La morte di Paolo Giaccio ha segnato il panorama della musica italiano, ambito in cui era specializzato. Ma la sua mancanza si sentirà anche per quel che concerne la televisione italiana. Infatti, ha lavorato sia in radio che in tv, mantenendo viva la sua passione per la musica. I colleghi di Rockol hanno voluto rendergli omaggio ricordando le tappe fondamentali della loro carriera, condivise con Paolo Giaccio. “Paolo era brillante, curioso, ti lasciava fare con l’aria di chi impara sempre qualcosa; e credo si divertisse molto all’idea di un ventenne senza briglie che trametteva musica difficilissima e on the border, con il solo limite di non superare i limiti della censura” scrive Riccardo Bertoncelli. “Dietro a importanti programmi radio e tv ci sono sempre grandi autori. Questo si può capire. Ma a volte dietro a grandi autori ci sono anche grandi esseri umani. E questo però è meno scontato” inizia così il lungo messaggio di Michele Boroni. (Aggiornamento Paola Stigliano)
Paolo Giaccio lascia giovanissimo la sua famiglia
Aveva solo 69 anni e si era appena sposato: il mondo del giornalismo non si aspettava una notizia così triste come la morte di Paolo Giaccio, noto autore, cronista musicale e dirigente televisivo per anni anche grande “aggregatore” di talenti nei vari programmi seguiti, da Renzo Arbore fino a ai più recenti programmi sui canali satellitari Rai. Dalla radio alla tv con una profonda passione per la musica e lo show originale e non “patinato”, Giaccio se ne va a 69 anni – morto dopo lunga malattia – questa mattina a Roma: nel 1969 succedette a Renzo Arbore nella direzione del programma radiofonico “Per voi giovani” collaborando subito con Mario Luzzatto Fegiz. Proprio come faceva Arbore, Paolo Giaccio seppe portare la voce dei cantautori dell’epoca nel proprio programma radiofonico: alla conduzione si susseguirono poi, ad alternanza, anche Carlo Massarini, Claudio Rocchi e Richard Benson. Dagli anni ’70 in poi, Paolo Giaccio divenne prima giornalista Tg2 poi però il grande salto su Rai1 dove diventa autore e capostruttura a cavallo degli Anni Ottanta e Novanta: tra i vari programmi televisivi ai quali Giaccio lavorò vanno ricordati “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo”, “Variety”, “Mister fantasy” (basato sui video musicali), ma anche “Obladi obladà” attraverso la conduzione di Serena Dandini.
MORTO IL GIORNALISTA MUSICALE PAOLO GIACCIO
Con poche righe ma sofferte, l’amico e collega Mario Luzzatto Fegiz ricorda sul Corriere della Sera la figura di Paolo Giaccio: «Era nato a Roma il 16 febbraio 1950. Uomo di rara sensibilità e dolcezza d’animo, generoso e altruista a tutti i livelli, ha sempre lavorato dietro le quinte, apparendo molto raramente in video. Si era sposato qualche settimana fa con la scrittrice Camilla Baresani col solo rito religioso. Alla figlia Anna, alla collega Camilla Baresani e al fratello Andrea le più sincere condoglianze dalla famiglia del Corriere e mie personali». Su Rockol.it il collega Massimo Bassoli traccia così il suo ricordo personale della persona e professionista che era Giaccio: «E’ stato il resident-hippie meno hippie che la Tv di Stato abbia mai avuto. Ma sempre lucido ed attento ai fenomeni musicali ed alla loro fruizione. Ha svolto la battaglia sui nuovi generi musicali da trasmettere alla radio negli anni ’60 e quella dei video musicali negli anni ‘80, molto prima che Mtv si interessasse alle nostre frequenze. E sempre con il suo stile understatement, sobrio, silenzioso. Le vere rivoluzioni non fanno rumore e lui lo sapeva bene. Quelle che gli sono capitate le ha fatte tutte, senza clamore». La musica, anche in tv e sui giornali, è ovviamente cambiata nel tempo e oggi “atterra” sui talent alla X Factor travolgendo spesso tutto e tutti: ancora Bassoli, «Anche quando i tempi, quelli recenti, quelli dei talent e di X-Factor, gli hanno voltato le spalle, lui ha reagito nel suo stile, senza clamore e con estrema positività: si è dato all’insegnamento. Per salvare i nuovi giovani. Come fece con noi ex-giovani che ascoltavamo Per Voi Giovani. Ciao Paolo, grazie per la tua gentilezza ed il tuo stile». Come ricorda infine Fegiz, «per espresso desiderio di Paolo Giaccio non vi saranno né cerimonie né funerali. Una scelta in linea con lo stile di basso profilo che aveva caratterizzato tutta la sua vita».