L’avevo scritto e lo riscrivo convintamente. Cè confusione anche quando, come nel recente intervento di Riccardo Prando, si parte da una premessa/promessa di voler essere analitici e si finisce in un discorso general-generalista che nulla ha di analitico.
Prando lamenta l’assenza, nel percorso legislativo ma immagino anche nelle premesse culturali a quel percorso, dei docenti. Poi, però, curiosamente, limita i suoi riferimenti ai soliti docenti di lettere e storia.
Solipsismo? Sembrerebbe proprio di sì, perché si continua ad ignorare un decennio di interventi, discussioni, proposte legislative perfino (pdl Ruta della passata legislatura) che hanno visto i docenti di Costituzione (quelli della classe di concorso oggi pomposamente denominata Scienze giuridiche ed economiche) assumere una posizione del tutto diversa da quella di Prando, che parla (con quali dati? facendo riferimento a quali posizioni?) di maggioranza degli insegnanti (che) non crede nell’opportunità di introdurre l’educazione civica come materia a se stante, con tanto di voto a parte.
Se fosse così gli suggerirei di procurarsi i verbali delle commissioni d’esame di Stato 2019 per verificare l’assenza (se fosse come sostiene) dei riferimenti anche ai contenuti di Cittadinanza e Costituzione.
Resterà deluso, glielo assicuro per esperienza diretta e personale conclusasi in occasione dell’ultima sessione d’esame.
Prando non può ignorare l’esistenza di Cittadinanza e Costituzione nel nostro ordinamento, né può ignorare che è l’unica disciplina/materia (la terminologia è presente nel suo intervento) non valutata.
Perché sarebbe illogico farla studiare e valutarla? Per Foscolo e Manzoni vale lo studio e la valutazione e per Calamandrei e la Costituzione questo non ha ragion d’essere? Strana idea questa di contenuti che non servono quando sono l’essenza del nostro essere cittadini.
Visto poi che Prando osserva giustamente la necessità di coinvolgere dei protagonisti (i docenti), non avrà difficoltà a seguirmi in un’altra, necessaria, premessa metodologica: definire termini e significati della disciplina/materia di cui trattiamo e cioè Cittadinanza e Costituzione.
I due termini hanno poco a che fare con le belle lettere e Foscolo e molto a che fare col mondo giuridico. Di questa evidenza nessuno parla manco per confutarla.
È persino banale scriverlo, ma ricordo a Prando ed ai lettori del Sussidiario che quando fu introdotta C&C, l’avvocato Gelmini, inizialmente, aveva pensato ai soliti docenti di lettere e storia come unici docenti in grado di occuparsene.
Con quali competenze? Con quali percorsi universitari coerenti? Risparmio ai lettori lo stupidario di Cittadinanza e Costituzione che potrei scrivere partendo dagli interventi di titolati e bravi colleghi di belle lettere e storia che ho avuto modo di incontrare in questi dieci anni non solo a scuola ma anche in altre occasioni di formazione e confronto scientifico (anche in ambito diverso da quello scolastico) a cui ho/abbiamo partecipato con i colleghi e colleghe del Coordinamento nazionale.
Dopo la decisione iniziale, l’avvocato di Leno cambiò idea e si arrivò alla rivoluzionaria decisione di affidarla anche ai docenti di diritto, ma solo perché inondammo letteralmente Montecitorio, Palazzo Madama e soprattutto Viale Trastevere di cartoline firmate non solo da noi docenti (corporativi nel difendere il cosiddetto posto fisso?) ma da gente comune, l’operaio (che voleva, evidentemente, il figlio dottore) ed il libero professionista, il commerciante e pure il pilota d’aereo.
Non è millanteria, c’è un atto ufficiale e protocollato dell’allora segretario particolare del ministro e lo leggete qui ed una telefonata fatta dal medesimo al sottoscritto, ma quella non posso provarla per tabulas come direbbero gli avvocati.
Se non bastasse lo stupidario, potrebbe essere utile scorrere le pagine dei maggiori quotidiani nazionali di queste settimane per comporre il florilegio che incolpevoli studenti alle prese con gli esami di Stato hanno esplicitato sui temi e contenuti che hanno a che fare con la Costituzione, poco o per nulla studiata come dichiarato da tutti gli studenti coram populo.
La Costituzione deve essere studiata per essere conosciuta e condivisa. La cittadinanza non è uno stato d’animo, è fatta di diritti e doveri. Se a scuola si studiasse la Convenzione di Ginevra (che evidentemente non è quella di Lancillotto, caro Prando), gli haters che scrivono amenità e piacevolezze contro Carola Rackete ed Alessandra Vella sarebbero desolatamente soli. I diritti e doveri per essere rivendicati e per essere rispettati devono essere studiati e conosciuti. Questo non si fa con i riferimenti general-generalisti o col Foscolo di Prando e di quelli che non vogliono lo studio ed il voto. Si fa con lo studio e col voto.
Ma saranno pensieri del solito docente passatista e retrogrado. Perché il nuovo, si sa, si coniuga meglio con l’ignoranza e l’inconsapevolezza.Tanto, bastano i buoni sentimenti, magari di quelli che vogliono stuprare Carola Rackete.