direttore provinciale della Agenzia delle Entrate di Como (attualmente direttore della sede di Varese, ndr) e di Stefano Lo Verde, un funzionario sempre della Agenzia che agiva a Como e ora si trovava capo area dell’ufficio legale dell’Agenzia Entrate di Pavia. Il nucleo economico della Guardia di Finanza ha emesso l’arresto dopo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Como contro Leoni, Lo Verde e anche un terzo uomo fermato nella notte mentre rientrava dall’estero, l’imprenditore tessile comasco Andrea Butti (responsabile della Tintoria Butti srl), fa sapere La Provincia di Como.
CORRUZIONE A COMO, LE ACCUSE E LE INCHIESTE
In parallelo, le fiamme gialle hanno eseguito diverse perquisizioni in altre ditte tessili dell’intera provincia di Como visto che l’accusa lanciata dalla Procura sarebbe quella di possibili favori e scontri sugli accertamenti fiscali a fronte di tangenti verso l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate e altri responsabili dell’area fiscale dell’Agenzia locale. Secondo quanto riportato ancora dagli inquirenti, la Guardia di Finanza nel corso dell’indagine coordinata dal pubblico ministero Pasquale Addesso, avrebbe anche ripreso in diretta video il passaggio di una mazzetta da 2mila euro, consegnata da Stefano Pennestrì – uno dei due capi dello Studio omonimo di commercialisti accusato assieme al padre Antonio di corruzione e concorso in rivelazione di segreti di ufficio – al capo dell’ufficio legale dell’Agenzia «per essersi prodigato a far vincere una controversia davanti ai giudici della commissione tributaria all’imprenditore Butti». Informazioni in anticipo sui contribuenti da verificare, dettagli su possibili sconti fiscali e quant’altro: «I due pubblici ufficiali (Leoni e Lo Verde, ndr) si sarebbero anche impegnati per far ottenere indebite riduzioni del debito erariale dovuto a titolo di imposte, sanzioni e interessi dai contribuenti da varie aziende e studi professionali», riporta l’Ansa. L’indagine è cominciata per la segnalazione di due funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Como e nel mirino sarebbe finito anche un altro possibile reato: i due professionisti commercialisti utilizzavano le informazioni comunicando a un imprenditore l’imminente avvio di una verifica fiscale.