Lucignano, uno dei più piccoli borghi dell’entroterra toscano e che però non solo per il suo impianto tutto particolare e rimasto sostanzialmente intatto sin dal Medioevo ma anche per via dello splendido scenario naturale in cui è immerso, rappresenta una vera e propria perla in quel della Val di Chiana, il solco vallivo lungo quasi 100 chilometri e compreso tra le province di Arezzo e Siena. E proprio la sua collocazione strategica ha reso in passato il paesino toscano un centro importante e, nonostante le ridotte dimensioni, anche lo stesso borgo è stato oggetto di lavori che oggi lo rendono un esempio davvero unico dal punto di vista urbanistico con i suoi vicoli e stradine che dall’alto danno origine a una serie di cerchi concentrici che emanano dal centro fino alle mura che da secoli proteggono l’abitato. Andiamo alla scoperta di Lucignano e dei sui segreti, oltre che della cosiddetta Maggiolata, vale a dire uno dei principali eventi del folklore locale e che si tiene a ridosso dell’estate.
LA STORIA DEL BORGO DI LUCIGNANO
La storia di Lucignano, un borgo di poco più di 3500 abitanti in provincia di Arezzo e adagiato su un colle nel cuore della Val di Chiana, affonda la sue radici in età etrusca prima di diventare un possedimento romano (diventando un “castrum”, ovvero un accampamento con una unità stabile dell’esercito imperiale e ribattezzato Luciniarum in onore del console Lucio Licinio Lucullo): ma è nell’Alto Medioevo che, diventato libero Comune, Lucignano fu conteso tra le grandi città toscane e umbre per via della sua posizione strategica. Quando passò sotto il dominio di Firenze (a metà del XV secolo), come tutte le città medicee fu dotato di una fortezza e conobbe un periodo di fioritura e venne completato lo sviluppo urbanistico iniziato durante il periodo “senese” (quando furono edificate le mura) e che è rimasto sostanzialmente immutato nel suo aspetto medievale fino ai giorni nostri. Come detto di notevole interesse è il suo impianto ellittico con le abitazioni disposte lungo cerchi concentrici e che dall’alto sembra quasi un labirinto in miniatura con le viuzze interne e i vicoletti che tendono tutti verso il centro del paesino; per quanto riguarda invece la succitata cinta muraria, rappresenta il confine del centro storico e ha due porte di ingresso, quella di San Giusto e quella di San Giovanni mentre una terza, la Porta Murata, fu chiusa in seguito e solo di recente è stata aperta a beneficio dei visitatori.
LE MURA CITTADINE, LA FORTEZZA MEDICEA E LA “MAGGIOLATA”
Ma quali sono i principali luoghi di interesse e la proposta turistica di Lucignano e dei suoi dintorni? Innanzitutto meritano sicuramente una visita la Piazza del Tribunale, il Museo Comunale, la Chiesa di San Biagio di cui oggi resta però la torre campanaria e poi anche quella gotica dedicata a San Francesco e che è di gran pregio soprattutto per le opere -segnatamente degli affreschi- custodite al suo interno e, al di fuori delle mura cittadine, un santuario (ovvero quello di Santa Maria della Querce) che alcuni attribuiscono a livello progettuale nientemeno che a Giorgio Vasari e anche ciò che resta della originaria Fortezza Medicea, peraltro rimasta poi incompiuta. Ma Lucignano è nota anche per il contesto ambientale in cui è inserito, con campagne a perdita d’occhio e i cui colori sembrano essere stati scelti dalla tavolozza di uno dei tanti pittori che si trovano esposti nel Museo locale. Inoltre nel borgo si tiene tra la fine di maggio e l’inizio di giugno la “Maggiolata” di cui quest’anno si è celebrata la 82esima edizione, una festa antica e tipica di primavera in cui per il centro sfilato carri allegorici ricolmi di fiori e che ha il suo climax nella sfida tra quelli che sono i quattro rioni del paese a colpi di… carri: le vere e proprie opere realizzate dai rioni di Porta Murata, Porta San Giusto, Porta San Giovanni e Via dell’Amore sfilano per Lucignano le ultime due domeniche di maggio (da cui la “Maggiolata”) e al vincitore viene attribuito il Grifo d’Oro mentre intanto i carri vengono spogliati degli stessi fiori che i rappresentanti delle contrade si lanciano vicendevolmente.