Ben Johnson sarà protagonista, martedì 30 luglio 2019, nella trasmissione ‘Quelli della luna’ condotta da Giampiero Mughini su Rete 4. Programma tv che racconta le storie dei campioni dello sport che hanno fatto epoca, dedicherà un ampio spazio al velocista canadese che è stato uno dei personaggi più controversi non solo degli anni Ottanta ma dell’intera storia dello sport. Figlio di migranti giamaicani, la stagione sportiva di Ben Johnson è stata paragonabile a quella della proverbiale cicala della favola. Rapidissima e sfolgorante: la potenza era la sua caratteristica principale, contraddistinta dalla celebre partenza con la postura ‘a rana’, con i piedi allineati al blocco di partenza e non con un piede davanti all’altro. Questo permetteva a Ben Johnson di sfruttare la sua incredibile potenza, che ai Mondiali di atletica leggera di Roma nel 1987 lo portarono a battere il favorito Carl Lewis nella gara dei 100 metri piani. Una sfida che per un anno venne portata avanti in attesa delle Olimpiadi di Seul del 1988, alle quali i due contendenti arrivarono al massimo della forma.
BEN JOHNSON: IL DRAMMA DEL DOPING E LA RADIAZIONE
Le Olimpiadi in Corea del Sud, attesissime, videro Ben Johnson trionfare con un iconico braccio alzato all’arrivo in un tempo straordinario, 9’79”, che allora valeva il record del mondo. Un’impresa celebrata ma che durò poche ore: Ben Johnson risultò infatti positivo allo stanozololo e da lì cadde il castello di bugie del velocista canadese, che ammise di essere aduso all’utilizzo di sostanze dopanti. Una vera delusione per i suoi tifosi, alla quale si aggiunse l’ammissione di aver usato doping anche in occasione del Mondiale vinto a Roma l’anno prima, successo che venne cancellato. Per Ben Johnson arrivò una squalifica fino al 1991 che mise di fatto fine alla sua carriera, il ritorno in pista non coincise con nessun risultato di rilievo dopo che il centometrista vide cancellate le sue vittorie e annullati i suoi record. La vicenda si chiuse definitivamente con una nuova squalifica per doping nel 1993, che portò alla radiazione a vita di Ben Johnson dall’atletica leggera.
BEN JOHNSON E LA FINALE 100 METRI DI SEUL: 8 CORRIDORI SU 10 CON PROBLEMI DI DOPING IN CARRIERA
Questo nonostante dichiarazioni molto controverse del velocista canadese ed indagini come quelle del giornalista Richard Moore, che sulle colonne del ‘Guardian’ parlò della finale Olimpica dei 100 metri di Seul come della ‘corsa più sporca di sempre’, considerando che 6 degli 8 partecipanti ebbero problemi di doping nella loro carriera, compreso Carl Lewis, al quale andò la medaglia d’oro, e Linford Christie che ebbe l’argento dopo la squalifica di Johnson, che di fatto fu l’unico a pagare con grande severità. Il canadese ha sempre sottolineato come in quegli anni le prestazioni sportive nell’atletica leggera fossero profondamente influenzate dall’abitudine all’utilizzo di sostanze dopanti e negli ultimi anni è rimasto nel mondo dello sport come allenatore, lavorando anche per un breve periodo come preparatore di Diego Armando Maradona. La figura di Ben Johnson sarà sempre legata a quella finale del 1988, ma in molti si chiedono se la sua potenza non fosse effettivamente fuori dal comune, limitata solo dalla capacità di non sfuggire ai controlli antidoping come molti colleghi fecero negli anni Ottanta.