Il caso sulla famiglia rom di Casal Bruciato rischia seriamente di riaprirsi: ad inizio maggio la rivolta urbana scattò nella periferia di Roma dopo che una casa popolare venne assegnata ad una famiglia rom con padre, madre e 12 figli alle spalle. Associazioni di cittadini, movimenti di destra e centri sociali di sinistra si scontrarono in piazza e davanti il condominio di Casal Bruciato per il “caso-rom”, con la sindaca Virginia Raggi che li difese a spada tratta andandoli anche a trovare e con addirittura Papa Francesco che li ospitò in una breve udienza privata in Vaticano. Ebbene, oggi quel Imer Omerovic rispunta nelle cronache urbane per un motivo molto semplice: secondo un approfondito reportage de Il Giornale allo stato attuale per quel membro della famiglia di origini rom risultano intestate ben 27 automobili. La partita iva della sua ditta individuale è regolare e collegata al commercio all’ingrosso di autovetture con tanto di vendita al dettaglio dei vari pezzi utili: ecco, il problema è legato alla sede legale che risulta a Roma in Via Pontina 601 dove ad oggi non risulta nulla se non un ex campo nomadi abbandonati nella zona di Tor di Cenci.
LA FAMIGLIA ROM DI CASAL BRUCIATO FORSE NON ERA COSÌ POVERA..
Ad oggi non risulta chiaro dove siano conservate tutte quelle automobili e se vi siano degli elementi poco leciti nei vari atti di vendita e scarico, ma il punto rimane un altro: come giustamente solleva il reportage di Ferrara sul Giornale, è quantomeno legittimo chiedersi come faccia un proprietario, pur regolare, di 27 automobili ricevere l’alloggio di una casa popolare. Contattata dai colleghi la presidente M5s del Municipio IV (che assieme alla Raggi si spese per difendere l’assegnazione dell’alloggio alla famiglia Omerovic) Roberta Della Casa spiega «Mentre per ottenere il reddito di cittadinanza vengono fatte verifiche patrimoniali approfondite, per la domanda di assegnazione di una casa popolare i controlli sono più stringati ed è necessario solo l’Isee e la documentazione relativa allo stato di famiglia, stiamo cercando di rivedere il meccanismo per dare maggiori risposte. Rispetto alle macchine intestate va verificato di cosa stiamo parlando, non mi pronuncerei, prendo per buona la sua versione e sarà mi premura approfondire la cosa con la Polizia Locale». 27 auto di ogni tipo, da utilitarie a fiammanti Bmw Serie 3, Mercedes e così via: pare che quasi tutte queste auto intestate siano all’estero ma risultano ancora legate allo stesso proprietario, il signor Omerovic. Anche fosse tutto regolare l’attività del signore in questione – ma ora scatteranno i controlli – il problema resta sull’assegnazione della casa popolare e su quanto affermato dallo stesso Imer nei giorni caldi delle polemiche a Casal Bruciato «ho sempre lavorato, ho una regolare partita Iva e vendo macchine su Internet».