Una lunga intervista a Gol mette di nuovo “in campo” Pep Guardiola dopo che per giorni, quasi un mese, si è parlato di lui come ormai imminente allenatore della Juventus: alla fine l’ex n.4 del Barcellona ha deciso di rimanere al Manchester City, dando conferma di quanto aveva già detto i primi giorni post-cacciata di Max Allegri «rimango con i Citizens, niente mi farà cambiare idea». Il plurivincente tecnico catalano è tornato a parlare del suo futuro avanzando un lato del suo “carattere” finora tenuto nascosto o in chiaroscuro: «Darei tutto per vincerla, ma ci sono partite molto difficili, sono decisivi gli episodi. Se sbagli qualcosa, sei fuori. In un campionato, invece, è diverso. Perché puoi subito preparare la partita dopo. Poi, certo ho invidiato Liverpool e Tottenham. Mi sarebbe piaciuto essere lì al posto loro, ma entrambe si sono meritate la finale», spiega Guardiola parlando di quella Champions vinta due volte con il Barcellona ma rimasta solo sogno con Bayern e finora col City.
GUARDIOLA “ECCO DOVE MI PIACEREBBE ALLENARE”
Ecco però il passaggio “importante” dell’intervista, quello in cui più che Pep Guardiola ci sembra sentir parlare al posto suo l’arcinemico José Mourinho: «Nello sport, in ogni sport, quando non possono competere con te provano a screditarti. Caratterialmente ho bisogno di nemici, di persone che mi odino perché il calcio è cercare di migliorare se stessi e penso che sia lo stesso anche per i giocatori». A chi ha buona memoria si ricorderà bene che Pep utilizzò proprio quello stesso concetto il giorno dell’addio al Bayern («vado in cerca di nuovi nemici») e sempre nell’intervista a Gol addirittura Guardiola tende la mano e riempie di elogi proprio quel Mou per così tanti anni avversario in Champions League «In Spagna il primo che mi ha sorpreso con il contropiede è stato José Mourinho, aveva Di Maria, Bale, Benzema..». Ma i tifosi della Juventus giunti fin qui nell’articolo si chiederanno, “ci sarà lo spazio un giorno per lui alla guida dei bianconeri?”: ecco, sul futuro Guardiola non ha detto molto ma ha fatto intuire che forse Torino non sia proprio in cima alla sua lista di desideri «Quando ero in Baviera, avevo la Premier in testa. Ora non so sinceramente cosa farò dopo questa esperienza al Manchester City. Mi piacerebbe allenare una Nazionale perché la Coppa del Mondo mi ricorda la Champions. E hai anche un vantaggio: puoi costruire la tua squadra scegliendo tra 400 giocatori».