Sono numerosi gli eventi del mondo della salute che si tengono ogni anno nel nostro Paese, molti quelli ai quali ho occasione di partecipare, la gran parte dedicati a tematiche specifiche, si tratti di politica sanitaria, congressi di società scientifiche o grandi eventi. All’interno di questo panorama, da tre anni Meeting Salute, rassegna ospitata dall’ormai quarantennale Meeting di Rimini, si è ritagliato un suo spazio specifico.
Sarà perché si svolge nella terza settimana di agosto, in un periodo dedicato normalmente alle ferie e al riposo, nel quale quindi ci si può regalare una riflessione di più ampio respiro non dettata dall’urgenza o dalle contingenze; sarà la collocazione all’interno del Meeting, rassegna originale nel suo proporci temi diversissimi legati da un titolo suggestivo, anche se non sempre di immediata comprensione; ma Meeting Salute per me rappresenta un momento in cui allargare gli orizzonti, trovare ispirazioni, lasciarsi influenzare dall’atmosfera fervida e dialogante propria di tutto il Meeting.
Colpisce per esempio che le tematiche etiche, che stanno evidentemente a cuore agli organizzatori, abbiano un punto di approccio fortemente esperienziale. Penso a incontri che quest’anno riguarderanno la cura dei più piccoli, l’approccio al familiare colpito da Alzheimer, l’assistenza agli anziani, la leadership in campo sanitario.
La presenza stessa di esposizioni all’interno dell’area Meeting Salute rende singolare la rassegna riminese. Sono storie esemplari quelle che il Meeting ci mette davanti agli occhi, per quanto esposte in modo molto essenziale, e ricche di ispirazione. Leggerò attentamente i pannelli dedicati alla storia di Paolo Takashi Nagai, il medico-eroe di Nagasaki capace di sintetizzare nella propria persona due visioni del mondo, la shintoista e buddista e la cristiana. Trovo stimolante fin dal titolo l’esposizione “Il Rinascimento dei bambini: 600 anni di accoglienza agli Innocenti a Firenze”, così come ripercorrerò con attenzione le tappe dell’oncologia italiana, attraverso un’eccellenza come l’Istituto Oncologico Romagnolo, che sarà raccontata nell’esposizione “Vicino a chi soffre, insieme a chi cura”.
Un altro motivo di originalità di Meeting Salute sta a mio avviso nell’amare le contaminazioni, la trasversalità, l’interdisciplinarità. Accanto a colleghi medici ben noti, nel programma figurano filosofi, sociologi, ingegneri, ma anche associazioni di pazienti, federazioni di professionisti della salute ed operatori della cooperazione internazionale, giornalisti, perfino chef. Una ricchezza di approcci e prospettive che non si riscontra sempre altrove e aiuta ad aprire gli orizzonti.
Trovo infine che il tema della carità, ricorrente anche nel programma di quest’anno e sempre proposto attraverso esperienze significative quali Medici con l’Africa Cuamm, Avsi, Banco Farmaceutico o Opera San Francesco, sia apprezzabile anche da parte di osservatori laici per il suo non giustapporsi o scorrere parallelo ai temi più specifici, ma rappresentare una chiave di lettura per riorientare e umanizzare la pratica clinica e la cura.
Nel momento di profonda crisi e rinnovamento che vive il nostro Servizio Sanitario Nazionale, con situazioni diversissime dal punto di vista della qualità dell’assistenza, dell’equità, dell’efficacia e dell’efficienza, occasioni come questa in cui viene data voce a tutti gli stakeholder del mondo della salute, in un confronto tra esperienze, sono preziose.