Il tempo di cambiarsi le divise per gli infermieri, va considerato come normale orario di lavoro quindi retribuito in quanto tale/strong>. E’ questa la decisione presa dal giudice del tribunale di Macerata, Giovanni Iannieli, che ha accolto la richiesta di circa 300 lavoratori dell’area vasta 3 (Macerata-Civitanova-Camerino) dell’Asur (Azienda sanitaria unica regionale), quasi tutti infermieri e operatori socio-sanitari sotto la Cisl Funzione Pubblica delle Marche. «Il tribunale – fa sapere il sindacato – ha accolto la richiesta di considerare dieci minuti in entrata e dieci minuti in uscita per ogni turno svolto dal 2009 ad oggi, come effettivo orario di lavoro e ha anche condannato l’Asur al pagamento delle spese processuali». E’ stato inoltre riconosciuto il pagamento di tutti gli arretrati fino a cinque anni addietro. La notizia, riportata da Il Resto del Carlino, riguarda una vicenda iniziata nel 2014, quando appunto i lavoratori avevano presentato un ricorso chiedendo che “venisse dichiarato che il tempo da loro trascorso per indossare e dismettere la divisa costituiva tempo di lavoro, pari a 20 minuti a turno o alla diversa misura oraria accertata”.
MACERATA, IL TEMPO DI VESTIZIONE DEGLI INFERMIERI VA PAGATO
Secondo l’Asur il tempo della vestizione doveva già ritenersi remunerato, ma il giudice le ha dato torto, sostenendo che tali operazioni “rientrano nel tempo di lavoro effettivo e, di conseguenza, il tempo ad esse necessario deve essere retribuito”. Pronto il commento di Alessandro Maccioni, direttore dell’Area vasta 3 di Macerata: «Noi rispettiamo la magistratura – fa sapere – e rispettiamo sempre le sentenze, sia quando sono a noi favorevoli, siamo quando sono contrarie. Va però detto con franchezza e senza ipocrisia che questa sentenza aumenta il costo del lavoro, ha un impatto sul budget di risorse che abbiamo a disposizione e sulla base del quale abbiamo programmato la nostra attività. E questo, anche se non nell’immediato, potrebbe costringerci a ridurre il numero delle assunzioni che abbiamo previsto».