Maria Serraino, è stata la moglie del boss Rosario Di Giovine e madre di Emilio Di Giovine, protagonista della nuova puntata di Cose Nostre su Rai1. Conosciuta con il nome di “mamma cocaina” poco prima di morire ha raccontato parte della sua vita in occasione di un documentario trasmesso in esclusiva da SkyTg24. “Io ho fatto vent’anni di galera. Ho un ergastolo. Ora sono agli arresti domiciliari perché ho il cancro, ma Dio mi aiuta. Lui non mi castiga, perché io feci sempre bene al mondo” raccontava nel 2015 la donna, che sul comodino della camera da letto teneva delle candele accesse con le foto dei figli vivi e morti. Una vita dedicata all’illegalità che la porta a diventare negli anni Settanta la regina del mercato della droga di Milano conquistando il nome di “mamma eroina”.
Maria Serraino: dalla Calabria alla conquista del Nord
Nel 1963 Maria Serraino lascia la Calabria in cerca di fortuna al Nord. Così parte la sua nuova vita nel mondo della mafia di cui ne diventa una delle regine. “Ero andata a Messina, e c’era un amico di mio marito che lavorava in una fabbrica grande al Nord. Allora gli dissi: se mi trovi lavoro ci vengo pure io. Avevo già 12 figli, tutti partoriti in casa. Stavo uscendo pazza. E così ce ne andammo tutti a Milano. Sono cinquant’anni che stiamo qua” ricorda la donna, che parlando del passato precisa: “all’epoca non c’era ancora niente, poi è cominciata la droga”. A raccontare aneddoti sulla vita di Maria Serraino è la nipote Marisa durante il documentario trasmesso su SkyTG24: “è nata mafiosa. Il suo regno era semplice: gestiva lo spaccio di eroina e hashish a Milano, esportava gli affari del clan all’estero – in Spagna, Nord Africa e America – grazie al figlio Emilio, e trovava protezione nella sua famiglia rimasta in Calabria”.
Maria Serraino: “aiutavo tutto il popolo”
Il volto della ‘ndrangheta al Nord ha comandato per anni. Bastava un suo cenno per bloccare tutto. “Ordine. Mi è sempre piaciuto. Se io dicevo di non fare niente, nessuno si muoveva” raccontava Maria Serraino che parlando del suo impero ha dichiarato: “andava tutto bene, all’inizio. Tenevo la piazza pulita. Mettiamo che volessero rubare una macchina: io non volevo. Provavano a bruciare un bar: io non volevo. Aiutavo tutto il popolo perché ognuno fa sacrifici per andare avanti, capisce? Non lo potevano fare, se no succedeva il casino. Io avevo nove fratelli in gioco.Una telefonata e uno di loro ammazzava tutti qua”. Nelle parole di Maria Serraino c’è anche il figlio Emilio Di Giovine detto il Conte: “raccontavo i problemi a mio figlio che era latitante in America e lui rispondeva: ‘Mamma, devi dire che non si permettano, perché in otto ore io sono lì’. Emilio era pericoloso. Cattivo. Prendeva la gente a testate. Però far ammazzare la gente mi dispiace. Ed Emilio era capace di fare del male … Non capisco proprio come abbia potuto pentirsi”. La figlia Rita, utilizzata per iniettare una dose ai fratelli tossici, parlando della madre ha detto: “Maria Serraino non farebbe del male a nessuno. Lei a modo suo ci ammazza, ma dopo ci ama…È la mamma che tutti vorrebbero avere”