Sono attesi migliaia di manifestanti oggi in Valsusa per la prima manifestazione No Tav dopo parecchio tempo, anche perché quest’anno si è tenuto un festival musicale cominciato già nella giornata di ieri. Ma i cittadini della valle ci saranno? Da quanto si è letto in questi giorni si parla di molti manifestanti giunti da Svizzera, Austria e Francia appartenenti più che al movimento No Tav a quello ambientalista in modo generico. E secondo quanto ci hanno detto due sindaci del territorio da noi intervistati, Piero Genovese, primo cittadino di Susa, e Roberto Garbati sindaco di Chiomonte, il paese dove c’è il cantiere “incriminato”, “la gente del posto ha perso molto dell’interesse iniziale verso la problematica, anche se molti dei nostri cittadini saranno presenti”.
In particolare Garbati ci dice che i No Tav non sono la presenza maggioritaria a Chiomonte, anzi. C’è poi la minaccia dell’infiltrazione degli anarchici, che hanno annunciato la loro presenza, e dei soliti appartenenti ai centri sociali, con la paura che la manifestazione sfoci nella violenza, “ma gli stessi No Tav, come dicono, faranno il possibile perché non accada perché sarebbe un danno per loro stessi”. Seppure l’atteggiamento sia cambiato in Valsusa, c’è un problema non indifferente di cui ci ha parlato il sindaco Garbati, spiegando di essersi candidato proprio per questo: “A oggi, dopo otto anni, non abbiamo visto alcuna opera di compensazione come previsto dalla legge. Qui abbiamo visto solo gli svantaggi e i danni, al di là di come la si pensa sulla Tav. Le opere di accompagnamento non si sono fatte, in un territorio che soffre da anni. Non possiamo più usufruire di aree dove si facevano passeggiate, bouldering, dove c’è un sito archeologico risalente al neolitico di grande interesse e dove soprattutto ci sono coltivatori di vigneti e decine di piccoli coltivatori che per entrare a casa loro devono mostrare la carta di identità. Quasi ogni cittadino qui possiede del terreno nell’area del cantiere di cui non può più usufruire. Ci aspettiamo opere di accompagnamento che non devono essere di beneficenza ma volte a uno sviluppo sostenibile, come inceneritori o impianti idroelettrici a canone speciale, opere di qualificazione. È il motivo per cui mi sono candidato sindaco: non si fa morire un piccolo paese per un’opera rivolta a uno sviluppo globale. È un paradosso”.
Per il sindaco di Susa invece, Piero Genovese, tante delle istanze portate avanti dal movimento No Tav sono state accolte dai responsabili del progetto, oggi la situazione è molto migliorata rispetto agli inizi e c’è sostegno per la Tav. Con lui abbiamo approfondito la faccenda.
Sindaco, cosa si aspetta da questa manifestazione?
Non è la forma di manifestazioni con cui concordo, sono già state anticipate forme non pacifiche di dissenso e come sindaco non ritengo sia la forma corretta.
Si temono infiltrazioni di anarchici, come hanno annunciato loro stessi? C’è paura?
Paura no, sono situazioni già viste e siamo preparati sia noi che le forze dell’ordine. Anche le persone giunte sono ragazzi pacifici che sono qui anche per la musica, certo c’è il rischio che vengano strumentalizzati da piccoli gruppi vicini ai centri sociali che potrebbero trasformare una marcia pacifica in incidenti.
I residenti invece, come vivono oggi la problematica No Tav?
Sicuramente l’argomento era più sentito in tutta la valle nei primi anni, nel frattempo le cose sono cambiate.
In che senso?
Il progetto è stato adeguato alle richieste degli amministratori e del movimento stesso, è molto migliorato rispetto al passato e questo credo sia stato recepito. I numeri locali in valle dimostrano che le persone contrarie alla Tav si sono ridotte. La presenza di questo festival musicale richiama molte persone da fuori territorio e allora i numeri sembrano superiori. Diciamo che gli organizzatori sono locali ma la gente viene da fuori.
Per il futuro cosa vi aspettate?
C’è preoccupazione perché a breve partirà il nuovo cantiere che è stato annunciato in termini allarmistici, ma non di veri contenuti. Sarà importante fare una comunicazione chiara nei confronti dei cittadini, cosa che è mancata in passato, altrimenti avremo persone disinformate e confuse.
Come la gente qui in valle ha accolto quello che molti chiamano “tradimento” del Movimento 5 Stelle sulla Tav?
Sicuramente male. I 5 Stelle sono solo l’ultimo partito passato di qui alla ricerca di consensi come prima hanno fatto i Verdi, poi Rifondazione comunista e che dopo le elezioni sono spariti tutti. Hanno cavalcato l’onda del dissenso per averne un vantaggio elettorale. Anche i 5 Stelle da parte del movimento No Tav adesso vengono visti così, come traditori.
Alberto Perino ha ancora seguito?
È sempre attivo con molta energia, ma ha un seguito alquanto ridotto.
(Paolo Vites)