LE FUNZIONI DEI FONDI BILATERALI
Si è parlato recentemente del maxi scivolo da 5 introdotto con il decreto crescita per le aziende con più di 1.000 dipendenti, ma anche prima delle ultime misure di riforma pensioni, già con i fondi di solidarietà bilaterali in alcuni settori esista la possibilità di importanti prepensionamenti. Il sito di Ipsoa ricorda intanto che “i Fondi di solidarietà bilaterali provvedono, a loro carico e previo il versamento della relativa provvista finanziaria da parte dei datori di lavoro, al versamento della contribuzione correlata a periodi riscattabili o ricongiungibili, utili per il conseguimento del diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia. L’Inps, nella circolare n. 105 del 2019, spiega ai datori di lavoro come e quando presentare la domanda di riscatto o di ricongiunzione per il lavoratore esodante e come versare al Fondo di solidarietà i relativi oneri contributivi”. Come si vede, quindi, con i Fondi di solidarietà è anche possibile cercare di raggiungere la pensione con riscatti e ricongiungimenti che non vengono pagati dal lavoratore.
LA DIFFERENZA TRA CONTRATTO DI ESPANSIONE E ISOPENSIONE
Una delle ultime novità in tema di riforma pensioni riguarda il contratto di espansione contenuto nel decreto crescita. Si tratta di fatto uno scivolo di 5 anni per favorire i prepensionamenti nelle aziende con più di 1.000 dipendenti. Secondo quanto spiega il sito del Sole 24 Ore, si tratta di uno strumento “sensibilmente meno costoso dell’isopensione per il datore di lavoro, mentre per i dipendenti quest’ultima garantisce un assegno previdenziale più elevato”. Nel primo caso “il datore di lavoro versa solo una indennità pari alla pensione maturata al momento della fine del rapporto, a integrazione della prestazione di disoccupazione” e “qualora nei 5 anni di scivolo il dipendente raggiunga prima i requisiti della pensione anticipata ordinaria (lo scivolo non può puntare verso altre pensioni anticipate, come quota 100), il datore di lavoro dovrà indirizzare l’esodo verso tale traguardo pensionistico, con incremento del costo”. L’isopensione, invece, che può avere una durata massima di 7 anni, non consente l’erogazione della Naspi e comporta una contribuzione piena a vantaggio del dipendente.
LE PAROLE DI CERARDI
Si sta parlando molto in queste ore della proposte di riforma pensioni per i giovani avanzata da Elsa Fornero, che ne ha parlato commentando i dati della Cgil sul futuro previdenziali dei 40enni precari. In merito però Cosimo Cerardi, Segretario provinciale del PCI Varese, evidenzia “lo scivolone compiuto nell’organizzazione della specifica iniziativa del 9 luglio e per l’assenza di proposte di mobilitazione contro la legge Fornero e sulle pensioni in generale”. “Il popolo è convinto che le pensioni le paghi lo Stato attraverso la fiscalità generale per cui in generale la riforma Monti-Fornero è stata giudicata opportuna. E allora, se è dimostrato che i conti sono in ordine, perché la Cgil vuol passare dal sistema di calcolo retributivo al sistema di calcolo contributivo?”, si legge in una nota di Cerardi pubblicata da varesenews.it. Dal suo punto di vista “dietro la proposta della ‘Quota Cento’ c’è nascosta nuovamente la trappola data da un computo pensionistico dato dal sistema contributivo di tipo privatistico, di un sistema che non è per niente perequativo e soprattutto pubblico”.
LA RIORGANIZZAZIONE INPS
Mentre si discute ancora di riforma pensioni, l’Inps prepara una riorganizzazione delle proprie attività sul territorio. “Dal prossimo 4 novembre, gli sportelli delle agenzie territoriali avranno orario di apertura al pubblico di almeno 20 ore settimanali su cinque giorni, ossia dalle ore 8,30 alle 12,30. Filiali e agenzie complesse, invece, osserveranno un orario di apertura al pubblico di almeno 20 ore settimanali”, si legge su Italia Oggi, con riferimento a una circolare dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Le strutture Inps dovranno fornire servizi di primo livello (“prima accoglienza, assicurata dalla reception; l’assistenza sui servizi automatici e sull’accesso ai servizi web, presso le postazioni self-service; i servizi a bassa complessità presso gli sportelli veloci; l’informazione generalista assicurata dagli sportelli di linea”) e di secondo livello (“un servizio qualificato e personalizzato sia su argomenti specifici promossi dall’utente (risposta o assistenza specialistica), sia sul bisogno di assistenza nelle opzioni previdenziali e nella valorizzazione del patrimonio contributivo (consulenza)”).
