LA PROPOSTA FORNERO PER I GIOVANI
Elsa Fornero stamattina è intervenuta telefonicamente alla trasmissione Unomattina Estate, nel corso della quale si stava parlando della necessità di una riforma pensioni che vada incontro all’esigenza dei giovani, stante l’allarme lanciato dalla Cgil nei giorni scorsi sul fatto che i 40enni di oggi rischiano di dover lavorare fino a 73 anni. L’ex ministra del Lavoro ha spiegato che certamente l’avere carriere contrassegnate dal precariato e dalla discontinuità lavorativa non aiuta a costruire un futuro pensionistico certo e con futuri assegni di alto importo. Dal suo punto di vista occorrerebbe aiutare i giovani fin da ora comprendo i loro periodi contributivi mentre si trovano in disoccupazione involontaria, utilizzando però le risorse della fiscalità generale e non aumentano i contributi pensionistici che finiscono per far crescere il costo del lavoro, cosa che alla fine renderebbe poi ancora più difficile per i giovani trovare un’occupazione. Elsa Fornero ha poi ribadito che, trovandosi nelle stesse condizioni di allora, rifarebbe una riforma delle pensioni come quella varata nel 2011.
CONTE CONVOCA I SINDACATI
Giovedì Giuseppe Conte incontrerà a palazzo Chigi Cgil, Cisl e Uil per parlare di fisco. Tuttavia pare che anche il tema riforma pensioni possa essere oggetto di confronto. Maurizio Landini ha cos’ commentato, secondo quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, la decisione presa dal Premier. “La convocazione a palazzo Chigi e l’avvio di un confronto tra governo e parti sociali è per noi un fatto positivo, frutto anche della riuscita delle iniziative di mobilitazione promosse in questi ultimi mesi da Cgil, Cisl e Uil. Il nostro obiettivo sarà di avviare una discussione, concreta, stringente e costruttiva che parta dai bisogni reali dei giovani, delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati. E sia in grado di affrontare i nodi economici e sociali del Paese in vista della prossima legge di Bilancio, così come rivendichiamo nella piattaforma unitaria che abbiamo già illustrato al Presidente del Consiglio Conte e ad altri esponenti di governo”. Secondo il Segretario generale della Cgil occorre una vera riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori e pensionati e che combatta seriamente l’evasione fiscale”.
LE NOVITÀ PER LA CASSA COMMERCIALISTI
In tema di riforma pensioni si sta parlando negli ultimi giorni delle misure che stanno prendendo le varie casse previdenziali a favore dei loro iscritti. Anche la Cassa Dottori Commercialisti (Cnpadc) ha preso in questo senso una decisione importante. Come viene spiegato infatti in un comunicato, l’assemblea dei 150 delegati ha “deliberato la redistribuzione di una quota parte del fondo extra-rendimento per un valore totale di 121 milioni di euro all’incremento dei montanti contributivi degli iscritti non pensionati, al fine di rendere sempre più adeguate le future prestazioni calcolate col metodo contributivo, una misura che va verso una maggiore equità intergenerazionale”. È stata anche varata un’estensione dell’esenzione dall’obbligo di versamento del contributo minimo ai neo-iscritti e introdotta la possibilità di rateizzare eventuali inadempienze. “Guardiamo al futuro del nostro ente puntando sui nostri iscritti ampliando le tutele per chi si affaccia alla professione e studiando misure che, in un contesto di forte femminilizzazione, possano favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia”, ha detto Walter Anedda, Presidente della Cassa Dottori Commercialisti.
A RISCHIO PDL SU PENSIONI SINDACALISTI
Il Governo ha promesso che presto varerà una riforma pensioni relativa ai sindacalisti. Sul tema è stata anche presentata un proposta di legge di Fratelli d’Italia, che però, secondo quanto riporta publicpolicy.it, rischia di essere fermata da Forza italia. Il partito di Berlusconi, infatti, “punta a cancellare la pdl a firma FdI che mira a cancellare la facoltà dei sindacati di versare una contribuzione aggiuntiva per i lavoratori che svolgono attività sindacale. È stato presentato in commissione Lavoro alla Camera, infatti, un emendamento, a prima firma Renata Polverini (FI), che punta a sopprimere l’unico articolo della pdl a firma Giorgia Meloni. La pdl all’esame della Camera, come detto, ha come obiettivo quello di cancellare alcune norme del dlgs in materia di contribuzione figurativa. Nello specifico, quelle che prevedono una particolare forma di contribuzione aggiuntiva, per i soli lavoratori in aspettativa sindacale, versata dalle stesse organizzazioni per integrare il futuro trattamento pensionistico dei lavoratori-sindacalisti”.
