«Niente corrieri di colore e/o pakistani, indiani o simili»: questo il contenuto di un’e-mail inviata da un’azienda del Bresciano, la Chino Color Srl di Lumezzane, a clienti e fornitori. Un episodio che risale al 21 giugno scorso e che sta facendo parecchio discutere sul web. Ecco quanto scritto nella mail, che ha per oggetto “comunicazione importante”: «Chiediamo tassativamente, pena interruzione di rapporto di fornitura con la vs Società, che non vengano più effettuate consegne utilizzando trasportatori di colore e/o pakistani, indiani o simili. Gli unici di nazionalità estera che saranno accettati saranno quelli dei paesi dell’est, gli altri non saranno fatti entrare nella nostra azienda né tantomeno saranno scaricati». L’azienda, attiva dal 1929 ed è specializzata nella lavorazione dei metalli, è finita al centro delle polemiche e nelle scorse ore sono arrivate le prime reazioni di fatto, con tanto di segnalazione all’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni).
“NIENTE CORRIERI DI COLORE”, E-MAIL CHOC DI UN’AZIENDA DI BRESCIA
Come riportano i Sentinelli di Milano, Le Avvocate di WildSide Cathy La Torre segnaleranno infatti l’episodio all’Unar e chiedono che anche altri enti facciano lo stesso. Diversi clienti hanno risposto per le rime all’azienda, come la Dtm-Dterchimica di Torbole Casaglia, ma il caos è scoppiato. «Ma la domanda è: se ogni azienda, esercente, commerciante, cominciasse a dire NO neri, no ebrei, no rom, no gay, no disabili, cosa accadrebbe in questo paese? Pensate che le leggi razziali siano così lontane? Invece sono già realtà, sotto forma di piccole politiche aziendali, sotto forma di padroni di casa che non affittano a persone con la pelle nera, sotto forma di ristoranti che cacciano coppie di omosessuali, sotto forma di compagnie aeree che negano l’imbarco a persone disabili», la denuncia de I Sentinelli. Intervistato dal Giornale di Brescia, un collaboratore della Chino Color Srl di Lumezzane ha spiegato: «È stato lo sfogo di un momento, lo sappiamo tutti che non è possibile fare come abbiamo scritto, così però ci pensano un po’ e si danno una calmata»..