«Mi ha schiavizzata, con lui era peggio del bunga bunga», così una giovane vittima sul trattamento riservato da Francesco Bellomo, ex magistrato arrestato ieri per maltrattamenti ed estorsione. Come riporta Il Messaggero, un’altra ragazza ha raccontato ad un’amica dopo essere stata “espulsa” «Mi vergogno molto per essermi fatta abbindolare. Sento che hanno ancora presa su di me e non voglio cascarci. Sono malati. Se saltasse fuori la storia sarebbe il bunga bunga 2015». Tante le testimonianze che chiamano in causa Bellomo, soprattutto per quanto riguarda il suo rapporto con le donne ed il suo particolare dress code: «Non so che visione abbia per le donne, ma le foto che mi faceva fare parlano chiaro. Mi vergognavo delle foto che sono stata costretta a mettere, mi facevo schifo da sola, mi sentivo messa in vendita». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FRANCESCO BELLOMO ARRESTATO, I RACCONTI DELLE VITTIME
Francesco Bellomo agli arresti domiciliari nella sua casa a Bari per maltrattamenti ed estorsione: l’ex magistrato nei guai con la giustizia per l’ormai famoso “contratto di schiavitù” sottoposto alle sue borsiste che prevedeva diversi obblighi, basti pensare al dress code ”classico”/“estremo” o alla cancellazione di foto o amicizie da Facebook. Nel corso dei mesi sono state diverse le testimonianze contro l’ex giudice, come quella della vittima Carla ai microfoni di Storie Italiane: «A me è stato proposto di lasciare il mio fidanzato in virtù del suo ragionamento, mi era stato sottoposto un test di valutazione e ho dovuto dare un punteggio al mio compagno. Nel mio caso, dopo un paio di mesi di conoscenza, mi venne proposto questo test e venne valutato il punteggio da me assegnato. In quel momento quel test non sembrava una cosa seria, una situazione ridicola e paradossale: sembrava un test da teenager». Una brutta vicenda che verrà ora affrontata in Tribunale… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FRANCESCO BELLOMO, L’SMS CHOC ALLA RICERCATRICE
Dalle pressioni alle borsiste fino al contratto con dress code, passando per i maltrattamenti e le minacce: c’è di tutto nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per Francesco Bellomo. A colpire i giudici anche uno degli sms choc mandato dall’ex giudice ad una ricercatrice della Scuola di Formazione Giuridica colpevole, secondo lui, di essere uscita una sera senza la sua autorizzazione: «Non autorizzerò più uscite serali e mentre attendevo che ti facessi viva, mi sono fatto una lesione al pettorale, perché ho perso la concentrazione. Questo significa avere a fianco un animale. Perché tu sei così». Il messaggio però prosegue e diventa sempre più delirante, come riportano le cronache del Fatto Quotidiano (che ha pubblicato ampi stralci dell’ordinanza, ndr): «Gli animali non conoscono dispiacere – scriveva in un secondo messaggio – La decisione di uscire ieri sera è l’ennesima riprova del tuo dna malato. Agisci come un selvaggio, ignorando le regole».
DANIELA SANTANCHÈ “TUTTI SAPEVANO DEL CONTRATTO-BELLOMO”
E’ stato arrestato ai domiciliari Francesco Bellomo, ex magistrato del consiglio di stato, nonché docente di una scuola di preparazione ai concorsi proprio in magistratura. Numerose le accuse nei confronti del personaggio barese, che imponeva un rigido dress code alle proprie alunne, tra cui anche delle minigonne molto corte per le serate mondane. Di recente ne aveva parlato Daniela Santanchè, nota politica e imprenditrice italiana, che ospite durante la puntata di “Non è l’Arena”, programma condotto da Massimo Giletti, andata in onda lo scorso 9 maggio, parlava così proprio di Bellomo: «Ho ancora più paura oggi di quei magistrati che sono stati formati in quella scuola – le parole dell’esponente di Fratelli d’Italia – la cosa pazzesca è che tutti sapevano del contratto e di quello che diceva Bellomo. E se non era per il coraggio delle due ragazze che hanno denunciato, la magistratura ci sarebbe arrivata molto dopo». Bellomo veniva definito dalla stessa Santachè come “il giudice delle minigonne”, proprio per il suo rigido dress code imposto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FRANCESCO BELLOMO, ARRESTATO EX GIUDICE
Quello che hanno dimostrato gli inquirenti nelle lunghe indagini contro Francesco Bellomo è che le allieve al suo cospetto si sentivano da un lato attratte e dall’altro costantemente umiliate: la «pressione e schiavitù sessuale» lascia davvero sbigottiti per i modi e gli effetti scaturiti da tali pressioni contro le allieve e stagiste della Scuola di Formazione giuridica dell’ex magistrato del Consiglio di Stato. Tra i passaggi più impressionanti del lungo capo di accusa contro Bellomo vi è certamente quel “contratto” sul dress code “classico” o “estremo”: «Le ragazze dovevano attenersi ad un dress code suddiviso in classico per gli eventi burocratici, intermedio per corsi e convegni ed estremo per eventi mondani e dovevano curare la propria immagine anche dal punto di vista dinamico (gesti, conversazione, movimenti), onde assicurare il più possibile l’armonia, l’eleganza e la superiore trasgressività‘ al fine di pubblicizzare l’immagine della scuola e della società», scrivono gli inquirenti nei passaggi citati anche in precedenza qui sotto del “contratto”. L’assoluta “cura” del dettaglio e ossessione nell’elenco dei vestiti consentiti ha lasciato le allieve sotto choc per mesi, e non solo loro: «gonna molto corta (1/3 della lunghezza tra giro vita e ginocchio), sia stretta che morbida + maglioncino o maglina, oppure vestito di analoga lunghezza”; quello “intermedio” “gonna corta (da 1/3 a ½ della lunghezza tra giro vita e ginocchio), sia stretta che morbida + camicetta, oppure vestito morbido di analoga lunghezza, anche senza maniche; il “classico” “gonna sopra il ginocchio (da ½ a 2/3 della lunghezza tra giro vita e ginocchio) diritta + camicetta, oppure tailleur, oppure pantaloni aderenti + maglia scollata. Alternati» si legge nella parte del “contratto” sul dress code “estremo”.