ASSEGNI PIÙ ALTI ALL’EPPI
Non ci saranno assegni più alti solo per i consulenti del lavoro. Come ricorda Avvenire, infatti, “i periti industriali iscritti all’Eppi, la Cassa di previdenza di categoria, spuntano un nuovo bonus sui propri contributi”. Questo per effetto di un provvedimento di riforma pensioni di categoria proposta dall’Ente, e approvato dai ministeri del Lavoro e dell’Economia, che rivaluta i montanti oltre i tassi di legge. “La maggiore rivalutazione si applica sulle annualità del 2014, del 2015 e del 2016. Sui ‘conti correnti pensionistici’ per il futuro assegno della vecchiaia si riversa ora un aumento complessivo di 20,3 milioni di euro. I periti che ne beneficiano possono riscontrare direttamente gli effetti della rivalutazione sul ‘montante’ dei propri contributi accedendo all’area riservata sul sito dell’Eppi”. Il quotidiano della Cei ricorda che questo provvedimento arriva dopo altri e che “nel complesso i periti industriali hanno beneficiato finora di oltre 133 milioni di euro di nuove risorse, compreso l’ultimo bonus, diversamente distribuite a titolo di parte del contributo integrativo oppure di maggiore rivalutazione sulle annualità dal 2012 al 2016, rendendo gli assegni più adeguati ai redditi professionali”.
CHIARIMENTI SULLA REVERSIBILITÀ
Si era parlato in passato della possibilità che venisse introdotta una riforma pensioni riguardante gli assegni di reversibilità. La normativa è rimasta però invariata, ma per qualcuno è ancora importante avere dei chiarimenti, che possono rappresentare un’occasione per ricordare la normativa in materia. Un lettore del sito di Repubblica, artigiano socio al 50% di una snc, chiede in particolare se uno dei suoi figli minorenni, che vive con la nonna pensionata e vedova, potrà ricevere l’assegno di reversibilità della stessa al momento del suo decesso. La risposta a cura della Fondazione studi consulenti del lavoro ricorda che le norme richiedono che “sia accertata l’impossibilità dei genitori di provvedere al mantenimento del figlio, non svolgendo alcun tipo di attività lavorativa e non beneficiando di alcuna fonte di reddito”. Quindi, “nel caso in cui il genitore svolga attività lavorativa autonoma alla data di morte dell’ascendente, lo svolgimento dell’attività, seppur in perdita, è ostativa al riconoscimento del diritto alla pensione”.
RIFORMA PENSIONI, MODIFICA IN ARRIVO SU QUOTA 100
Sembra che presto arriverà una circolare dell’Inps per fare chiarezza sulla riforma pensioni con Quota 100 con riguardo agli agenti di commercio. Fnaarc, Fiarc, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl e Usarci in un comunicato fanno infatti sapere che è arrivata “da Claudio Durigon, sottosegretario del Ministero del Lavoro, una prima importante risposta dopo la recente nuova nota con la quale le organizzazioni sindacali di categoria degli agenti e rappresentanti di commercio erano tornate con forza a chiedere al Governo ed alle competenti Commissioni parlamentari chiarimenti e soluzioni per superare le difficoltà operative di accesso anticipato al pensionamento con ‘quota 100’”. La quale “non ha tenuto conto delle specifiche modalità di svolgimento e cessazione dell’attività di intermediazione commerciale previste dalle norme di legge e dagli Accordi economici collettivi (Aec) che regolano il rapporto d’agenzia”.
IN ARRIVO UNA CIRCOLARE INPS
È stata quindi annunciata, come riporta Askanews, una circolare Inps per fare chiarezza, visto che, “nella fase di chiusura dei rapporti contrattuali con le aziende rappresentate dagli agenti, la prevista impossibilità di cumulare la pensione ‘quota 100’ con i redditi derivanti dall’attività – pena la sospensione dell’erogazione della stessa pensione – impedisce all’agente di commercio di poter incassare quelle provvigioni, relative a ordini conclusi prima della conclusione del rapporto contrattuale e maturate a seguito del rapporto stesso, ma pagate successivamente a rapporto d’agenzia concluso”.