Nella lista di autori che furono condannati dal Adolf Hitler sorprende trovare anche il nome di Claude Monet. La sua filosofia dell’Impressione, che sfuggiva alla definizione precisa dei tratti, non fu apprezzata dal regime nazista. Anche le sue opere, come molte di quelle dei suoi colleghi, furono infatti confiscate e incluse nella “Entartete Kunst”, altrimenti detta “Mostra dell’Arte Degenerata”. Tra le opere che subirono l’avversità del regime Nazista si contano i numerosi paesaggi dipinti dal pittore francese. Per esempio le rappresentazioni del Porto ad Argenteuil del 1874, nel quale il celebre artista francese catturò i giochi di luce e riflessi tracciati dal sole sull’acqua. Anche il dipinto che diede il nome al movimento impressionista fu condannato. “Impressione, sole nascente” del 1872 non corrispondeva alla visione di un’arte pragmatica teorizzata dal Nazismo. Molti dipinti di Claude Monet, per esempio la famosa “Donna con il parasole”, conosciuta anche come “Madame Monet con il figlio” del 1875, si salvarono poiché approdati nelle collezioni di celebri magnati statunitensi. Le opere conservate in Francia e in Europa furono purtroppo confiscate in molti casi.
Claude Monet e l’impressionisimo
I teorici dell’Arte Degenerata si riferivano al pensiero del criminologo italiano Cesare Lombroso, che aveva svolto studi sulla fisiognomica. Egli affermava che a particolari tratti del volto corrispondessero particolari degenerazioni della psiche e dell’anima. I volti raffigurati da Claude Monet dunque mostravano secondo la critica nazista problematiche che si contrapponevano ai tratti canonici che contraddistinguevano le fattezze ariane. Pertanto la loro visione risultava nociva. In aggiunta, movimenti come l’espressionismo e l’impressionismo, del quale Claude Monet fu uno dei fondatori, incarnavano secondo i teorici dell’Arte Degenerata i segni di un processo di involuzione atavico dell’arte. Nemmeno gli studi sulla luce svolti sulla cattedrale di Ruen, o sulle ninfee della tenuta di Giverny incontrarono il favore del Nazismo. Tali opere difatti sfuggivano alla definita pragmaticità dell’arte ariana. Gli studi pittorici di Claude Monet erano in aggiunta colpevoli di aver avviato quel filone artistico che non poteva prescindere dalla scomposizione della figura umana, il quale avrebbe poi condotto alle evoluzioni espressioniste dell’arte. Lo stesso vale per quella sperimentazione del colore, considerata innaturale, che avrebbe dato origine all’arte moderna.