FRANCESCO BELLOMO, SCHIAVITÙ SESSUALE E MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA
L’ex giudice Francesco Bellomo è stato arrestato e ora si trova ai domiciliari nella sua casa di Bari. Per il gip del tribunale pugliese Antonella Cafagna, l’ex giudice del Consiglio di Stato manipolava psicologicamente le vittime. Nel corso delle indagini è emerso che una borsista, confidandosi con la sorella, disse di aver sottoscritto «un contratto di schiavitù sessuale», mentre un’altra era stata «punita» per aver violato gli obblighi imposti dal contratto con una rubrica con «dettagli intimi sulla sua vita privata». Nell’ordinanza il gip del tribunale di Bari parla di «elevata attitudine alla manipolazione psicologica mediante condotte di persuasione e svilimento della personalità della partner nonché dirette ad ottenerne il pieno asservimento se non a soggiogarla, privandola di qualunque autonomia nelle scelte, subordinate al suo consenso». Una delle vittime definisce il rapporto con Bellomo «come se si fosse impossessato della mia testa». (agg. di Silvana Palazzo)
MALTRATTAMENTI: “IMPONEVA MINIGONNE ALLE ALLIEVE”
Le accuse specifiche lanciate dalla Procura di Bari contro l’ex giudice Bellomo sono dure, gravi e riassumono carte e interrogatori sostenute per un anno e mezzo: secondo le indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi e dal sostituto Iolanda Daniela Chimienti, alle ragazze maltrattate dall’ex magistrato sarebbe stato imposto «il divieto di contrarre matrimonio a pena di decadenza automatica dalla borsa e il contratto prevedeva per loro una serie di obblighi e di divieti, come la fedeltà nei confronti del direttore scientifico e l’obbligo di segretezza sul contenuto delle comunicazioni intercorse». Nell’ambito dei rapporti intercorsi tra le borsiste e il fondatore della Scuola di Formazione Giuridica, le accuse contro Bellomo sono esplicitate dall’ordinanza: «facendo leva sul rispetto degli obblighi assunti, si sarebbe reso responsabile nei loro confronti di comportamenti sistematici di sopraffazione, controllo, denigrazione ed intimidazione offendendone in tal modo il decoro e la dignità personale, limitandone la libertà di autodeterminazione e riducendole in uno stato di prostrazione e soggezione psicologica».
ARRESTATO FRANCESCO BELLOMO
Francesco Bellomo, l’ex giudice barese del Consiglio di Stato, è stato arrestato per i reati di maltrattamento nei confronti di quattro donne (tre borsiste della sua Scuola di Formazione Giuridica Avanzata “Diritto e Scienza” e una ricercatrice) alle quali aveva imposto, tra gli altri, un dress code “succinto”. Il caso esploso ormai un anno e mezzo fa arriva ad una svolta importante nelle indagini: è accusato anche di estorsione nei confronti di borsiste e ricercatrici ma sarebbe anche indagato per calunnia e minacce nei confronti dell’allora vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa – nonché Presidente della Commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi sull’operato di Bellomo – l’oggi Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’arresto è stato disposto dal Gip di Bari Antonella Cafagna dopo che è stata contestata all’ex magistrato anche l’estorsione aggravata ai danni di un’altra corsista, mentre i maltrattamenti sarebbero stati commessi da Francesco Bellomo nei confronti di donne con le quali aveva avuto rapporti sentimentali – in concorso con l’ex pm di Rovigo Davide Nalin segnala l’Ansa, all’epoca dei fatti 2011-2018 coordinatore delle borsiste.
FRANCESCO BELLOMO: ACCUSE ANCHE DI CALUNNIE E MINACCE AL PREMIER CONTE
«Bellomo con l’artifizio delle borse di studio offerte dalla società che consentivano tra le altre cose la frequenza gratuita al corso e assistenza didattica individuale, per selezionare ed avvicinare le allieve nei confronti delle quali nutriva interesse, anche al fine di esercitare nei loro confronti un potere di controllo personale e sessuale», si legge nell’imputazione frutto delle indagini dei Carabinieri di Bari. Non solo, sempre l’ex giudice avrebbe fatto sottoscrivere un «contratto/regolamento che disciplinava i doveri, il codice di condotta ed il dress code del borsista». Le indagini hanno poi evidenziato il “metodo” utilizzato per selezionare le donne durante i colloqui: erano sottoposte al test del “fidanzato sfigato” (interpretato da Nalin, spiega Tg Com24) incaricato anche di vigilare sul rispetto degli obblighi contrattuali, svolgere istruttorie in caso di violazioni e proporre sanzioni. Dopo che nel 2017 esplose lo scandalo nella scuola dove si preparava il concorso di magistratura, secondo i magistrati Francesco Bellomo lanciò calunnie e minacce contro chi era deputato a dirimere l’azione disciplinare nei suoi confronti (dopo che erano emersi i primi presunti illeciti commessi), oggi divenuto Premier Giuseppe Conte.