I RISPARMI ALLA CAMERA
La riforma pensioni ha colpito anche i politici e i dipendenti della Camera. Lo ricorda Federico D’Incà, Questore M5s di Montecitorio, in un’intervista a lanotiziagiornale.it, nella quale ricorda che l’intervento sui vitalizi porterà “un taglio da 45,6 milioni di euro che saranno risparmiati, ogni anno, solo alla Camera grazie a una delle battaglie più importanti voluta dal Movimento 5 Stelle”. Il pentastellato evidenzia anche che “il taglio delle pensioni d’oro degli ex dipendenti della Camera ha prodotto un risparmio di altri 20 milioni di euro all’anno che ritorneranno ai cittadini insieme ai 41 milioni di euro l’anno frutto del blocco delle indicizzazioni delle indennità dei deputati fino al 2021. Se poi dovesse passare la riforma costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari, che a Montecitorio passeranno da 630 a 400, solo alla Camera si risparmieranno circa 52 milioni di euro all’anno e circa 260 per ogni legislatura: una somma che si potrà reinvestire, per esempio, per le politiche della famiglia o magari per le scuole”.
LA SCELTA DI ENASARCO
Mentre non si ferma il dibattito sui provvedimenti riguardanti la riforma pensioni, come ricorda fiscoetasse.com, oltre all’Inps, anche l’Enasarco ha deciso di posticipare al 15 ottobre il termine per il pagamento dei “contributi previdenziali e assistenziali sospesi per i sismi di agosto-ottobre 2016 e gennaio 2017”. Di fatto, “i contributi potranno essere saldati in un’unica soluzione senza applicazione di sanzioni e interessi, oppure mediante rateizzazione fino a un massimo di 120 rate mensili di pari importo (ciascuna rata non inferiore a € 50,00)”. Va però tenuto presente che “per la rateizzazione è comunque necessario inviare la domanda entro il 15 ottobre 2019, tramite PEC, all’indirizzo [email protected], specificando nell’oggetto ‘Sisma – richiesta rateizzazione contributi sospesi’, compilando il modello 2157/2017. Va anche effettuato il versamento delle prime 5 rate a titolo di anticipo e il documento contabile andrà allegato alla domanda”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano esprime preoccupazione per le prospettive previdenziali dei giovani che sono state anche ben messe a fuoco dalla Cgil nei giorni scorsi. Per questo, l’ex ministro del Lavoro ricorda quelle che sono le sue proposte di riforma pensioni per cercare di far fronte a questo allarme. “La mia proposta è, intanto, quella di abolire il vincolo di una pensione corrispondente a 2,8 volte il minimo (circa 1.400 euro lordi mensili) per poter andare in pensione a partire dai 63 anni, come prevede la legge Fornero. Limite che scende a 1,5 volte quando si va in pensione all’età di vecchiaia prevista in quel momento (oggi è di 67 anni, ma crescerà)”. Infatti, “è evidente che, soprattutto i giovani, che hanno carriere discontinue, bassi salari e bassi contributi, difficilmente raggiungono l’obiettivo ‘monetario’ fissato dalla legge”.
LE SOGLIE DA ABOLIRE
Per l’ex deputato dem si tratta di “un obiettivo assurdo, dato che nel nuovo sistema contributivo si dovrebbe incassare, a partire dai 63 anni, la pensione corrispondente ai contributi maturati. Se troppo bassa, andrebbe portata fino a una soglia minima, incrociandola, ad esempio, con la nuova normativa della pensione di cittadinanza”. Per Damiano, poi, non solo “le soglie di 2,8 volte e 1,5, vanno abolite”, ma “i periodi di inattività e di formazione vanno riconosciuti ai fini contributivi. In attesa di riconsiderare politicamente e culturalmente la centralità dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno, dopo le ubriacature della flessibilità, delle liberalizzazioni e del risparmio, al massimo ribasso, sul costo del lavoro”.