E’ la nuova promessa del pentathlon moderno italiano: Giorgio Malan, appena 19 anni, nativo di Torino, sta scalando le vette di questo sport. Già oro agli Europei under 19, l’atleta delle Fiamme Azzurre si è fatto davvero conoscere al grande pubblico agli ultimi Giochi Olimpici Giovanili di Buenos Aires 2018, dove ha sfiorato il podio e si è poi confermato sul suolo nazionale vincendo il Campionato Italiano Assoluto Triathlon nello stesso anno. Ma non solo, perchè nuove glorie potrebbero arrivare per il nostro Giorgio Malan: il pentatleta azzurro in questi giorni sarà impegnato UIPM 2019, i Junior Pentathlon World Championship a Drzonkow in Polonia. Le ambizioni della giovane star azzurra però non si fermano qui e anzi riguardano una certa avventura a 5 cerchi che potrebbe essere già Tokyo 2020. Prima della sua avventura iridata polacca, quindi abbiamo sentito proprio lui, Giorgio Malan: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Perché hai iniziato a fare il pentathlon moderno? Faccio pentathlon moderno perché mi sono sempre piaciute le multi-discipline, infatti fin da piccolo non mi sono fermato ad un singolo sport, ma ho voluto provarli tutti. Ho scelto di fare questa disciplina perché mi permette di praticarne cinque nella stessa gara e ciascuna mi fa vivere esperienze diverse.
In quali delle cinque specialità eccelli di più? Mi piace molto eccellere nelle discipline più fisiche come il nuoto e la corsa.
Nelle altre come vai? Ovviamente bene, per fare risultato bisogna mantenere un livello standard abbastanza alto in ciascuna disciplina.
Quali sono i tuoi obiettivi stagionali? Nell’immediato l’obbiettivo sono i Mondiali Juniores che mi vedranno impegnato dal 10 al 14 luglio a Drzonkow in Polonia. Parteciperò sia alla gara individuale che alla staffetta, l’obbiettivo è cercare di stare bene fisicamente per poter competere in entrambe le competizioni.
Quali sono le tue metodologie di allenamento? Devo allenare tutti e cinque gli sport e questo ti occupa tanto tempo, infatti mi alleno circa 7/8 ore al giorno tutti i giorni, tranne la domenica. Nello specifico durante le sessioni giornaliere riesco a sviluppare un programma che prevede la preparazione di quattro sport.
Le Olimpiadi di Tokyo sono un obiettivo di Giorgio Malan? Incrociamo le dita. Ad oggi gareggio ancora categoria Junior, ma mai dire mai. Un pensierino lo sto facendo, ho disputato gli Youth Olympics Game (YOG) a Buenos Aires e ho cominciato a respirare l’aria olimpica. Mi è piaciuto molto e spero di riviverla tra qualche anno con i più grandi.
Quali sono gli atleti più forti con cui gareggi? Avendo avuto la possibilità di gareggiare anche con i grandi faccio un nome per ciascuna categoria: l’egiziano Ahmed Elgendy nella categoria Junior, mentre nei Senior il russo Alexander Lesun, che è attualmente al settimo posto del ranking mondale.
Ti ispiri a qualche atleta del passato? Si, non necessariamente del pentathlon, ma ho alcuni punti di riferimento nei vari sport come Michael Phelps nel nuoto e Usain Bolt nell’atletica.
Qual è il fascino del tuo sport? Senza dubbio la versatilità, perché facendo più sport hai la possibilità di provare sensazioni differenti e inoltre, contrariamente a quello che si possa pensare, è uno sport molto longevo.
Quali sono gli atleti italiani più forti? Ci sono i due ragazzi Riccardo De Luca e Pier Paolo Petroni, che hanno partecipato ad Olimpiadi, Mondiali ed Europei e per me sono un entrambi un punto di riferimento sia per la carriera che hanno fatto, che per la continuità e la longevità mantenuta nel tempo.
Le ragazze italiane più forti quali sono? Ci sono Alice Sotero di Asti, che è arrivata settima ai Giochi Olimpici di Rio, ed Elena Micheli che è molto giovane, ma tra i senior ha ottenuto un buon settimo posto negli ultimi Campionati Mondiali di Tokyo.
Ami tutti gli sport: vorresti incontrare qualche campione? Senza dubbio Phelps è uno di quelli che mi piacerebbe incontrare maggiormente, ma siccome sono anche un grande appassionato di basket sarei molto contento di incontrare alcune stelle dell’Nba come LeBron James e Steph Curry.
Suoni il pianoforte e la chitarra: cos’è la musica per te? Prediligi qualche cantante in particolare? Sinceramente non ho un cantante o una musica di riferimento, la vivo più come una sfida personale, infatti nel tempo libero mi piace cercare di imparare il più possibile ed essendo un’autodidatta ogni miglioramento che riesco a fare mi dà molta soddisfazione.
Com’è il tuo rapporto con la tua città Torino? La ritengo una città bellissima, ci sono nato e cresciuto, lì mi sento a mio agio e, quando sono a Roma per gli allenamenti oppure in giro per le gare, ne sento molto la mancanza.
Hai dei sogni particolari da realizzare? Sicuramente voglio togliermi tutte le soddisfazioni che riuscirò ad ottenere a livello sportivo, ma non solo, infatti sto studiando all’università e vorrei riuscire a far bene anche in quel campo.
Qual è la nazione guida del pentathlon? Le nazioni dell’Est sono tutte molto preparate, solide e hanno anche una grande tradizione, se dovessi fare un nome su tutti dico l’Ungheria.
(Franco Vittadini)