Si può andare in pensione 5 anni prima. A spiegare come ciò è possibile è il Decreto crescita diventato legge il 27 giugno. L’obiettivo di questa importante novità è evidente: incentivare il turnover nelle grandi aziende. Le realtà con oltre mille dipendenti e con riorganizzazioni in atto sono quelle toccate dal nuovo provvedimento. Così potranno licenziare i lavoratori più anziani offrendo in cambio uno “scivolo” di cinque anni, mentre la precedente versione della norma ne prevedeva uno di sette anni. Ma come si può andare in pensione 5 anni prima? Hanno accesso allo scivolo quei lavoratori che si trovano a non più di 60 mesi (5 anni) dal maturare il diritto alla pensione di vecchiaia e abbiano maturato già il requisito minimo contributivo. In tal caso l’indennità sarà commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato al termine del rapporto di lavoro. Chi paga questo “scivolo”? È l’azienda a farsene carico, ma potrà essere concesso anche ricorrendo ai fondi di solidarietà bilaterali senza dover modificare gli statuti.
DECRETO CRESCITA, COME ANDARE IN PENSIONE 5 ANNI PRIMA
Questo “scivolo” che permette di andare in pensione 5 anni prima rientra, come riportato dal Corriere della Sera, nel nuovo contratto di espansione che sostituirà quello di solidarietà espansiva e che riguardano le grandi imprese con un organico superiore a mille unità e che intendono avviare processi di rinnovamento dal punto di vista tecnologico, oltre che di reindustrializzazione e riorganizzazione. La misura comunque verrà introdotta in modo sperimentale per quest’anno e il 2020. Ma è prevista anche la possibilità di ridurre l’orario per gli altri dipendenti, così da assumere nuovi lavoratori. Questa è una soluzione pensata per quei lavoratori sprovvisti dei requisiti per accedere al pensionamento anticipato. La nuova norma contenuta nel Decreto crescita introduce infatti questa possibilità, quella di ridurre il proprio orario di lavoro, con la riduzione dello stipendio, ma beneficiando allo stesso temo di un’integrazione salariale che è erogata dall’Inps.