Il problema della privacy torna al centro dell’attenzione in correlazione a Siri, l’assistente vocale di Apple. Secondo quanto riferito dal Guardian, quotidiano britannico, le nostre richieste a Siri, come l’invio di un messaggio o la riproduzione di una playlist musicale, non vengono recepite esclusivamente dall’assistente vocale ma vengono anche ascoltate sistematicamente dalle imprese appaltatrici impegnate nel controllo qualità. Il problema sorge quando queste registrazioni – come ha confermato al Guardian uno dei dipendenti a contratto di queste società ad averne accesso – riguardano situazioni strettamente private. Si parla di rapporti sessuali, colloqui con il proprio medico, addirittura affari criminali. L’informatore ha svelato:”Abbiamo accesso a queste informazioni perché Siri si attiva accidentalmente. Contemporaneamente veniamo anche a conoscenza della localizzazione, dei contatti e di altri dati”. Il dispositivo più esposto a questo rischio è l’Apple Watch: il device è infatti conformato in modo che un movimento in relazione della bocca durante un discorso faccia attivare Siri.
APPLE, CONVERSAZIONI CON SIRI ASCOLTATE DA DIPENDENTI
Ma come ha risposto Apple alle indiscrezioni del Guardian? Il problema della privacy rischia di essere esiziale per molti giganti del web come si è visto in passato per Facebook con la vicenda Cambridge Analytica. L’azienda di Cupertino ha tranquillizzato i suoi clienti parlando direttamente con il quotidiano britannico:”Le informazioni sono utilizzate per migliorare Siri e il sistema di dettatura. Solamente l’1 % delle conversazioni giornaliere con l’assistente virtuale viene utilizzato per questo scopo. Ciò che viene registrato, inoltre, non è in alcun modo riconducibile all’Apple ID”. Insomma, secondo la versione dell’azienda della mela morsicata l’identità dei clienti rimane al sicuro. Inoltre secondo Apple le registrazioni vengono ascoltate all’interno di strutture riservate e i dipendenti a contratto che vi hanno accesso devono rispettare severi requisiti di sicurezza. Una tesi che però non convince a fondo l’informatore:”In posti di lavoro come questo, il ricambio di personale è molto alto, non a tutti interessa il rispetto della privacy altrui. Credo che l’azienda dovrebbe informare i propri clienti di come vengano gestite le registrazioni con Siri”. Come sottolinea “Il Corriere della Sera”, chi utilizza dispositivi Apple è a conoscenza del fatto che le sue conversazioni potrebbero essere utilizzate per migliorare il servizio, ma ignora che ad ascoltarle siano delle persone.