Il dolore per la scomparsa di Luciano De Crescenzo ha coinvolto anche il giornalista Roberto D’Agostino, padre del sito Dagospia, che arrivando nella sala della Protomoteca in Campidoglio dove è stata allestita la camera ardente dello scrittore, ha commentato ai giornalisti del Messaggero: “Non se ne è andato solo Luciano, ma anche una parte della nostra vita. Tante feste, tante cene, tante telefonate…tante cose insieme condivise. Non era un personaggio. Io ne ho visti tanti: una volta raggiunto il successo diventano ‘personaggi'”, ha esordito. D’Agostino ha poi ribadito come De Crescenzo non sia mai cambiato nel tempo, restando sempre lo stesso. “Aveva risentimento nei confronti di una cultura italiana che lo snobbava. Come sempre succede, se sei ironico, sei un umorista, appartieni alla serie B. In Italia è stato sempre così”, ha aggiunto. Il giornalista lo ha definito poi “un grandissimo divulgatore” in parte snobbato dalla scena culturale italiana. Quindi, da buon provocatore qual è, D’Agostino si è lanciato ad un paragone: “Va bene Camilleri, grandissimo romanziere, tante pagine… Però vedere che a Luciano una paginetta e via… lui è stato qualcosa di molto più importante. Ha portato un libro in casa di persone che non ne avevano neanche uno. Solo per questo andrebbe messo sugli altari”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ARBORE: “ORGOGLIOSO DELLA SUA NAPOLI”
«Era orgoglioso della sua Napoli»: così Renzo Arbore saluta Luciano De Crescenzo, morto ieri a Roma. Oggi la camera ardente, aperta dalle 10 alle 22, con lo scrittore partenopeo omaggiato da una grande folla. Arbore, suo grande amico, lo ha voluto ricordare così: «Per alcuni il sorriso era una diminutio, invece era la sua grandissima arte. Io vorrei ricordarlo come un uomo d’amore, umanamente era una persona con la quale non si poteva bisticciare: amava il prossimo, era un uomo veramente d’amore». Visibilmente commosso, l’ambasciatore nel mondo della musica napoletana ha dato il suo addio al 90enne al fianco di numerosi altri artisti, amici di De Crescenzo anche lontano dai riflettori. Basti pensare a Marisa Laurito: «E’ molto difficile parlare: Luciano io ti ringrazio per l’allegria, per l’amicizia, per l’amore, per l’intelligenza, non sei mai stato banale. Io ti sono molto grata: Luciano è stato un grande artista». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LUCIANO DE CRESCENZO, SABATO I FUNERALI A SANTA CHIARA
Si terranno sabato 20 luglio 2019 nella sua Napoli, a Santa Chiara come riporta Il Mattino, i funerali di Luciano De Crescenzo. Lo scrittore verrà salutato per l’ultima volta da tanti amici, colleghi e fan, con la città partenopea che renderà omaggio ad uno dei suoi principali protagonisti. La camera ardente, invece, verrà allestita domani nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, con apertura al pubblico dalle 10 alle 20. Tante le testimonianze, i ricordi e gli aneddoti raccontati nelle scorse ore, con Piero Angela che ha voluto salutarlo così: «Era il perfetto erede dell’illuminismo napoletano, una persona di grande umorismo e tolleranza, di fine educazione e insieme capace di battute sempre folgoranti e divertenti». Il divulgatore ha poi parlato dei diversi incontri avuti con lo scrittore, con l’ultimo avvenuto ad una cena organizzata a casa di Marisa Laurito: «In quella occasione era molto chiuso in se stesso, aveva perso quel modo brillante di porsi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LUCIANO DE CRESCENZO, IL RICORDO DI DE LAURENTIIS
Continuano gli omaggi sui social per Luciano De Crescenzo, scrittore scomparso oggi. Napoli si è raccolta per salutare uno dei suoi simboli del Novecento e, dopo le parole della società Napoli, è arrivato il messaggio del suo presidente Aurelio de Laurentiis: «Ha scritto innumerevoli testi e si è divertito moltissimo a filosofeggiare regalando agli italiani connessioni colte con la storia miste a massime argute e di buon senso da lui costantemente inventate e codificate nei suoi testi», sottolineando come sia stato un vero protagonista di quest’ultimo cinquantennio. Dopo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, è arrivato il sentito ricordo del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca: «E’ stato una delle figure più belle, più semplici, più rappresentative dell’umanità e della cultura meridionale», lui e il popolo campano gli sono infinitamente grati. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LUCIANO DE CRESCENZO, ARBORE E LAURITO AL CAPEZZALE
Marisa Laurito ha raccontato in lacrime all’Agi che in questi ultimi momenti di vita terrena lei e Renzo Arbore non si sono mai staccati dal capezzale di Luciano De Crescenzo: un’amicizia e un rapporto ben oltre il professionale per un filosofo e un uomo a tutto tondo che rappresentava la famiglia di tanti artisti napoletani. «Non lo abbiamo mai lasciato solo in questi giorni, gli siamo stati sempre vicini, se ne è andato serenamente», racconta la Laurito poche ore dopo la scomparsa del geniale scrittore 90enne morto stamani a Roma. «Luciano era la mia famiglia, è stato mio padre, mio figlio, un parente stretto, tutti i Natali li abbiamo passati insieme. Era un uomo straordinario che ha illuminato il mondo con i suoi libri fantastici, con la sua cultura e con la sua ironia unite a bontà, allegria e al grande amore per Napoli», ricorda ancora Marisa Laurito accanto a Renzo Arbore per il loro amico Luciano che ora non c’è più. Bello anche il messaggio lanciato dalla squadra di calcio del SSC Napoli: sui socia, con una foto a tutta pagina di Luciano De Crescenzo, l’addio viene sottolineato con una delle frasi più iconiche dell’ingegnere-filosofo campano «essendo napoletano mi rendo conto che quasi tutti i napoletani sono uomini d’amore. Quindi se dovessi nascere un’altra volta io preferire sempre Napoli».
