Il Chigiana International Festival & Summer Academy è una delle manifestazioni musicali più lunghe, più innovative e più interessanti in Italia e probabilmente in Europa. Quest’anno si dipana dal 6 luglio al 31 agosto e comprende circa sessanta concerti; molti sono gratuiti. Ha un titolo e un tema unificante: Out of Nature che significa sia la natura del suono sia il suono della natura. Comprende debutti di nuove composizioni, anteprime italiane e grande repertorio di musica classica relativo al tema unificante.
Il festival è ormai alla sua quinta edizione. È il frutto di un’idea del compositore e manager musicale Nicola Sani); è stato, tra l’altro, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma e sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna. Il festival si basa su due diverse esperienze precedenti: l’Accademia Chigiana di musica (iniziata nel 1938) e la settimana musicale Chigiana (iniziata dopo la seconda guerra mondiale). Entrambe erano iniziative di uno mecenate privato, il Conte Guido Chigi-Saracini, che era lui stesso un compositore e in precedenza aveva organizzato un festival di musica contemporanea, nel 1928, con prime mondiali di opere Prokof’ev, Walton, Casella, Ravel, Webern, Hindemith e De Falla. Tra i suoi partner, il Conte Chigi-Saracini aveva importanti compositori quali Ottorino Respighi.
All’Accademia Chigiana, i partecipanti alle masterclasses sono selezionati tramite un concorso mondiale per avere i migliori giovani musicisti. Quest’anno, i loro docenti sono, tra gli altri, il direttore d’orchestra Daniele Gatti, la pianista Lilya Zilberstein, i compositori Salvatore Sciarrino e Kassel Jaeger, il violoncellista Ernst Reijseger e il tenore William Matteuzzi. I partecipanti provengono da 52 paesi. Necessariamente, le masterclass pongono l’accento sui classici. I concerti dell’Accademia si svolgono nel magnifico Palazzo Chigi-Saracini, nonché in due affascinanti teatri e altri luoghi (chiese e piazze) di Siena e di località ad essa vicine.
L’idea brillante, così come semplice di Sani è stata quello di unire i corsi dell’Accademia ed i concerti della settimana Chigiana in un unico festival di standard internazionale. L’Accademia è sempre stata un viatico alla fama.
Quest’estate, Out of Nature è uno straordinario laboratorio di produzioni dal periodo barocco alla musica contemporanea. I concerti hanno grandi interpreti come Manu Delagu, Mari Kamura, Gene Coleman, David Krakauer, Bruno Lefort. Ci sono otto ensemble residenti. Diversi concerti sono trasmesso in diretta sui canali della RAI. Inoltre, dal 6 luglio al 31 agosto una web radio (Chigianarte) trasmette le più interessanti opere contemporanee di suoni con una particolare attenzione per il paesaggio sonoro come interpretato dalla compositori di oggi. Una sezione del festival è dedicata a Iannis Xenakis, un compositore particolarmente attento sia alla natura del suono sia il suono della natura; venti dei suoi capolavori verranno eseguiti durante la manifestazione. Un’opera lirica è inclusa nel festival: Il barbiere di Siviglia di Giovanni Paisiello – una vera rarità ed un’esplorazione nella natura degli esseri umani.
Sono stato a Siena per il concerto inaugurale del 6 luglio, un atteso ritorno, dopo sedici anni, dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Fabio Luisi con come solista, la celebre pianista russa Lilya Zilberstein, uno dei pilastri dei corsi della Accademia Chigiana.
Il programma comprendeva il Concerto No. 1 di Tchaikovsky per pianoforte e orchestra in si bemolle minore e la Sinfonia No- 6 di Beethoven in fa maggiore (pastorale). Entrambi hanno a che fare con il suono della natura e con la natura del suono.
Tchaikovsky compose il suo primo concerto per piano e orchestra su un lungo periodo di tempo e lo rivide parecchie volte. I lettori più anziani ricorderanno che è parte della colonna sonora del film di Ken Russel sulla vita di Tchaikovsky (The Music Lovers); contrappunta le sequenze dove il compositore era alla ricerca, nel paesaggio, di sollievo dal suoi più intimi tormenti sul proprio orientamento sessuale. Fabio Luisi, Lilya Zilberstein e l’orchestra ha reso questo tormento e la ricerca di sollievo nella natura molto bene, soprattutto nel terzo ed ultimo movimento – un episodio drammatico ed esteso, con un avvio misterioso e graduale fino a costruire un trionfale prolungamento del tema dominante in Si che diventa Si bemolle maggiore. Dopo di che, la parte finale della coda, un allegro vivo, è una perfetta cadenza che mostra il paesaggio che rende sollievo al compositore.
Beethoven era un amante della natura ed ha dedicato una grande parte del suo tempo in passeggiate in campagna. Frequentemente, lasciava Vienna per lavorare in aree rurali. Il compositore ha detto che la sesta sinfonia è ‘più l’espressione del sentimento che della pittura’. Questo punto è stato sottolineato dalla perfetta padronanza della partitura da parte dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. In diversi esecuzioni (anche nelle registrazioni ben note), l’accento è posto sugli elementi descrittivi, quasi pittorici. In questa, invece, la chiave era sulla sensibilità per la natura e per il suo suono.
Il Teatro dei Rinnovati era pieno e il pubblico ha applaudito calorosamente.