Emergono nuovi risvolti in merito all’indagine riguardante il cantante Marco Carta, e il presunto furto di magliette avvenuto lo scorso 31 maggio presso i magazzini della Rinascente, in centro a Milano. L’ex concorrente di Amici era stato arrestato per poi essere rilasciato poche ore dopo, ma gli inquirenti, visto che le t-shirt sono state effettivamente rubate, hanno rinviato a giudizio lo stesso cantante e la donna che era con lui, la 53enne Fabiana Muscas. Il pubblico ministero Nicola Rossato, come riferisce l’edizione online di TgCom24, ha deciso di effettuare delle indagini integrative per fare luce sull’accaduto, in vista del processo che si terrà a Milano il prossimo 20 settembre. Di conseguenza ha deciso di acquisire nuove immagini delle telecamere interne al noto grande magazzino a due passi dal Duomo di Milano, raccogliendo anche ulteriori testimonianze di alcuni dei dipendenti presenti nello store al momento del furto o presunto tale.
MARCO CARTA, NUOVI VIDEO DEL PRESUNTO FURTO
Ricordiamo che Marco Carta ha sempre rimandato al mittente ogni accusa, proferendosi innocente, ma secondo l’ipotesi accusatoria, invece, a rubare materialmente le t-shirt dalla Rinascente sarebbero stati la 53enne Muscas nonché lo stesso vincitore del festival di Sanremo del 2009: entrambi sarebbero quindi ritenuti responsabili. Proprio per questa ragione, ricorda TgCom24.it, il pubblico ministero aveva presentato ricorso in Cassazione, con udienza fissata al prossimo 6 novembre contro la mancata convalida dell’arresto da parte del giudice Stefano Caramellino nei confronti di Marco Carta, che come detto sopra, era stato fermato dalle forze dell’ordine ma subito dopo liberato, a differenza invece di quanto accaduto per la donna, il cui fermo è stato confermato. Infine è emerso un fatto sicuramente rilevante, ovvero, che il responsabile della sicurezza del centro commerciale milanese, il giorno che è avvenuto il famoso furto di magliette, aveva presentato una denuncia contro Carta e la Muscas, di conseguenza la Rinascente potrà costituirsi parte civile durante il processo e chiedere eventuali danni.