C’è un nuovo colpo di scena nel caso relativo alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il Vaticano ha deciso di aprire due tombe nel Cimitero Teutonico. Una decisione storica, fortemente voluta dal cardinale Pietro Parolin, il Segretario di Stato vaticano. L’obiettivo è fare ulteriore chiarezza sulla scomparsa del 15enne, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontifica sparita 36 anni fa nel nulla. Alessandro Gisotti, direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, ha spiegato che «le operazioni si svolgeranno il prossimo 11 luglio». Saranno presenti i legali delle parti, oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe che verranno aperte. Il provvedimento giudiziario prevede una complessa organizzazione di uomini e mezzi: coinvolti operai della Fabbrica di San Pietro e personali del COS (Centro Operativo di Sicurezza della Gendarmeria Vaticana) per le operazioni di demolizione e ripristino delle lapidi e per la documentazione delle operazioni.
EMANUELA ORLANDI, VATICANO ORDINA APERTURA DI DUE TOMBE
La svolta arriva dopo una fase di indagini nel corso della quale sono stati svolti approfondimenti per ricostruire le principali tappe giudiziarie di questo lungo, complesso e doloroso caso. Ma per ragioni di carattere giuridico l’autorità inquirente vaticana non ha giurisdizione per svolgere le indagini sulla scomparsa, avvenuta in Italia. Quindi il Vaticano ha precisato che l’iniziativa riguarda solo l’accertamento dell’eventuale sepoltura del copro di Emanuela Orlandi nel territorio dello Stato vaticano. Il portavoce vaticano Alessandro Gisotti ha proseguito spiegando che «le complesse operazioni peritali fissate per il prossimo 11 luglio sono solo la prima fase di una serie di accertamenti già programmati che, dopo l’apertura delle tombe e la repertazione e catalogazione dei resti, porteranno alle perizie per stabilire la datazione dei reperti e per il confronto del DNA». Laura Sgrò, avvocato di Pietro Orlandi, ha commentato la notizia con soddisfazione: «Un passo importante del quale siamo davvero molto contenti anche se non conosciamo ancora i dettagli. Nel pomeriggio ritirerò il decreto e ne saprò di più, intanto però siamo contenti e ringraziamo il cardinale Parolin, per questo atto coraggioso».