BRANDUARDI “CAMILLERI HA GIÀ TROVATO UNA COMPAGNIA”
La morte di Luciano De Crescenzo lascia un grande vuoto: Napoli piange il suo ingegnere filosofo, una perdita che arriva il giorno dopo la scomparsa di un altro gigante come Andrea Camilleri. «Persona di estrema intelligenza, enorme cultura e di una naturale simpatia tutta partenopea», il saluto del sindaco Luigi De Magistris, ma sui social il coro è unanime: oggi per Napoli è un giorno triste, di quelli che resteranno nella storia per la morte di un simbolo che ha attraversato generazioni. E Angelo Branduardi, omaggiandolo sui social, ha voluto ricordare anche il papà de Il commissario Montalbano: «Oggi è il 32 Dicembre. Ingegnere, grande filosofo, scrittore, attore, regista, musicista. Camilleri già ha trovato una compagnia, e che compagnia! Grazie per aver fermato il Tempo… non solo Napoli ti piange». De Crescenzo e il suo professor Bellavista resteranno per sempre nel cuore degli italiani… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ADDIO A LUCIANO DE CRESCENZO, L’INGEGNERE FILOSOFO
Luciano De Crescenzo è morto: un pezzo di Napoli ci ha lasciati, un ingegnere prestato al mondo della scrittura e del cinema. L’autore aveva 90 anni ed è scomparso a Roma, dove era ricoverato da diversi giorni. Ironico e mai banale, De Crescenzo dopo la laurea in ingegneria idraulica all’Università degli Studi di Napoli Federico II seguì la sua vocazione di scrittore divulgatore e pubblicò la sua prima opera nel 1977 grazie anche a Maurizio Costanzo, estremamente interessato dai suoi pensieri e dalle sue qualità. Protagonista al talk Bontà loro, il partenopeo iniziò a farsi conoscere e la sua prima opera vendette oltre 600 mila copie. Il nulla osta per il successo internazionale: 18 milioni di copie vendute in tutto il mondo di cui 7 milioni in Italia, 50 libri tradotti in diverse lingue e diffusi in 25 paesi. Tra le sue opere ricordiamo Sembra Ieri e La distrazione, senza dimenticare libri di saggistica divulgativa come Il pressappoco e Il caffè sospeso.
LUCIANO DE CRESCENZO E’ MORTO, AVEVA 90 ANNI
Luciano De Crescenzo è stato un filosofo divulgatore anche sul piccolo schermo, basti pensare alla trasmissione Zeus – Le gesta degli Dei e degli Eroi sulle reti Rai, e la sua poliedricità lo ha portato anche sul grande schermo: quattro le opere firmate da regista (Così parlò Bellavista, Il mistero di Bellavista, 32 dicembre e Croce e delizia), mentre ha partecipato come interprete in dodici pellicole, con l’esordio datato 1980 ne Il pap’occhio diretto da Renzo Arbore. Un artista a tutto tondo, che ha rifiutato in passato di entrare in politica (disse no alla proposta di Silvio Berlusconi negli anni Novanta) ma che ha sempre esternato il suo pensiero, senza avere remore a schierarsi. Sui social sono tantissimi gli omaggi, da amici, colleghi e fan, con il popolo napoletano che lo ricorda per il suo amore per la città partenopea: «Napoli per me non è la città di Napoli ma una componente dell’animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no», una delle sue frasi più celebri.