Sale alta la tensione tra Libia e Italia per un caso piuttosto singolare avvenuto questa mattina al largo del porto di Misurata: un peschereccio italiano di Mazara del Vallo, la nave “Tramontana”, è stato sequestrato da una motovedetta dei militari libici nell’area di mare antistante Misurata, sotto controllo del Governo di Tripoli del premier Al Serraj. Mentre la comunità internazionale ancora annaspa nell’ipotesi di una “soluzione” dello scontro sempre più acceso tra Haftar e il Governo nazionale riconosciuto dall’Onu, la tensione con Roma sale anche se per motivi al momento inspiegabili. Non è dato infatti sapere perché il peschereccio con a bordo 5 siciliani e 2 tunisini abbia destato sospetti: sta di fatto che il sequestro è avvenuto repentino e netto, con la Farnesina subito informata che ora vuole vederci chiaro. «Ho dato istruzioni all’ambasciatore d’Italia, Giuseppe Buccino, di adoperarsi prontamente con la massima efficacia al fine del corretto trattamento e di un rapido rilascio dei membri dell’equipaggio e dell’imbarcazione, costretta a dirigersi verso il porto di Misurata» ha scritto il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.
TENSIONE ITALIA-LIBIA, INTERVIENE MOAVERO
Nella stessa nota della Farnesina, Moavero spiega come le ragioni del sequestro ancora non sono state rese note dalle autorità della Libia mentre il peschereccio Tramontana pare fosse viaggio per attività di pesca: va detto, come spiega lo stesso Ministero degli Esteri, che le acque attorno a Misurata sono considerate «ad alto rischio e per questo da tempo sconsigliate dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture». La Farnesina ha confermato che il peschereccio è effettivamente della marineria di Mazara del Vallo ma non sono chiari i motivi del viaggio così spostati verso la Libia in un momento in cui, soprattutto, la tensione interna al Paese nordafricano è altissima per via della guerra civile Haftar-Al Serraj. L’episodio diplomatico “rischioso” potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà le già fragili relazioni tra Roma e Tripoli in merito alla gestione dell’emergenza immigrazione durante i forti venti di guerra presenti sul territorio libico. Come spiega Il Giornale, già mesi fa la Guardia Costiera libica aveva puntato alcuni pescherecci italiani impegnati nell’attività di pesca al limite delle acque territoriali libiche, nel Golfo della Sirte: «Lo scenario dunque si è ripetuto ma questa volta le motovedetta libica ha deciso di fermare e sequestrare l’imbarcazione italiana», concludono i colleghi de Il Giornale.