L’aborto selettivo è ampiamente praticato in molti paesi del cosiddetto terzo mondo, eliminare cioè il figlio quando si scopre che è femmina. Tradizione culturale di paesi molto poveri, dove il figlio maschio è visto come fonte di sopravvivenza della famiglia stessa, viene purtroppo praticato anche da molti migranti che si sono trasferiti nei paesi occidentali, dove è ovviamente proibito, di nascosto. In India, come riporta il sito lifesitenews, si raggiungono cifre terribili: secondo quanto riporta il Population Research Institute, dal 1990 a oggi sarebbero state abortite quasi 16 milioni di bambine, esattamente 15,8 milioni. Un “gendercide” viene definito, un genocidio di genere. Sempre secondo i dati riportati, dal 2014 a oggi ogni anno ne sarebbero state abortite 550mila. L’aborto selettivo ha causato impedito la nascita del 4,1% di femmine.
L’ABORTO CAUSA RISCHIO DI SQUILIBRIO SESSUALE
“L’aborto selettivo per sesso è un chiaro affronto ai diritti fondamentali e alla dignità delle ragazze e la misura in cui la pratica della selezione del sesso prenatale è diventata diffusa è allarmante”, spiega Jonathan Abbamonte, autore del rapporto. Aggiungendo che “l’aborto selettivo è una delle questioni demografiche e dei diritti umani più urgenti che l’India deve affrontare oggi. Questi squilibri sessuali avranno implicazioni durature per i diritti delle donne. Un eccesso di uomini single potrebbe alimentare la pratica del matrimonio infantile e della tratta di sesso in futuro. L’aborto selettivo in base al sesso è la peggior forma di discriminazione immaginabile per donne e ragazze”, afferma il presidente dell’istituto Steven Mosher. “È una discriminazione che uccide”.