In occasione della terza tappa del Radionorba Battiti Live, in onda in differita da Brindisi su Italia 1, J-Ax si esibirà sulle note del tormentone Ostia lido. Il videoclip del brano è ormai a quota 30 milioni di visualizzazioni. Il singolo, una hit estiva in piena regola, è già disco di platino. Ma non solo: il tour post-reunion degli Articolo 31 sta collezionando una marea di sold out, dal Nord al Sud Italia, e l’esperienza alla conduzione di All Together Now è stata positivissima. Insomma, J-Ax è praticamente il Re Mida. La raccolta Il bello di essere J-Ax, pubblicata in occasione dei suoi 25 anni di carriera, è stata un po’ il modo di ricapitolare e sintetizzare una carriera costellata di successi. “Cerco sempre di imparare dal passato e concentrarmi sul presente per guardare al futuro”, dichiara in proposito all’Arena, “il tempo vola e la musica è il modo con cui noi umani arrediamo il tempo. L’arte arreda lo spazio e la musica riempie il tempo”.
J-Ax: “Cambierei il nome del gruppo in ‘Articolo 21′”
Tutto è cominciato con gli Articolo 31. Il nome della band si riferisce a una legge irlandese che limitava la libertà di espressione. Oggi, però, J-Ax lo cambierebbe: “Adesso che ho studiato la Costituzione Italiana, userei come nome del gruppo Articolo 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero eccetera eccetera”. In passato, Ax ha collaborato con decine di artisti (Pino Daniele, Il Cile, Fedez, Neffa, Fabri Fibra, Morandi, Nina Zilli): “Mai nessuno si è rifìutato, ma c’è da dire che tutto parte da una stima reciproca. Vorrei lavorare con Laura Pausini. Mi piace la voce, lei come persona e quello che rappresenta per la musica italiana. Te lo dice uno che ha lavorato con Enzo Jannacci e Pino Daniele”. Ora, Paolo Jannacci, figlio di Enzo, suona addirittura con lui: “Sì, ci conosciamo da quasi vent’anni, è stato grazie a lui che ho conosciuto suo padre”.
J-Ax: non chiamatelo “rapper”
La lezione più grande di J-Ax è che non serve essere veloci, per andare lontano. Al contrario, così facendo, si rischia di bruciare le tappe. “Ho avuto una carriera altalenante ma ho dimostrato che, anche quando non sei più né giovane né bello, puoi sempre farcela e tornare al top. Ma la lezione più importante è: siate uomini liberi”. J-Ax non si definisce rapper. E nemmeno si può liquidare come “popstar”, viste le continue derive impegnate e a tratti quasi cantautorali. Questo è quello che pensa lui: “Io mi sento un artista pop. Sarei più limitato se fossi un cantante pop e basta? No, e l’hanno dimostrato Emma Marrone e Fiorella Mannoia. Io sono un musicista, un lavoro come un altro. Pago le tasse e ho diritto di esprimere le mie idee. Prendendomene la responsabilità”.