La riforma delle pensioni potrebbe essere rivoluzionata? La crisi di governo potrebbe incidere in tema pensionistico e decretare la fine di Quota 100 e Opzione Donna prima di quanto previsto. Le priorità del prossimo governo potrebbero cambiare e si potrebbe optare per strade alternative. Quota 100 ad esempio potrebbe avere i giorni contati, secondo QuiFinanza. La misura ha consentito a 50mila persone di andare in pensione, ma potrebbe essere rimpiazzata da Quota 41 con la Lega. Un netto passo in avanti per i lavoratori precoci. Discorso diverso per Opzione Donna, che potrebbe essere messo in stand by già a partire dal 1° gennaio 2020. Prima della crisi di governo si era parlato di una sua possibile proroga, ma lo scenario economico-finanziario è cambiato. E così anche le priorità delle forze politiche. L’esecutivo che dovrà discutere la nuova Legge di Bilancio dovrà trovare le coperture per rifinanziare Opzione Donna per almeno un altro anno. Ma vanno reperiti anche i fondi per neutralizzare le clausole di salvaguardia per gli aumenti Iva, quindi a farne le spese potrebbe essere proprio la riforma delle pensioni. (agg. di Silvana Palazzo)
RIFORMA PENSIONI, NUOVI NODI CON CRISI GOVERNO
In perenne campagna elettorale, Matteo Salvini è tornato a parlare della riforma delle pensioni. Il leader della Lega nel comizio a Peschici ha parlato delle misure che intende approvare dopo le prossime elezioni. Tra queste c’è Quota 41: «Abbiamo smontato la legge Fornero e con quota 100 restituito diritti a centinaia di migliaia di italiani. Il prossimo Governo arriverà all’obiettivo che dopo 41 anni di lavoro la pensione è un diritto acquisito». Per quanto riguarda il proseguimento dell’iter di Quota 100, le coperture in chiave triennale sono state già varate nella legge di Bilancio del 2019. Va invece sciolto il rebus opzione donna, che permette l’uscita anticipata per le donne. Per dargli seguito, il governo lo ha rinnovato per quest’anno con la manovra dell’anno scorso. La proroga però scade quest’anno, quindi va rinnovata per il 2020. E su questo rinnovo pesa l’incognita delle elezioni anticipate. (agg. di Silvana Palazzo)
RIFORMA PENSIONI, IL RICAMBIO GENERAZIONALE
Riforma pensioni e Quota 100, il ricambio generazione non decolla. «Nel 2019 un giovane su tre pensionati farà ingresso nel mondo del lavoro», la conferma di Rosario De Luca – presidente Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – che si traduce in 116 mila ragazzi Under 30. Passando ai dati ed alle cifre dello studio, arrivano buone notizie per quanto riguarda il commercio ed i servizi: il bilancio tra entrate ed uscite è positivo per 358 mila unità. Turnover positivi per professioni come programmatori (+11 mila), disegnatori industriali (+9 mila) ed esperti in applicazioni informatiche (+7 mila), con il Corriere della Sera che segnala anche tecnici di vendita e distribuzione e posizioni sanitarie riabilitative (fisioterapisti, ortottisti, ecc). I settori maggiormente colpiti in negativo sono quelli intellettuali, scientifici e di elevata specializzazione, senza dimenticare imprenditori, impiegati e operai. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RIFORMA PENSIONI, IL RICAMBIO GENERAZIONALE
Uno degli obiettivi della riforma pensioni con Quota 100 era quello di favorire un turnover generazionale nel mercato del lavoro. Tuttavia, secondo quanto messo in luce dal rapporto elaborato dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro su “Il ricambio generazionale dell’occupazione”, non necessariamente le “politiche di pensionamento anticipato si traducono in maggiore occupazione giovanile, specie in un mercato del lavoro rigido e poco flessibile come quello italiano. E mentre per i lavori poco qualificati il ricambio occupazionale è quasi assoluto e anche più economico, per professioni più qualificate l’uscita anticipata dal lavoro dei più anziani non favorisce l’ingresso di giovani nel mercato del lavoro”.
In particolare, si registra un saldo negativo tra l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani alla prima esperienza lavorativa e pensionati per quanto riguarda legislatori, imprenditori e alta dirigenza, professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, per impiegati, conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli e per i militari. Tra le professioni, invece, dove si registra il maggiore ricambio occupazionale ci sono innanzitutto quelle inerenti le attività commerciali e i servizi. Secondo il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, i dati dicono che quindi che “le imprese potrebbero sfruttare i prepensionamenti come strumento di gestione delle ristrutturazioni aziendali per ridurre il personale, più che per il ricambio generazionale”.