Il Certamen Vergilianum Neapolitanum ha celebrato l’intensa poesia del sublime Virgilio, i cui significati senza tempo pervadono i tanti luoghi partenopei, ma non solo, che ne conservano intatta la memoria con garbo e suggestione.
Perché non promuovere un nostro Certamen? Sulla base di questa riflessione, alcuni docenti particolarmente dotati per competenza e sensibilità hanno strutturato un modello di competizione finalizzato non solo a valutare l’abilità traduttiva dei giovani candidati, ma anche a valorizzare e a far conoscere alle scuole di varie regioni italiane partecipanti il patrimonio storico-archeologico evocato dai versi virgiliani (antro della Sibilla, zona archeologica di Cuma).
Elemento distintivo è stato quello del coinvolgimento attivo dei docenti accompagnatori degli studenti attraverso itinerari loro dedicati e attraverso convegni di approfondimento per i quali ci si è avvalsi del prezioso contributo scientifico del latinista di chiara fama dell’ateneo federiciano, oggi professore emerito e naturalmente membro del Comitato dei garanti delle Olimpiadi volute dal Miur a tutela della dimensione classica.
Ma l’aspetto più interessante e originale di tale modello organizzativo, registrato con atto notarile, è stato quello del percorso propedeutico, tenuto da docenti universitari e di liceo, al Certamen aperto agli studenti partecipanti. A ridosso del battesimo del Vergilianum si è avuto l ‘avvio delle “Olimpiadi nazionali delle lingue e civiltà classiche” e per le prime tre edizioni ho rivestito l’incarico di coordinatrice del gruppo di civiltà classiche per il personale e profondo convincimento che anche la lettura critica, l’analisi e la comprensione dei testi degli autori greci e latini in traduzione italiana potessero contribuire ad avvicinare un numero ampio di ragazzi, non solo gli studenti del liceo classico, alla lezione del passato.
In relazione all’esperienza quindi maturata nell’ambito delle Olimpiadi, per il Certamen Classicum Sannazarianum, avviato fin dal primo anno di dirigenza nella mia nuova sede, determinante è stata la riflessione sull’opportunità di prevedere anche la sezione di civiltà classiche. E difatti un notevole impegno è stato profuso nelle prove di civiltà, che per il Sannazarianum hanno visto la partecipazione specialistica della prima collaboratrice del liceo oltre a quella del referente che ha pianificato l’apparato logistico e organizzativo e agli altri docenti classicisti del liceo.
Tutto il lavoro svolto nell’ambito delle Olimpiadi da parte del Cto (Comitato tecnico operativo) di civiltà classiche ha gradualmente supportato e preparato la nuova tipologia di seconda prova per l’esame di Stato attuata da quest’anno. E quindi, nel liceo classico vomerese, se con la precedente dirigenza si era accarezzata l’idea di un Certamen su Jacopo Sannazaro, ma senza realizzarla, con il mio incarico dal 2013/2014 si è affermata appieno la valorizzazione aperta e scientifica dell’identità classica attraverso un Certamen dedicato alla traduzione di testi greci e latini e all’analisi e all’approfondimento di tematiche di civiltà classica.
Tra i due Certamina il raccordo, ritenuto indispensabile proprio per il lavoro già svolto, ha portato alla sezione Lettori di Virgilio sulla base di una convenzione con il Liceo Garibaldi. Il settore civiltà classiche dà voce a tematiche di profondo interesse anche per la società contemporanea, come quella del rapporto con l’“altro”, con lo “straniero” trattata in una delle edizioni del Sannazarianum. E nel dibattito che si sviluppa, cruciale diviene l’attenzione al ruolo del Mediterraneo, tematica approfondita anche in modo trasversale nelle classi a partire dall’a.s. 2016/2017 anche attraverso la metodologia Clil: l’allora animatrice digitale promosse un progetto di riflessione che portasse ad un tempo anche al potenziamento della competenza linguistica in L2. Inoltre anche la giornata Ama promossa per il 30 settembre 2017, “Limiti, confini, frontiere. La costruzione dell’altro nel mondo antico” ha rappresentato l ‘elogio dell’“accoglienza” attraverso gli stimoli di analisi offerti dagli accademici presenti.
A quasi due anni di distanza, nella collettività pensante di oggi dibattiti ed espressioni di pensiero spianano la strada alla costruzione di ponti ideali e perché no, anche concreti… Resta vero quindi che le civiltà classiche restituiscono alle nostre memorie e soprattutto ai nostri tempi suggerimenti e risposte ai tanti perché e ai tanti se. Il “Discorso agli Ateniesi”, che Tucidide fa pronunciare a Pericle nel 431, ha tante volte accompagnato incontri e confronti. “Nella vita pubblica il timore ci impone di evitare col massimo rigore di agire illegalmente, piuttosto che in obbedienza ai magistrati in carica e alle leggi; soprattutto alle leggi disposte in favore delle vittime di un’ingiustizia e a quelle che, anche se non sono scritte, per comune consenso minacciano l’infamia… Offriamo la nostra città agli altri come un bene da godere in comune e non accade mai che, decretando l’espulsione degli stranieri, allontaniamo qualcuno da un’occasione di apprendimento…”.
I magistrati in carica “nei nostri anni”, magistrati illustri simbolo della lotta contro la mafia dei quali in questi giorni si sono ricordate le forti esperienze di vita, come Falcone e Borsellino e contro la corruzione come Borrelli recentemente scomparso, hanno interpretato concretamente i valori esaltati dal Pericle del passo tucidideo annullando la distanza temporale.
Confidiamo nel fatto che anche le altre verità di quel passo diventino vita di cui passare la testimonianza ai posteri.