Primo a rispondere, a distanza, alla lettera di Ali Agca è il fratello di Emanuela Orlandi che non crede alla versione data dall’ex Lupi Grigi: «Ascolto tutti ma se in tanti anni non si è mai fornito uno straccio di riscontro, la prendo come una parentesi tra le tante» ha fatto sapere all’Adnkronos Pietro Orlandi, piuttosto irritato di quanto sollevato di nuovo come caso internazionale a pochi giorni dalla sorpresa in negativo delle tombe in Vaticano. «Io Emanuela la cerco ancora viva. Quanto ad Agca e alla sua pista della Cia, la considero una parentesi come tante altre in 36 anni. Quando sono stato a Istanbul nel 2010 per incontrare Agca appena uscito dal carcere, già allora mi diceva cose simili ma non ha mai fornito un minimo di riscontro». Secondo il fratello di Emanuela, l’attentatore di Giovanni Paolo II è come se fosse rimasto all’epoca dei fatti senza “evolversi”: «all’epoca si seguiva esattamente quello che lui dice adesso, la pista della Cia. Ultimamente, quando torna l’ attenzione mediatica su mia sorella, Agca si rinfila con lo stesso discorso, dicendo sempre che Emanuela è viva. Cambia solo i mandanti: nel 2010 diceva che i mandanti del sequestro erano quelli del Vaticano con la collaborazione della Cia. Ora dice che il Vaticano non c’entra nulla. Nel 2010 mi disse che la responsabilità del rapimento era di Casaroli, Cia e Sisde avevano disposto come effettuare il rapimento e la Cia come gestire nel tempo il sequestro. Per carità, io Emanuela la cerco viva ma queste persone che dicono senza fornire un minimo di riscontro…».
LA LETTERA DI AGCA SU EMANUELA ORLANDI “È VIVA”
«Emanuela Orlandi è viva, sta bene da oltre 36 anni e non è stata uccisa»: nel cono d’ombra dove si era “rifugiato” il misterioso caso Orlandi – la ragazza 15enne sparita nel nulla il 2 giugno 1983 con il presunto ma mai dimostrato coinvolgimento di servizi segreti internazionali, curia vaticana, IOR e lo stesso Stato Italiano – spunta una lettera “choc” dell’ex lupo grigio nonché attentatore di Giovanni Paolo II, Ali Agca. La scomparsa di Emanuela di recente era balzata agli onori delle cronache per quella lettera anonima che annunciava come all’interno di una tomba del Cimitero Teutonico in Vaticano potevano trovarsi le ossa della ragazza defunta: alla riapertura qualche giorno fa, concessa per volere della Santa Sede, la sorpresa di trovare del tutto vuote le tombe ma con diverse botole sotterranee che suggeriscono un mistero ancora più recondito che potrebbe anche non c’entrare nulla con la sparizione di Emanuela Orlandi. La famiglia rimasta sotto choc per l’ennesima ipotetica falsa pista investigativa, ora viene di nuovo “risvegliata” da questa lettera aperta alla stampa internazionale inviata dall’attentatore, per fortuna solo tentato, di Karol Wojtyla in quel lontano 13 maggio 1981 mentre il Santo Padre girava in Piazza San Pietro per salutare la folla sulla Papamobile. «Non fu mai sequestrata nel senso classico del termine, ma fu vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi-politici collegati anche con il Terzo Segreto di Fatima», sostiene l’ex terrorista dei Lupi Grigi condannato per aver cercato di uccidere il Papa polacco.
ALI AGCA, IL PERDONO DEL PAPA E I TANTI “SOSPETTI” LEAKS
L’intrigo a cui si riferisce Ali Agca nella lettera sorprendente riguarda non la Santa Sede come in tanti hanno sempre accusato, bensì i servizi segreti internazionali e la CIA stessa: «il governo vaticano non è responsabile, mentre è la CIA che dovrebbe rivelare i suoi documenti segreti». Il Terzo Segreto di Fatima, rivelato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000 riguarda la terza parte delle informazioni date dalla Madonna di Fatima ai tre pastorali a cui apparve la Regina della Pace ormai nel lontano 1917; secondo l’interpretazone maggiormente considerata nella Chiesa Cattolica, tale Segreto riguarderebbe la profezia dell’attentato compiuto quasi 70 anni dopo contro il “Papa vestito di bianco”, ovvero proprio Karol Wojtyla. Nella lettera spedita da Ali Agca su Emanuela Orlandi, l’ex terrorista avvezzo negli ultimi anni a diverse dichiarazioni “sospette” – con spesso intrighi e ricostruzioni mai del tutto confermate su grandi misteri della recente storia italiana – sostiene «Emanuela Orlandi non ha mai subito nessuna violenza, anzi è stata trattata bene sempre. […] Il papa Francesco ha detto a Pietro Orlandi: ‘Se Emanuela si trova in cielo dobbiamo pregare per Lei’. Questa dichiarazione normalissima del Papa fu manipolata e fatto un film di menzogna intitolato ‘Verità è in cielo”». Secondo Ali Agca – perdonato alcuni mesi dopo dall’attentato dallo stesso Papa Giovanni Paolo II – non vi fu alcuna criminalità e nessuna atto sessuale compiuto contro Emanuela Orlandi: «Basta con menzogne e calunnie contro i morti come il prelato Marcinkus e Enrico de Pedis e altre persone innocenti. Nessuna criminalità e nessuna sessualità c’entrano con il caso Emanuela Orlandi». In chiusura di lettera, l’ex Lupo Grigio scrive «Tutti invitano il Vaticano a rivelare qualche documento in suo possesso sull’intrigo internazionale Emanuela Orlandi. Invece io invito la Cia a confessare la responsabilità diretta sul complesso di intrighi internazionali degli Anni Ottanta. Ci sono molte cose da dire, ma per ora devo limitare il discorso».